Magners Celtic League, nel week end storico esordio delle italiane

Premiazione_Benetton_Treviso_Vincitori_Groupama_Man_of_the_match_Ph_Nava Ci siamo. Lasciate alle spalle le polemiche sulla scelta delle due partecipanti italiane – come è giusto che sia – il mondo ovale tricolore si appresta a vivere il primo week end da protagonista nella Magners Celtic League, il rugby che conta a livello di club, e tutti devono sostenere Benetton Treviso e Aironi Viadana nel superiore interesse dell’intero movimento. Si comincia sabato e per gli Aironi l’esordio è di quello da far tremare i polsi.

Al Musgrave Park di Cork il club padano sarà ospite del Munster, autentica invincibile armata irlandese del coach Tony Mc Gahan.

Per l’occasione i rossoblu schierano una sorta di seconda squadra, ma non c’è da farsi illusioni.

Un paio di stagioni fa il Munster rischiò di battere gli All Blacks in uno storico midweek game.

Del resto, le ammiraglie della Celtic League possiedono rose di 40-45 elementi di altissimo livello e durante la regular season gestiscono di comune accordo con le rispettive federazioni i giocatori internazionali.

I migliori elementi, infatti, vengono utilizzati soprattutto nelle coppe europee e nei play-off del campionato per riservarli in favore delle rappresentative nazionali.

Per tutto ciò e per molto altro ancora, evitare di arrivare ultimi al primo anno per le due italiane sarebbe già un successo.

Gli Aironi rispondono con un pack di tutto rispetto e con una linea veloce nella quale sarà intrigante valutare il rendimento di Rubini, Toniolatti e Quartaroli.

A Monigo il Benetton Treviso ospita i gallesi Scarlets di Stephen Jones con notevoli speranze di esordire con un risultato positivo.

La mente corre al match della scrosa stagione con il Perpignan e alla solidità e alla competenza della squadra veneta, in campo, in panchina e nella dirigenza.

In bocca al lupo e tutti sintonizzati su Dahlia tv.

AIRONI:

15 LAHARRAGUE JULIEN
14 RUBINI GIULIO
13 QUARTAROLI ROBERTO
12 DES FOUNTAIN DYLAN
11 TONIOLATTI GIULIO
10 MERCIER LUDOVIC
9 TEBALDI TITO
1 DE MARCHI ALBERTO
2 ONGARO FABIO
3 PERUGINI SALVATORE
4 DEL FAVA CARLO ANTONIO
5 GELDENHUYS QUINTIN (c)
6 ERASMUS JACO
7 KRAUSE GARETH
8 WILLIAMS NICK

Replacements

16 DE MARCHI ANDREA
17 SANTAMARIA ROBERTO
18 MILANI LUIGI
19 BORTOLAMI MARCO
20 BIRCHALL ALDO
21 WILSON MICHAEL
22 BENETTIN ALBERTO
23 PIZARRO GABRIEL


13 Responses to “Magners Celtic League, nel week end storico esordio delle italiane”

  • Dan Says:

    Mi dispiace Alessandro, ma per me l’amarezza è troppa per poter sostenere la franchigia ed il “super club” italiani (padani, insisto) nella Celtic League. Mi sta bene se il futuro del movimento viene indirizzato dalla FIR, non certo se ci pensano Munari o la Lega Nord! Tra l’altro proprio non capisco perchè si debbano dare i contributi federali (cioè di tutti) alle squadre se poi non si ha alcuna voce in capitolo riguardo alle scelte tecniche. Si dice che a Treviso verrà generato un indotto di 15 milioni di euro grazie ai tifosi stranieri: su quali dati si basano questi conti? Sui duemila tifosi del Munster giunti nella passata edizione della Heineken? Non tutte le squadre hanno un tale seguito! Ed allora a Roma o a Venezia quanti ne sarebbero venuti? E quanto ci avrebbe guadagnato la Federazione? Basta, non interverrò più su questo tema, per me non esiste. Manca solo che il 6 Nazioni abbandoni la capitale, eventualità peraltro affatto remota. Ci stanno distruggendo anche il rubgy!

  • Alessandro Says:

    Caro Dan, la passione che leggo nelle tue righe è un valore positivo che non va disperso. Per questo ti invito a ripensarci, le due squadre rappresentano l’Italia in Europa, dunque anche me e te. A mio modesto parere vanno sostenute sul campo per questo da tutti quelli che hanno a cuore il rugby italiano. Detto questo, ho un milione e una perplessità su come la FIR ha gestito tutto, dal processo di scelta alla mancata direzione nella gestione dei giocatori ma credo fermamente in una cosa. La differenza tra noi e il resto del mondo, che ci ha sempre penalizzato, è che di fronte ad un “nemico” esterno in Italia facciamo sempre prevalere gli interessi particolari creando le basi per le nostre disfatte, mentre all’estero sanno fare fronte comune per risolvere i problemi interni in un momento più favorevole. Mi piace pensare che ne siamo capaci anche noi, come italiano e come appassionato di rugby, prima che come addetto ai lavori. Dunque amico mio, ti invito a riflettere su questo ma rispetto i tuoi sentimenti, grazie e a presto!

  • M-URC Says:

    E’ un boccone amaro che dobbiamo mandare giù; non c’è nulla da fare. Però è proprio questo il momento di non mollare. Innanzitutto perchè se andiamo a vedere i giocatori che sono presenti nelle due formazioni italiane, vediamo che ci sono svariati giocatori che sono nati e cresciuti rugbisticamente nel centro sud. E a guardare anche lo schieramento previsto per la prima partita non sono certo di secondo piano. Questo è un sintomo chiaro che anche da qui escono fuori ottimi giocatori. E poi, perchè il rugby italiano non si ferma alla CL. Anzi. Il lavoro vero viene fatto stagione dopo stagione da tutte quelle società di rugby a partire dal minirugby fino ad arrivare ai campionati U16, U18 e U20. Ed in questo momento le squadre del centro sud, forse più centro che sud, sono tra le più attive. Non si può buttare alle ortiche tutto questo patrimonio di risorse, strutture e ragazzi. La crescita vera il rugby italiano, l’avrà solamente quando si comincierà a capire che c’è tutto un territorio che deve essere conquistato (rugbisticamente parlando). E questo territorio è il sud. In questo la FIR può e deve fare molto a cominciare dal far giocare le partite della nazionale, non dico quella maggiore ma almeno la nazionale A o la U20. Infatti se andiamo a vedere quante partite sono state giocate dalle nazionali italiane di rugby (di tutte le categiorie) nella stagione appena trascorsa troviamo nella casella SUD un bello zero.

  • Dan Says:

    Proprio per questo ci voleva una squadra del centro-sud che potesse giocare non solo a Roma ma anche a L’Aquila, Benevento, Catania, Alghero e chi più ne ha più ne metta. D’altronde proprio il Munster esordisce a Cork quest’anno. Ma può il sogno di un ragazzino di Roma o dintorni essere quello di andare a giocare a Treviso? Mah…

  • Bruno Says:

    Condivido l’amarezza di Dan anche se Alessandro dice cose giuste. E’ ovvio che il “come” è stata gestita la questione Celtic Legue lascia l’amaro in bocca. Razionalmente comprendo che il fatto di concentrare le forze era una necessità del rugby italiano, ma tutto ciò andava, oltre che guidato con altri criteri, anche accompagnato da una riforma seria e credibile di tutto il movimento. Nei paesi dove è adottato il metodo delle franchigie infatti, c’è un sistema piramidale ma stratificato che coinvolge tutti, mentre qui l’italia rugbystica è stata semplicemente divisa in due in modo verticale, facendo coincidere, quel che è peggio, le due realtà (professionistica e semi) con una divisione anche geografica. Senza contare che le tante, troppe inefficienze dimostrate da questa dirigenza federale, fanno di fatto da ulteriore elemento di distacco verso le due rappresentanti italiane. Da ultimo poi il fatto che, stando così le cose in termini di diffusione capillare, tanto quantitativa quanto qualitativa del nostro rugby di base che sembra vieppiù lasciato al proprio destino, la nostra partecipazione in celtic league rischia di tramutarsi soltanto in un fenomeno effimero e senza futuro se non ci si preoccupa di alimentare il ricambio (discorso identico per la nazionale). Temo purtroppo che, per interessi particolari, ci si sia affrettati a mettere a posto il salotto buono, anzi, l’attico, ma le fondamenta della casa stanno scricchiolando paurosamente nel frattempo.

    Abbiamo comunque, ancor più adesso, il dovere di aiutare il rugby romano a guadagnarsi forza e credibilità, così come spero che si adottino anche politiche locali atte ad una maggiore diffusione del rugby a roma, città che, che col potenziale che si ritrova, deve trovare al proprio interno quelle risorse politiche, imprenditoriali e di informazione che servono al nostro movimento.
    Insomma, va bene dare addosso alla federazione (ed io mi associo eccome), ma anche qui a Roma sono stati commessi tanti errori. Vediamo di rimboccarci le maniche adesso e darci una struttura più professionale. Servirà tanto a Roma quanto al rugby italiano, specialmente quello del centro-sud.
    Intanto iniziamo a riempire il tre fontane ben più di quanto visto finora. Portate amici e parenti, facciamo in modo che il rugby romano diventi anche appetibile per eventuali investitori e sponsors.

  • Salvatore Says:

    Salve, in questo momento più che mai mi sento in totale accordo sia con Dan che con Bruno: la Celtic non rappresenta, per come è stata gestita e per i veleni che sono venuti fuori, noi romani e tutti gli appassionati puri, sembra più un modo di trarre vantaggi per qualcuno sfruttando una sana passione.
    Non capisco l’atteggiamento della Fir che foraggia e non decide, anzi rema contro il campionato, come la discutibile scelta di giocare la domenica.
    Con tutto l’augurio che i giocatori di “interesse nazionale” possano trarre buone esperienze dal torneo a beneficio della Nazionale (che è l’interesse supremo) quest’anno rifarò l’abbonamento al 3 Fontane per tutta la famiglia, sperando in un futuro nella fusione di squadre romane per non disperdere spettatori e capitali e in una buona gestione, come per ultima quella della club house, riprendendo la nota di Bruno dei giorni precedenti: moglie e figlia vengono anche in vista di un pranzo, di un punto d’incontro … ancora una partita nelle condizioni di sabato scorso e mi ci mandano (alla partita).
    Pensate se facciamo più spettatori del Monigo
    scusate se ho annoiato

  • Luca Says:

    Anche io sono totalmente d’accordo con Dan, Bruno e successivamente con Salvatore. In più sinceramente, caro Alessandro, proprio non ce la faccio a sostenere l’avventura “italiana” (padana?) in CL; sicuramente non sosterrò MAI gli Aironi. Treviso gode della mia modestissima stima per quello che ha fatto e che continua a fare soprattutto per lo sviluppo del rugby in Italia (solo per fare due esempi: il progetto “Rugby di Marca” e il “Trofeo Topolino”… i vivai e i giovani sono la linfa vitale del nostro movimento) ma gli Aironi proprio NO. Sono stati scritti fiumi di parole in merito alla questione CL dunque mi asterrò dal ripetere cose già note. Cose che sono chiarissime a tutti, tifosi e addetti ai lavori, ma a quanto pare non alla dirigenza della federazione. Spero di sbagliarmi e di non dover raccogliere troppi cocci tra qualche anno.
    Chiudo con una piccola nota superficiale ma non polemica; è solo una considerazione. Ho visto la formazione degli Aironi e noto con disappunto che si seguono le orme di Viadana (capofila della franchigia). A parte la maggioranza di stranieri\equiparati schierati in campo (8/15), in un ruolo chiave e importante ai fini della nazionale, come quello del mediano di apertura, schierano titolare dal primo minuto Mercier. Una giovane promessa come Benettin è in panchina. Sono decenni che non produciamo un’apertura di livello internazionale (San Dominguez non era di formazione italiana). Se l’interesse supremo, come giustamente scrive Salvatore, a cui tutti gli altri club sono stati sacrificati, è quello di far crescere i giovani di “interesse nazionale”… iniziamo bene. Se non li buttano nella mischia contro squadre di alto livello quando lo faranno? Contro il Connacht o il Newport? Dubito. Capisco che è solo la prima partita, contro un super avversario e c’è tutta la voglia di fare bella figura, ma già nutro i miei dubbi. Viadana ha sempre avuto poca dimestichezza con i giovani ma anche con i senior principalmente se italiani. I giovani devono abituarsi alla pressione di questi grandi incontri. Devono sentire le farfalle nello stomaco e guadagnare fiducia in se stessi altrimenti cosa accadrà quando scenderanno in campo a Twickenhan o al Millennium? Vedremo nelle prossime partite con la speranza, come sempre, di essere smentito. Prima di inviare questo messaggio ho letto la formazione del Treviso. All’apertura dal primo minuto? Khristopher Burton! Sarà anche un giocatore non di formazione italiana però almeno lui è stato e mi auguro potrà esserlo di nuovo, un nazionale. Aspettando un numero 10 TUTTO ITALIANO grido FORZA TREVISO.

  • Alessandro Says:

    @Salvatore
    Temo che per la club house dovrete aspettare ancora un poco, ci sono tempi tecnici per la riapertura che fanno pensare ad ottobre.

    @Tutti

    Fermo restando che condivido tutte le critiche da voi riportate e che sapete essere state oggetto dei miei scritti, rimango dell’idea che i giocatori che vanno in campo devono essere sostenuti. Poi la politica verrà dopo e con essa le responsabilità che, prima o dopo, esigeranno un prezzo.

  • Simone Says:

    Io tiferò per le squadre italiane comunque, nonostante tutto, per il semplicissimo motivo che non ho l’abitudine di tifare per squadre straniere.

  • Federico Says:

    Io ritengo che un concentrare le due franchige partecipanti alla CL in meno di 200 km sia decisamente limitante soprattutto per quanto riguarda la crescita del movimento rugbystico nel centro-sud e la possibilità di aumentare il bacino di pubblico in questa zona.
    Tuttavia c’è da dire che la storia del rugby italiano è stata scritta (a parte poche eccezione come roma,catania,l’aquila) principalmente nel nord mentre l’avvento del nostro sport nel sud italia si deve quasi completamente ad una maggiore commercializzazione e visibilità avvenuta in questi ultimi anni. Capisco il disappunto degli appassionati di rugby ma non posso pensare a una partita di CL giocata ad Alghero! Dopotutto è un investimento..credo che ad Alghero non si potrebbe sperare in un pubblico superiore alle 1000-1500 unità, e dico Alghero ma potrei dire Bari, Reggio Calabria, Taranto e tante altre città del sud Italia.
    Ricordo che Treviso è una città che non raggiunge i 100000 abitanti e ieri ha riempito lo stadio di Monigo con 7000 spettatori.
    Non ritengo accettabili critiche nei confronti della scelta di treviso come una delle due franchige per rappresentare l’Italia.
    Chi non è mai stato in veneto non si può rendere conto della passione che esiste per il rugby, passione che purtroppo non si respira in nessun’altra regione d’italia.
    Il rugby veneto deve essere conosciuto, rispettato e imitato da tutti in Italia e fuori (tengo a sottolineare che non sono veneto).
    Escludere un territorio come il veneto da una competizione simile sarebbe stato semplicemente vergognoso e offensivo verso le migliaia di appassionati che hanno letteralmente portato questo sport in tutto il nostro paese. Ricordo che inizialmente le due franchige sarebbero dovute essere Pretoriani e Aironi.
    Per quanto riguarda gli stessi Aironi e la zona dell’emilia e della bassa lombarda si potrebbe fare, anche se un po’ ridimensionato ovviamente, lo stesso discorso.
    Ritengo che comunque sarebbe stato giusto e molto più equilibrato, oltre che proficuo e remunerativo, includere Roma a discapito degli Aironi.
    Io non conosco gli intrighi di palazzo orchestrati da Dondi e dai suoi bravi ma ritengo che ci sia un’altissima probabilità che il presidente tragga dei vantaggi personali dalla partecipazione degli Aironi alla CL.
    Detto questo spero di non leggere più critiche insensate verso il rugby lombardo-veneto.
    La Lega c’entra tanto quanto c’entra quell’omino meschino sindaco della capitale che ha cercato in tutti i modi di riportare la franchigia a roma.
    Basta vittimismi da parte degli amici del sud per cortesia e basta insulti gratuiti a persone come Munari e a società come la Benetton Treviso che hanno un ruolo enorme nella crescita del rugby italiano.

  • Alessandro Says:

    @Federico

    Grazie per il tuo intervento.
    Sicuro che quando parli di critiche insensate al Nord non ti riferisci a qualcosa letto su questo blog, sono d’accordo al 90%con quello che scrivi. Le ultime righe del tuo pensiero mi sembrano troppo “tranchant” e vi leggo qualche superficialità, affrontare il discorso sarebbe lunghissimo ma preferisco concentrarmi sulla parte che condivido nello spirito costruttivo con cui guardo a questa nuova esperienza del rugby italiano, pur non condividendo molto di come viene condotta.
    Grazie e a presto!
    PS=ho sempre espresso giudizi e pronostici molto positivi per Benetton Treviso proprio perchè stimo molto il Munari dirigente.

  • Bruno Says:

    Condivido la stima per Munari e sono contento per la vittoria di Treviso. Diplomaticamente dirò che l’altra franchigia (aironi) mi è indifferente.

    E adesso concentriamoci sul rugby romano, per far sì che ci si trovi pronti nel caso lo scenario cambi. Chissà che i Praetorians non abbiano ancora un futuro, magari prima di quanto ci si aspetti. Ma i sogni vanno incoraggiati e costruiti. Ci vuole spirito positivo e combattivo. Rinnovo l’invito a sostenere con vigore e partecipazione le squadre romane, ognuno nel proprio ruolo e col proprio contributo. Per quanto mi riguarda, oltre al rinnovo dell’abbonamento, cercherò di coinvolgere amici e colleghi. A volte basta poco, magari una semplice locandina appesa nel vostro ufficio (cosa che mi appresto a fare, qui siamo in 600). C’è tanta gente che segue con interesse il sei nazioni e che non sà neanche dell’esistenza di un campionato nazionale.

    Più siamo, più interesse si genera intorno al rugby, maggiore è la possibilità di attirare investimenti e visibilità.

    Viva il rugby romano. Viva i Praetorians.

  • Dan Says:

    Non oso dubitare delle ottime qualità di Munari come team manager di Treviso, ma proprio questo fa sì che lo sviluppo della nazionale non possa essere in cima ai suoi pensieri. Continuo a sostenere, inoltre, che Benetton rappresenti solo Treviso, non tutto il Veneto. Se si fosse fatta una selezione di tutta la regione (ricordo ancora che era la proposta di Padova, Venezia e Rovigo) altro che 7000 spettatori!
    Onestamente non ho proprio la possibilità di seguire il campionato la domenica pomeriggio, grazie alla FIR!

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