Ripartire da Dunedin

Castrogiovanni, ariete azzurro Come quattro anni fa a S. Etienne l’Italia perde il decider match del suo mondiale e torna a casa ma stavolta i contenuti tecnici sono diversi. Molto più forti gli avversari di oggi dell’Irlanda rispetto alla Scozia di quattro anni fa, ma anche più forte l’Italia che Mallett lascia al suo successore, il francese Jacques Brunel. Il gruppo è saldo, anche se una nuova guida comporterà nuovi equilibri da costruire, a cominciare dal capitanato che andrebbe ridiscusso.

La squadra è più completa e dopo l’ingresso delle due squadre in Celtic League (che oggi si chiama Pro12) possiede più alternative con un drappello di giovani già rodati ai massimi livelli come Derbyshire, Cittadini, Sgarbi (ma perchè è sparito dal mondiale?), Semenzato, Barbieri, Benvenuti, Bocchino, Toniolatti, Gori e altri che rappresentano la nuova linfa azzurra.

Molti leader, a cominciare dal capitano Parisse e da Castrogiovanni, hanno altri anni davanti a loro consentendo un passaggio sereno verso il futuro immediato.

Semmai, da rivedere sono molte cose nella stanza dei bottoni, dallo staff della Nazionale in su.

Per il prossimo Sei Nazioni Brunel conserverà lo staff tecnico attuale ma c’è da giurare su diversi cambiamenti a breve, a cominciare dagli assistenti di attacco e difesa.

Salendo nella catena di comando dell’Italrugby sarà necessaria una regia efficace e disinteressata per coordinare finalmente il lavoro delle franchigie in Pro12 con gli interessi della Nazionale nominando un nuovo responsabile dell’Alto Livello che svolga questo lavoro con l’unico interesse di favorire lo sviluppo degli atleti di interesse.

Ieri a Dunedin si è chiuso un ciclo, Dondi dimostri di avere la forza per continuare a guidare l’Italrugby.


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