RWC 2011, L’Italia rifila quattro mete agli USA. Ora a Dunedin!

Castrogiovanni trascina l'Italia L’Italrugby strappa una vittoria fondamentale ai coraggiosi Stati Uniti battuti 27-10 grazie alle fatidiche quattro mete che garantiscono il punto di bonus, impresa che due settimane fa non era riuscita ai rivali dell’Irlanda. Così gli Azzurri guadagnano il diritto di andarsi a giocare l’ultimo turno della Pool C domenica prossima a Dunedin contro i Verdi di O’Driscoll come un vero e proprio spareggio per raggiungere i quarti di finale. Non è poco.

Le due vittorie con Russia e USA erano certe solo sulla carta e averle raggiunte con una buona sicurezza nel punteggio marcando 13 mete complessive è scontato solo dopo averlo fatto.

Lo dimostra anche la tendenza dominante di questa Rugby World Cup 2011 che ha visto assottigliarsi il divario tra le “grandi” e le “piccole” capaci di creare problemi agli avversari più blasonati.

Certo, l’analisi del match denota diversi errori ma è bene sottolineare che, se parliamo di rugby, l’Italia non è la Nuova Zelanda e che tutto quello che arriva costa fatica impegno e buone prestazioni.

Soprattutto contro gli USA è mancata la lucidità nella gestione di alcune situazioni, nelle quali il capitano Parisse avrebbe potuto operare scelte diverse.

Molto male la rimessa laterale che ha perduto ben cinque palloni nonostante la presenza in campo di Van Zyl, 32enne sudafricano del Treviso naturalizzato in fretta e furia per fare il regista della touche.

A tratti insufficiente l’organizzazione difensiva, anche se gli Azzurri si sono immolati nel placcaggio a livello individuale.

Contro l‘Irlanda non basterà e sarà necessario tornare ad una difesa in avanzamento che sappia mangiare terreno e ossigeno ai playmaker avversari.

Per il resto il match è stato dominato soprattutto da Martin Castrogiovanni, nominato Man of the Match, oggi il miglior pilone del pianeta.

Castro ha guidato una mischia devastante alla vittoria segnando una meta capolavoro di coraggio e volontà, vedendosene annullare una dal TMO, e risultando determinante con 11 portate di palla, sette placcaggi e una serie infinita di spinte in mischia che hanno sbriciolato le mura del fortino a stelle e strisce.

Menzione d’onore anche per Mauro Bergamasco, autore di una straordinaria prova per vitalità, voglia e efficacia difensiva.

Il match si apre con la meta al 3′ di Parisse al centro dei pali che rifinisce un elegante drive azzurro ben guidato da Semenzato e Orquera.

Gli Azzurri lasciano giocare gli americani e Emerick sfonda al centro beffando Garcia, Canale e Orquera per spedire in meta Wyles al 17′.

Il pareggio scuote l’Italia che passa al 30′ con Orquera e allo scadere del primo tempo con Castrogiovanni.

Nel secondo tempo la mischia italiana piazza le tende nei 22 metri avversari e al 66′ l’arbitro Clancy, non sempre ineccepibile, decreta finalmente la meta tecnica per la manifesta superiorità di Castrogiovanni, Ghiraldini, Lo Cicero e Perugini, una prima linea da sogno.

Una prima linea da quarti di finale.

ITALIA – USA 27-10
Martedì 27 settembre, ore 8.30 – Trafalgar Park, Nelson
Italy:
15 Luke McLean, 14 Tommaso Benvenuti (54′ Giulio Toniolatti), 13 Gonzalo Canale, 12 Gonzalo Garcia, 11 Mirco Bergamasco (70′ Paul Derbyshire), 10 Luciano Orquera (70′ Riccardo Bocchino), 9 Fabio Semenzato (70′ Edoardo Gori), 8 Sergio Parisse (c), 7 Mauro Bergamasco, 6 Alessandro Zanni, 5 Cornelius van Zyl, 4 Quintin Geldenhuys, 3 Martin Castrogiovanni (72′ Salvatore Perugini), 2 Leonardo Ghiraldini (73′ Fabio Ongaro), 1 Salvatore Perugini (51′ Andrea Lo Cicero).
USA: 15 Chris Wyles, 14 Takudzwa Ngwenya, 13 Paul Emerick, 12 Andrew Suniula (46′ Blaine Scully), 11 James Paterson, 10 Roland Suniula, 9 Mike Petri (64′ Tim Usasz), 8 Nic Johnson (71′ Scott LaValla), 7 Todd Clever (c), 6 Louis Stanfill, 5 Hayden Smith, 4 John van der Giessen, 3 Matekitonga Moeakiola (8′ Shawn Pittman, 13′ Matekitonga Moeakiola 56′ Shawn Pittman), 2 Chris Biller (29′ Phil Thiel), 1 Mike MacDonald.
Arbitri: George Clancy; Wayne Barnes, Chris Pollock; Shaun Veldsman
Marcatori: 4′ m. Parisse tr. Bergamasco, 17′ m. Wyles tr. Wyles, 22′ cp. Bergamasco, 28′ cp. Wyles, 30′ m. Orquera, 40′ m. Castrogiovanni, 66′ m.t. Italia tr. Bergamasco,
Cartellini gialli: 59′ Stanfill


3 Responses to “RWC 2011, L’Italia rifila quattro mete agli USA. Ora a Dunedin!”

  • Maurizio Says:

    Le vittorie sono tutte belle e spero che gli Azzurri si siano rinfrancati, facendo molte mete, e possano cosi’ affrontare gli Irlandesi con maggiore consapevolezza. L’unica perplessita’ e’ sulla nosta difesa che mi sembra attendi troppo gli avversari che penetrano poi con troppa facilita’. Va bene che penetrando si isolano dai propri compagni pero’ spostano il gioco sul nostro territorio. Che ne dici Alessandro ?

  • Alessandro Says:

    Caro Maurizio,
    personalmente preferisco una linea difensiva avanzante, come a volte ci mostrano i nostri Azzurri. Mi risulta, dall’interno dello spogliatoio italiano, che lo staff non sia perfettamente concorde al riguardo e questa ambiguità si vede in campo. Speriamo che contro l’Irlanda i ragazzi riescano comunque ad essere efficaci.
    Grazie per l’intervento e a presto!

  • Bruno Says:

    Riflettevo sul fatto che finché basket e pallavolo in Italia continueranno a drenare potenziali seconde linee tra i giovani… come se i problemi endemici del nostro rugby non fossero abbastanza…

    Che dire per il match decisivo con l’Irlanda ?
    Alessandro ha, con precisione come al solito, evidenziato i punti chiave. Preoccupa la linea che non sale e una ritrovata fragilità in touche.
    Aggiungo (a mò di speranza) che, per quanto si dicesse che Russia e USA andavano comunque affrontate con la massima concentrazione, forse una certa rilassatezza c’è stata e la testa è sempre stata alla partita con l’Irlanda. Non abbiamo automatismi tali da concederci di girare al 60 o 70 % e controllare le partite, ma in fondo è dal giorno del sorteggio che si pensa ad una partita sola.
    In quanto all’Irlanda… non me l’aspettavo così. Il pack di Munster è in naturale declino (e le scoppole in Heineken Cup di questi ultimi due anni stanno lì ad evidenziarlo) ma in una partita singola questa gente può ancora far male, eccome. Se n’è accorta l’Australia e forse è stato anche un salutare campanello d’allarme per noi. Se l’Irlanda gioca con la stessa intensità servirà una ferocia agonistica ed una concentrazione come non mai per tutti 80 i minuti. Speriamo quindi che le amnesie di queste due partite non ci abbiano fatto troppo perdere il passo. I nostri pregi e difetti tecnici li conosciamo. Adesso è solo la testa che potrà fare la differenza.

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