IRB, per Lapasset un successo latino

Lapasset e Dondi Il francese Bernard Lapasset, presidente uscente, è stato eletto per il secondo mandato consecutivo nel ruolo di Chairman dell’International Rugby Board in occasione della riunione elettiva tenutasi a Los Angeles ( Stati Uniti), lunedì 12 dicembre. Lapasset ha superato nella votazione il vice-presidente uscente, l’inglese Bill Beaumont, conquistando quattordici dei ventisei voti del Consiglio alla prima tornata di voto.

Sono state invece necessarie tre tornate per assegnare la vice-presidenza dell’IRB a Oregan Hoskins, presidente della South African Rugby Union (SARU), che succede nel ruolo proprio a Beaumont.

Il Presidente della Federazione Italiana Rugby Giancarlo Dondi è stato confermato all’interno del Comitato Esecutivo dell’IRB, il massimo organo di governo del rugby mondiale.

L’Italia è un Paese rugbisticamente in costante crescita – ha spiegato  -  l’aver visto confermato un posto per il nostro movimento all’interno del Comitato Esecutivo del Board rappresenta il riconoscimento di questa nostra crescita ed una grande possibilità di contribuire allo sviluppo del nostro meraviglioso gioco all’interno ed all’esterno dei nostri confini.

Desidero rivolgere le più sentite congratulazioni a Bernard Lapasset per la rielezione a massimo dirigente del rugby mondiale e mi auguro di poter continuare a collaborare proficuamente con lui come avvenuto nell’ultimo quadriennio” .

 Dondi nelle prossime ore farà rientro in Italia per presiedere il Consiglio federale della FIR in programma giovedì 15 dicembre presso la sede dello Stadio Olimpico di Roma.

L’appoggio dell’Italia è stato fondamentale per Lapasset, da sempre convinto della bontà dell’idea di abbattere le frontiere ovali per poter allargare il mercato globale ovale.

Il ticket latino Lapasset-Dondi ha funzionato egregiamente riuscendo a battere le Unions celtiche e l’Inghilterra, avverse all’innovazione e all’allrgamento della platea, convinte come sono che uno splendido isolazionismo consentirebbe loro di riprendere in mano il timone del movimento mondiale.

Molto abile la mossa della vicepresidenza a Oregan Hoskins, sudafricano, che ha portato il gigante australe dalla parte giusta.

Più spazio, dunque ai nuovi marcati e ai paesi emergenti, tra i quali anche l’Italia che – a nostro avviso – può annoverare l’avvenimento tra i suoi successi politici.

Il nuovo esecutivo inizierà il proprio mandato l’1 gennaio del 2012.

La composizione del nuovo comitato esecutivo dell’IRB è la seguente:

Bernard Lapasset – Presidente (Francia)

Oregan Hoskins – vice presidente (Sudafrica)

Bill Beaumont (Inghilterra)

Tatsuzo Yabe (Giappone)

Giancarlo Dondi (Italia)

Peter McGrath (Australia)

Peter Boyle (Irlanda)

Graham Mourie (Nuova Zelanda)

Bob Latham (Stati Uniti d’America)


2 Responses to “IRB, per Lapasset un successo latino”

  • Bruno Says:

    Dondi dice che l’Italia è un paese rugbisticamente in costante crescita. Credo che a crescere, sotto la sua presidenza, sia stato solo il suo conto in banca.
    Nel frattempo apprendo che anche Venezia è al fallimento. L’ennesimo di una società di rugby in questi anni.
    La partecipazione in celtic league e le accademie, come da copione già scritto, stanno drenando risorse importanti a tutto il movimento. E i risultati ? La nazionale ha fallito l’accesso agli ottavi nel mondiale ed è terminata ultima nel sei nazioni. Come sempre. Treviso si barcamena così come ha sempre fatto e Viadana stà rimediando batosta dopo batosta. Le italiane in challenge cup sono carne da macello. Il campionato ha perso ogni interesse. I vivai si stanno assottigliando e tutto quel patrimonio potenziale che un decennio fà si era creato intorno al sei nazioni stà velocemente scomparendo. Le nostre under vengono regolarmente castigate dai pari età delle altre nazioni e questo dà anche l’idea del futuro che ci aspetta non appena la cospicua truppa degli oriundi che ci ha tenuto a galla inizierà a dare segni di cedimento. Ammesso poi che la nazionale sia per forza qualcosa nel nome del quale sacrificare tutto il resto. Ma senza base forte non può esserci nessun settore di punta a trainare il movimento, nazionale o franchigie che siano (che poi franchigie non sono… altra buffonata della fir).

    Ma se Dondi dice che và tutto bene…

  • Luca Says:

    Se chiedete all’oste com’è il vino, cosa vi risponderà?
    E’ il solito autocelebrarsi ma ormai si è vicini alla resa dei conti.
    Dondi non ha fatto altro che distruggere quello che di buono era stato creato nel passato. E’ in carica dal 1996. Gli anni ’80 per le nazionali minori e la fine degli anni ’90 per la maggiore, sono stati un periodo d’oro e i successi ottenuti ci hanno consentito di accedere all’Olimpo del rugby europeo: il Sei Nazioni (E NON PER MERITO SOLO SUO, MA DI MAURIZIO MONDELLI E DEI SUOI COLLABORATORI, LUI INCLUSO).
    Cosa è cambiato d’allora? Quali successi abbiamo ottenuto? Quali progressi sono stati fatti? Soprattutto in 10 anni di 6N?
    Una vittoria striminzita ogni 2 anni contro le solite squadre, quasi sempre in casa (e mai vittorie chiare, nette, ma sempre di “punticini” – vedi Scozia, Francia, Galles, Argentina, tranne una Scozia suicida che a Murrayfield ci regala 3 mete in 10 minuti). Per il resto? Il nulla. Un campionato allo sbando. Club storici in agonia, o morti e sepolti. Una Lega Rugby sparita. Le Accademie che entrano in competizione con i club. Certo la colpa non sarà tutta la sua, ma qual è il compito principale di una federazione sportiva?
    E la cosa che più mi fa arrabbiare in questi giorni è che, con tutto il denaro dilapidato e sottratto al movimento italiano, hanno anche la faccia tosta di “sfruttare” il lavoro dei volontari…

    Ma se Dondi dice che va tutto bene…

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