Italia brutta ma vincente, bene così!

italiani in festa Una partita, mille errori, una storica vittoria (12-13 il risultato). Dopo la dignitosa sconfitta in Sudafrica, giocata solo in difesa, Mallett chiede ai suoi di cominciare a muovere il pallone. Il vento forte di Cordoba e gli impacci della mediana Picone-McLean rendono difficile la gestione dei tesori di possesso guadagnati da una mischia ancora a ottimi livelli, nonostante le assenze.


Argentina – Italia era annunciata come una battaglia di due dei pack e così è stato, e non solo dal punto di vista tecnico e fisico.

Tra gli Azzurri della mischia Nieto, Moreno, Rouyet, Dellapè e lo stesso capitan Parisse hanno conosciuto più le Ande degli Appennini e tra i Pumas il tallonatore Tejeda gioca da cinque anni in Super10.

Gli italiani mettono spesso in crisi i padroni di casa.

Il match si apre con due calci piazzati, al 3’ e al 7’, del “mago” Hernandez che punisce falli ingenui.

Poi gli Azzurri, guidati da un Parisse strepitoso e da un Garcia sempre efficace piantano le tende nei 22 metri avversari e vi rimangono per 11’, un guanto di sfida lanciato in faccia all’Argentina.

Purtroppo però l’Italia non concretizza il dominio territoriale finchè un “velo” di Mirco Bergamasco regala il possesso agli avversari sul più bello.

Sul capovolgimento un altro piazzato, questa volta di Bosch marca il 9-0.

L’Italia prova a giocare ma gli errori la frenano.

Prima dell’intervallo ancora Bosch al 34’ e, finalmente, Marcato al 37’ piazzano entrambi per il 12-3 che chiude la prima frazione.

Intanto l’arbitro commina, in ritardo, un giallo al falloso Gomez.

Al 50’ Marcato piazza ancora per il 12-6 ma intanto ne fallisce altri due.

La partita è brutta e gli Azzurri faticano a trovare il filo, ma nel finale il giallo a Roncero regala agli Azzurri 10’ in superiorità con i Pumas in affanno.

Sale in cattedra la mischia di Mallett, Nieto è un professore.

L’Argentina crolla sotto i colpi degli arieti italiani finchè Ghiraldini non schiaccia in meta.

La trasformazione di Marcato fissa la storica vittoria, 12-13!

ARGENTINA – ITALIA 12-13 (12-3)

Argentina: Stortoni; Borges, Bosch, Avramovic, Agulla; Hernandez (18′ pt. Senillosa), Vergallo; Leguizamon (17′ st. Campos), Galindo, Durand; Lozada, Carizza (36′ st. Stuart); Gomez (6′ st. Gambarini), Tejeda, Roncero (cap)

Italia: Marcato; Robertson, Bergamasco Mi., Garcia, Pratichetti M.; McLean, Picone (26′ st. Canavosio); Parisse S. (cap), Bergamasco Ma., Sole (18′ st. Zanni); Del Fava, Dellapè (24′ st. Reato); Nieto, Ongaro (31′ st. Ghiraldin), Rouyet (26′ st. Moreno)

Arbitro: Goddard (Australia)

Marcatori: p.t. 3′ cp Hernandez (3-0); 6′ cp. Hernandez (6-0); 19′ cp. Bosch (9-0); 33′ cp. Bosch (12-0); 36′ cp. Marcato (12-3), s.t. 9′ cp. Marcato (12-6); 40′ m. Ghiraldini tr. Marcato (12-13)

Note: gialli Dellapè (I), Gomez e Roncero (A); 45.000 spettatori circa


2 Responses to “Italia brutta ma vincente, bene così!”

  • Pino Zivi Says:

    Ieri in serata la nostra nazionale ha affrontato in trasferta a Cordoba i PUMAS, nazionale argentina. L’incontro con i terzi al mondo non poteva essere la massima espressione delle squadre in quanto sia da una parte che dall’altra numerose erano le assenze impontanti. In più ai PUMAS veniva a mancare al primo tempo, per infortunio, HERNANDEZ magico calciatore. Con queste prerogative la partita è stata secondo me scialba non esprimendo mai del buon rugby anzi facendo scadere il gioco in scaramucce continue di mischia che hanno comportato il record di punizioni assegnate dall’arbitro che proprio non poteva altro!! Al solito gli azzurri magici in mischia, anche se il pilone mancino è ancora da trovare, e improbabili nelle fanterie: discreta l’apertura, accettabili i centri…ma Robertson a che sport gioca? Sembra uno specialista del nascondino…ma qui volano schiaffi, quelli veri! Mi domando dell’utilità di proporre trasferte come queste che implicano spese e impegni importanti che però non producono crescite: cosa serve vincere una partia di un punto con una meta segnata per l’ennesima volta dalla mischia? Nei reparti d’attacco non vedo grosse migliorie solo un cambio di nomi che portano comunque a una nazionale con nomi di giocatori impronunciabili: non era diretiva della federazione imporre giocatori del vivaio nazionale? Buoni i due mediani di mischia, mi ha favorevolmente impressionato CANNAVOSIO che pensavo fosse ala dove aveva sempre giocato mediocramene, ma a mediano fa la differenza senza far rimpiangere PICONE che però è italiano!! Mallett adesso che le gite sono finite, lasciamo le lacrime dell’ultimo secondo e pensiamo a partite dove i giocatori siano nei propri ruoli e basta con questo cuore che salva sempre l’ITALIA all’ultimo calcio, vogliamo qualcosa d’altro visto l’impegno di tutto il movimento rugbystico nazionale.

  • alessandro fusco Says:

    Caro Pino, benvenuto e grazie per l’intervento. La tua analisi è, in larga parte, condivisibile. Non dobbiamo però essere troppo severi. Vero, la direttiva era quella di dare più spazio ai giocatori italiani e Mallett, per quanto possibile, lo ha fatto da quando guida l’Italia, basta vedere quanti giocatori U.25 sono andati in campo nell’ultimo Sei Nazioni. Ma è altrettanto vero che un allenatore deve essere pragmatico e ha un solo scopo, alla fine:vicere più partite possibile. Per questo, non si deve gridare allo scandalo se all’apertura gioca McLean,che almeno ha una nonna bresciana, quando gli All Blacks “rubano” in continuazione talenti a Tonga e Fiji, finchè i regolamenti lo consentono…Canavosio è, a mio parere, la possibilità più credibile per il n.9, mentre quanto al pilone sinistro, dimentichi che erano infortunati o indisponibili elementi del calibro di Castrogiovanni, che può giocare dalle due parti, Perugini, idem, e Lo Cicero. Per i piloni abbiamo l’imbarazzo della scelta. Godiamoci la vittoria senza dimenticare che la strada è lunga, grazie ancora e a presto!

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