Il giorno di Marcato

Andrea Marcato è pronto. Non ha più voglia di aspettare. Dopo tante illusioni e altrettante porte sbattute in faccia vuole prendersi il suo momento. A 25 anni si sente maturo per convincere quelli che ancora non ci credono. Nato e cresciuto nel Petrarca Padova è approdato da poco al Benetton Treviso per riuscire a decollare. Sedotto e abbandonato dalla Nazionale, gli tocca il Millenium Stadium come teatro del suo riscatto.


Già ragazzo prodigio nelle giovanili azzurre, un promettente mondiale U.21 in Scozia nel 2004 che gli era valso la stima di molti addetti ai lavori, ha sbattuto presto contro la realtà del rugby professionistico.

Indicato da molti come il futuro per il ruolo di mediano di apertura è stato convocato da Pierre Berbizier per il tour estivo del 2005 per non essere utilizzato in favore di Pez e Scanavacca.

Oggi, dopo aver messo insieme la miseria di 4 cap, gioca dal primo minuto da estremo:”Direi una bugia se non dicessi che la n.10 è la maglia che preferisco, ma darò tutto da estremo come mi ha chiesto Mallett.”

Il ct lo schiera lì per necessità, inutile nasconderselo:”Certo, l’infortunio a Bortolussi ha complicato le cose ma per me l’importante è giocare.

La squadra ha bisogno di un calciatore e io sono pronto.”

In campo, lo aiuterà la presenza di Simon Picone, suo compagno nel Treviso:”Simon ed io giochiamo insieme da quando eravamo ragazzini, per me è importante vederlo in campo.

Anche se non saremo vicinissimi ci aiuteremo a vicenda.”

Il momento è arrivato. Non si può più aspettare.

l’Italia ha bisogno del piede e della visione di gioco di Marcato come lui di dimostrare agli altri e a se stesso che chi non ci ha creduto ha sbagliato di grosso.


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