Italia, il giorno dopo. A Twickenham con Troncon?

Dopo la prima sconfitta subita nella giornata di apertura del RBS Sei Nazioni 2007 Pierre Berbizier ed i suoi uomini sono tornati nel quartier generale della Borghesiana a riordinare le idee in vista del prossimo, impegnativo match che li vedrà affrontare sabato prossimo l’Inghilterra sulla leggendaria erba di Twickenham (diretta tv su La7 a partire dalle 14).


I giocatori devono superare la delusione per la sconfitta in fretta, così come imposto dai ritmi del rugby professionistico, per poter analizzare lucidamente ciò che non ha funzionato ed evitare di ripetere gli stessi errori sabato al cospetto del redivivo Jonny Wilkinson, autore di una prova da leader che ha trascinato l’Inghilterra dal possibile inferno ad una nuova alba dopo una crisi che aveva scosso il rugby anglosassone dalle fondamenta.

Certo la Scozia non ha costituito un ostacolo troppo difficile da superare, afflitta com’è da una crisi di gioco e risultati su cui pesano numerose assenze per infortunio, prima fra tutte quella del capitano Jason White, ancora più gravose per una rosa non ricchissima.

Anche sulla prova degli azzurri pesano gli infortuni che hanno falcidiato soprattutto alcuni ruoli, quelli di ala e di estremo.

In particolare, l’Italia non può contare su tre elementi come Ludovico Nitoglia, Pablo Canavosio e Marko Stanojevic che hanno rappresentato le frecce dell’attacco azzurro negli ultimi tempi.

Soprattutto Canavosio e Stanojevic, nello scorso Sei Nazioni il primo e nei test di novembre il secondo, si erano messi in luce in un ruolo importante per la fase offensiva.

La prova di Dallan, insufficiente per sua stessa ammissione:”Vorrei rigiocare la partita, ho fatto almeno tre errori determinanti”, ha provocato rimpianti per gli assenti.

Nel ruolo di estremo poi, da sempre delicato e scarso per alternative per il rugby azzurro, l’acquisto recente di Bortolussi aveva risolto un problema annoso.

Il suo infortunio sembra quello più difficile cui ovviare, anche se De Marigny non ha particolari colpe avendo dato ciò che può.

Certamente Masi, il tre-quarti più in vista del rugby azzurro, sembra troppo emarginato dal gioco quando schierato all’ala, mentre la sua potenza e le sue linee di corsa potrebbero garantire maggiore efficacia se schierato da centro, il suo ruolo naturale.

Ma il problema chiave in azzurro appare essere la mediana.

Considerato che Scanavacca sembra aver bisogno di un esorcismo per la sfortuna che lo perseguita quando indossa la maglia azzurra, appare arrivato il momento di dare una chance al rientro di Troncon, molto più rapido dell’involuto Griffen nell’alimentare il gioco e nell’estrarre l’ovale dai breakdown.

Sorprendentemente anche gli avanti, punto di forza della banda-Berbizier, sono mancati all’appuntamento con i galletti di Laporte.

Le statistiche parlano di sole due mischie vinte e a Twickenham la vivacità di Lo Cicero e la forza di Castrogiovanni potrebbero trovare spazio.

Il risultato positivo sabato c’è comunque stato ed è quello che riguarda l’interesse crescente attorno alle partite dell’Italia in un momento terribile per lo sport italiano.

Un dato su tutti è quello che riguarda gli ascolti per la diretta di La7: 6,8% di share di media con 891.000 spettatori, un picco del 7,18% dello share con 1.150.000 spettatori.

Il rugby italiano continua a crescere, nonostante i risultati.


3 Responses to “Italia, il giorno dopo. A Twickenham con Troncon?”

  • Franco Says:

    Ciao Sandro,

    concordo con la tua analisi ma dissento sul discorso infortuni.
    la sterilita’ offensiva vista sabato non e’ causata dagli infortuni di ali ed estremi, ma deriva da una grave mancanza strutturale di gioco.
    Dopo 15 minuti di occasioni fallite in cui un parziale 11-0 ( 2 calci e una meta mancati) non era affatto utopia, L Italia e’ sparita dal campo, con poche idee e confuse.Linee di trequarti senza profondita’, nessuna iniziativa del pack con miniruck o guadagni metro per metro, solo individualismi suicidi cha hanno cozzato sul muro difensivo costruito dai galletti.

    Ad alcuni e’ mancato anche il cuore, soprattuto a quelli in cui il sangue che scorreva non e’ proprio italico ( Sole Nieto De Marigny)
    e questo ha lasciato un grande senso di amarezza.

    L emblema della partita secondo me e’ l immagine di capitan Bortolami che ,a 20 minuti dalla fine,in posizione defilata di ala sotto la tribuna scoperta, reclamava il calcio di precisione per una meta alla Cohen o Howlett.Rimaneva li per diverse fasi,isolato da tutti , troppo lontano per essere visto,lasciando un paio di minuti la squadra in 14.

    Disperazione per l impossibilita’ di conquistare terreno in modo canonico…veramente patetico.

    L interrogativo di tutti e’: come ha fatto il 15 italiano a regredire cosi tanto? come mai una squadra che regge botta in tutto il 6 nazioni 2006, demolisce facilmente le squadre di serie B ( portogallo e russia), sfiora imprese storiche con australia a Novembre, gioca la sua peggior partita degli ultimi 2 anni con soli 3 punti segnati?

    Risolto questo mistero secondo me e la cosa piu importante.
    Poi uno Stanojevic invece di Dallan puo dare un valore aggiunto, ma la qualificazione mondiale passa per un cambiamento strutturale forte, una reazione collettiva e una mentalita’ vincente.

    Non come quella che ti fa piazzare un calcio di punizione a 5 metri dalla meta, dopo quell inizio furibondo.

  • alessandro fusco Says:

    Caro Franco,
    grazie per l’intervento articolato e circostanziato. Non volevo individuare nelle assenze il punto fondamentale dei problemi dell’Italia, ma certo per un organico come quello azzurro la mancanza di tre ali o dell’unico estremo decente prodotto negli ultimi 5-8 anni si sente, eccome. Certo, sono d’accordo su le altre mancanze, ma è chiaro che in un confronto con la n.2 del ranking mondiale non concretizzare le opportunità costruite nei primi 15′ e regalare subito dopo una meta da situazione di possesso in attacco è un suicidio. A quel punto l’inerzia del match non può tornare nelle mani della squadra più debole, ma verrà gestita dalla più forte e lucida come in effetti è avvenuto. A quel punto la mancanza di leadership dell’Italia è venuta fuori come già in passato spingendo gli italiani a sterili iniziative personali per definizione perdenti. Sembra che Matteo Pratichetti abbia fornito un’ottima prova contro i Saxons, sarebbe bello vedere la sua irruenza giovanile sull’erba di Twickenham, così come al posto di un Griffen che mette tutti in difficoltà con la sua lentezza vorrei vedere la rabbia e la lucidità di Troncon, vedremo. L’importante è non drammatizzare e continuare a lavorare vivendo il torneo partita per partita.
    Grazie ancora, a presto!

  • Giampiero Mazzi Says:

    Risultati dal 2000 ad oggi…

    2000: France vs Italy : 42-31 (-11)
    2001: Italy vs France : 19-30 (-11)
    2002: France vs Italy : 32-12 (-20)
    2003: Italy vs France : 27-53 (-26)
    2004: France vs Italy : 25-00 (-25)
    2005: Italy vs France : 13-56 (-43)
    2006: France vs Italy : 37-12 (-25)
    2007: Italy vs France : 3-39 (-36)

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