Croke Park, la storia

Domani gli Azzurri udiranno il suono del bodhràn, il tamburo di guerra dei celti, sugli spalti del Croke Park, lo stadio da 82.500 posti teatro del match di apertura del Sei Nazioni 2008. Il “Croker”, come viene chiamato, è un posto speciale per gli irlandesi. Costruito per ospitare gli sport gaelici, il calcio gaelico, l’hurling e il camogie, la sua versione femminile, il Croke Park è anche la sede della Gaelic Athletic Association(GAA) e, nel tempo, è divenuto un vero tempio della tradizione e dei costumi irlandesi.


Ma un giorno il tempio venne violato.

Il 21 novembre 1920 era domenica e al “Croker” c’era il tutto esaurito per la partita di calcio gaelico Dublino –Tipperary.

Il giorno precedente in un attentato da parte dei patrioti di Michael Collins erano morti 13 poliziotti, vittime della guerra per l’indipendenza dell’Irlanda.

Durante la partita la Polizia Ausiliaria del Regno Unito entrò in campo è sparò sulla folla uccidendo 13 irlandesi, tra i quali il capitano del Tipperary, Michael Hogan al quale venne intitolata una tribuna dello stadio.

Quella domenica passò alla storia come “Bloody Sunday” e gli irlandesi giurarono che nessuno sport britannico, come rugby e calcio, sarebbe mai entrato al Croke Park.

Ma i tempi cambiano e, in occasione dei lavori al vecchio Lansdowne Road, questa regola venne modificata e lo scorso anno il rugby assaggiò l’erba del “Croker”.

Per la partita contro l’Inghilterra lo stadio era strapieno e il popolo irlandese diede la sua lezione al mondo cantando a squarciagola “Ireland’s call” e salutando con un applauso lungo due minuti “God save the Queen”.

Questa è la gente del rugby e questa è una delle storie del Sei Nazioni.


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