RWC ‘ 07, arrivederci Azzurri

la meta di Tronky“Il momento migliore della partita? Il fischio finale!” Il commento del ct scozzese Frank Hadden fotografa bene il livello tecnico di Italia-Scozia. Quello che il coach degli Highlanders ha dimenticato di dire è che, tra le due squadre in campo, quella che ha dimenticato di giocare a rugby è stata proprio la sua. Gli uomini del cardo hanno giocato consapevoli di essere inferiori agli Azzurri in molti fondamentali e, cinicamente, hanno portato lo sviluppo del match sui propri, pochi, punti forti.


Del resto, anche questa è maturità, la capacità di interpretare le partite.

Proprio una delle cose che è sempre mancata agli Azzurri, anche nei momenti migliori.

Dopo la meta di Troncon, andati in vantaggio, gli italiani avevano l’inerzia del match a loro favore.

In quella fase, in due occasioni l’Italia ha costruito limpide azioni da meta concretizzandone nessuna.

Una volta per uno sciagurato passaggio in avanti di Canale, ancora deludente, che avrebbe potuto lanciare Robertson verso la terra promessa.

La seconda per un errore nella trasmissione del pallone dopo un break di Mirco Bergamasco.

Avrebbero potuto uccidere il match, hanno rilanciato la Scozia sparagnina e calcolatrice.

Nel kicking game lor sono più forti, le incertezze di Pez hanno fatto il resto.

Peccato perchè la prestazione degli avanti, quella di Parisse in particolare, di nuovo ai suoi livelli, e quelle di Bortolussi e Masi sono state all’altezza della situazione.

Nonostante gli errori, sarebbe bastato un pizzico di fortuna sull’ultimo calcio di punizione di Bortolussi, uscito di 15 cm. a 3’ dalla fine, per vincere.

Ma questa squadra ha molto da dare.

Presto verrà annunciato il nuovo ct, probabilmente Nick Mallett, il più “francese” dei sudafricani.

Due scudetti vinti con lo Stade Francais dei Bergamasco nel 2003 e nel 2004, Mallett potrebbe affidare il capitanato proprio a Mauro, un leone l’altra sera.

Nella notte dell’addio di Troncon, due note.

Una, bellissima, dedicata ai 12000 appassionati italiani che hanno colorato di azzurro la notte di S. Etienne.

L’altra per la totale assenza di rappresentanti del Governo l’altra sera.

Se ne ricordino ministri e ministre di turno quando ci sarà da fare passerella per le future vittorie degli Azzurri che probabilmente arriveranno, certamente non grazie al loro sostegno.


4 Responses to “RWC ‘ 07, arrivederci Azzurri”

  • Alessio Says:

    Il carro dei vincitori è sempre affollatissimo, quello dei perdenti desolatamente vuoto. Se si vince il merito è di tutti, se si perde la colpa è di uno solo: meno male che aveva già annunciato il suo addio, altrimenti non oso immaginare cosa sarebbe successo al suo ritorno…

  • damiano Says:

    Bene il sogno è finito, ma un altro ancora piu bello sta per cominciare. Di certo il favore che ha riscontrato a livello di pubblico fa pensare. Mi aspetto un gran sei nazioni non solo a livello di gioco, anche se lo spero,ma sopratutto a livello di pubblico, di atmosmera goliardica, che solo il rugby sa dare. Già pronto per la trasferta in Irlanda e in attesa dei biglietti per le partite,sono sicuro che c’è tanta altra gente in attesa come me, sperando che il buon Veltroni non ci rovini la festa posticipando ancora i lavori al Flaminio. Quindi forza rialziamo la testa appaludiamo i nostri giocatori che ad ogni partita ci fanno sognare, arrabbiare, piangere e giore.
    Forza Azzuri che l’Italia s’è desta per un grande gruppo come voi.
    P.s. Se i ministri e le autorità ci snobbano meglio quando si presenteranno alle partite noi faremo lo stesso e mi auguro di non leggere sui i giornali loro commenti o avvisi della loro presenza allo stadio

  • Francesco Says:

    Non commettiamo l’errore di pensare che fosse la partita della vita, o lo fosse solo per l’Italia : lo era molto di più per la Scozia.
    Certo, abbiamo mancato un’occasione ghiotta.
    L’inerzia storica è comunque dalla nostra parte, non perché siamo più belli, ma perché la popolazione italiana è molto più numerosa di quella gallese o scozzese ed i mezzi fisici di vari giocatori italiani DOP sono notevoli (da Zanni in poi).
    Bisogna pazientare e costruire, sperando che Mallet non commetta l’errore proprio dei coach dell’emisfero sud, ossia dimenticarsi che siamo Latini.
    Quanto ai numeri, sono tali da convincere anche i più distratti che oramai il rugby è un fenomeno culturale non di nicchia.
    Che i politici lo sappiano o no, se ne accorgeranno

  • Pino Says:

    Tutto vero, fenomeno culturale, politico, ottimo veicolo sociale per sanare periferie e gioventù difficili… Però una domanda: il movimento sa o fa finta di non sapere che un giovane che gioca questo sport è prorietà della società per la quale è tesserato ma il genitore paga rette annue (medie di €300) e partecipa attivamente e constantemente alla vita sportiva del figlio, vedi accompagnarlo alle trasferte con i ppropri mezzi. Mi domandola Federazione è al corrente di tutto ciò? Il presidente oltre a lamentarsi che a Roma gli spalti non sono colmi come lui vorrebbe si è maiu preoccupato di abbassare il costo dei biglietti? Penso che il movimento del rugby si debba preoccupoare di questi aspetti, perchè sarà proprio la base a far si che la rappresentanza nazionale dei rugbysti sia valida e sempre più NAZIONALE senza equiparati e/ oriundi…

Leave a Reply