Con tre mete di Pratichetti gli azzurri domano i Los Teros

Le prove tecniche per il mondiale di settembre cominciano con una vittoria e non poteva essere altrimenti, vista la differenza tra Italia e Uruguay. Il 5-29 con il quale la squadra, largamente sperimentale, messa in campo da Pierre Berbizier ha superato Los Teros a Montevideo racconta di un match che ha mostrato l’orgoglio, ancorché frenato da evidenti lacune tecniche, dei padroni di casa al cospetto di un’Italia i cui automatismi hanno risentito delle numerose novità.


Difficile valutare in questo contesto le prove dei debuttanti assoluti Patrizio e Burton, anche se il secondo ha fatto vedere un calcio potente e preciso e una buona disposizione agli inserimenti in attacco.

La partita è cominciata con gli azzurri in avanti e già al 3’ Lo Cicero e compagni avevano l’opportunità di marcare punti per una punizione ai 22 metri avversari ma decidevano per la touche.

Gli sviluppi della rimessa laterale producevano un drive prolungato ma sterile da parte degli azzurri che perdevano il possesso dell’ovale calciato da De Marigny per Pratichetti.

Al 13’ nella stessa situazione Lo Cicero decideva per il calcio in mezzo ai pali:Burton non si faceva pregare e bagnava il suo primo cap azzurro con il 3-0 che sbloccava il risultato.

Da qui in avanti la prima frazione si srotolava tra la difficoltà di dare qualità al possesso da parte dell’Italia e la capacità di creare difficoltà da parte degli uruguagi in mischia chiusa.

Proprio in questo fondamentale i padroni di casa, che risentono positivamente della vicinanza dei maestri argentini, riuscivano a dare il meglio con Lo Cicero, Festuccia e Staibano che avevano i loro problemi per venirne a capo.

Solo poco prima dell’intervallo l’Italia riusciva a costruire una buona struttura di gioco che fruttava la prima meta di Pratichetti.

Da un maul in avanzamento Griffen attivava De Marigny che era abile a servire Robertson inserito tra i due centri.

Le linee di corsa di Stoica e Patrizio ingannavano la difesa avversaria e il long-pass di Robertson lanciava Pratichetti in meta.

Sull’8-0 l’arbitro Debney mandava tutti negli spogliatoi, dove certamente Berbizier provava a mettere a posto le cose.

I risultati si vedevano subito all’inizio della ripresa che vedeva il gioco degli azzurri fluire con maggiore efficacia nei primi 10’.

Era sufficiente per costruire altre due mete dello stesso Pratichetti che viveva così la sua giornata di gloria mettendo a segno la prima tripletta con la nazionale.

Al 42’ Griffen era bravo a tornare dalla parte chiusa dopo un insistito drive sotto i pali avversari.

Per Pratichetti era un gioco da ragazzi rompere due placcaggi approssimativi degli avversari e depositare in meta che, trasformata da Burton, fruttava lo 0-15.

Ancora pochi minuti e un’altra bella azione portata al largo dalla mediana azzurra permetteva un felice inserimento di Burton.

Il n.15 era abile ad innescare la corsa lungo l’out di Matteo Pratichetti.

Il giovane romano riusciva a planare in area di meta per la terza segnatura personale nonostante il disperato tentativo di placcaggio dell’estremo avversario che ne subiva la maggiore potenza fisica, la trasformazione di Burton fissava lo 0-22.

A questo punto i diversi cambi operati da Berbizier e la ruggine di alcuni azzurri che hanno terminato il Super10 da qualche settimana riportava il match sui binari iniziali.

Una meta per parte, di Aracena per l’Uruguay e di Aguero per l’Italia definivano lo score finale sul 5-29.

L’appuntamento è per sabato prossimo a Mendoza dove l’Argentina costituirà un test ben più impegnativo per gli azzurri.


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