Un pieno di promesse

ITALIA-SCOZIA Il 2012 che ci saluta non lascerà grandi rimpianti nel mondo del rugby che, anzi, si concentra volentieri su un 2013 pieno di promesse. L’anno appena trascorso ha risentito della consueta e fisiologica “riflessione” successiva alla Rugby World Cup (giocata nell’ottobre del 2011 in Nuova Zelanda e vinta – finalmente – dai padroni di casa), un evento di tale portata – ormai il terzo al mondo per movimento complessivo di interessi economici e sportivi dopo Olimpiadi e Coppa del Mondo di calcio – che costituisce una vera scorpacciata, impossibile non rimanere sazi.

Tuttavia anche il 2012 di cose ne ha sancite parecchie e molto interessanti sia a livello internazionale, sia per l’Italia.

Anzi, a dire il vero l’Italia, insieme con l’Argentina ammessa per la prima volta al Rugby Championship (con All Blacks, Sudafrica e Australia), può essere considerata per molti motivi una delle nuove frontiere del mondo ovale.

Proprio il rugby italiano, in questo campo, ha fatto molto con il trasferimento del Sei Nazioni e di alcune altre partite dell’Italrugby allo Stadio Olimpico di Roma, tutte coronate da faraonici sold-out.

L’anno che ci sta salutando è quello che rimarrà nella storia del rugby italiano per le due partite dell’RBS Sei Nazioni 2012 contro Inghilterra e Scozia, più per i risultati raggiunti in termini di capacità organizzative e di pubblico che per quelli sportivi, comunque importanti.

Nella prima a febbraio contro l’Inghilterra gli azzurri in campo fallirono la vittoria per un soffio ma la grande protagonista fu la neve, caduta su Roma nei giorni precedenti e il giorno stesso del match come mai prima di allora.

Con lo stadio Olimpico in sold out oltre 53.000 spettatori riuscirono comunque a raggiungere il Foro Italico grazie allo sforzo congiunto di Roma Capitale, della CONI Servizi e della Federugby consentendo il regolare svolgimento del match in una atmosfera resa unica e indimenticabile dalla neve.

Se si considera che la sera dello stesso giorno a Parigi venne rinviata Francia-Irlanda con 75.000 spettatori già seduti nello stadio a causa del gelo che, a detta degli organizzatori, non permetteva di disputare la partita si ha l’idea di quale successo organizzativo si colse quel giorno.

Si spiega anche così la lettera che la Six Nations Ltd., la società che gestisce il prestigioso torneo, inviò alla Federugby e al sindaco Gianni Alemanno per ringraziare Roma e l’Italia per l’efficienza dimostrata, non capita spesso.

Poi il secondo appuntamento, quello di Italia-Scozia in una assolata giornata di marzo.

Tempo splendido, Villaggio Terzo Tempo preso d’assalto da 74.000 spettatori entusiasti che regalarono poi un Olimpico straordinario per la vittoria di Parisse e compagni sugli Highlanders, ancora un successo clamoroso per tutto il movimento italiano.

Un fortunato episodio? Una casualità irripetibile? A smentire queste ipotesi lo scorso 17 novembre è arrivato il Cariparma Test Match Italia – Nuova Zelanda che ha registrato oltre 74.000 spettatori paganti, sfondando il tetto dei 2 milioni di incasso al botteghino e registrando l’ennesimo successo per l’Area Terzo Tempo nella cornice unica del Parco del Foro Italico.

Tutto questo ha proiettato il rugby italiano tra le realtà più interessanti del pianeta ovale, attirando l’attenzione dei vertici dell’International Rugby Board e di nuovi sponsor, attratti dall’incredibile successo di pubblico.

Ora la sfida – non facile – è mantenere questi standard e sperare che la squadra cresca nelle prestazioni come ha fatto nel 2012 : quattro vittorie (Canada, Usa, Scozia e Tonga) e prestazioni brillanti contro Australia e All Blacks.

Per l’Italrugby il 2013 potrebbe essere molto divertente.

 


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