Comunicato FIR:”No alla Celtic League”!

Giancarlo Dondi A margine della presentazione del Sei Nazioni si sparge con la stessa rapidità di un virus una notizia che potrebbe avere effetti devastanti per il movimento : non ci sarà l’ingresso di due squadre italiane nella Magners Celtic League. In serata la FIR ha emesso un comunicato in merito, di seguito il testo e relativo approfondimento:

La Federazione Italiana Rugby, dopo mesi di intense trattative e un accurato processo di revisione interna, comunica di trovarsi oggi nella condizione di dover interrompere ogni negoziato con il Board di Magners Celtic League relativamente all’ingresso di due entità sportive italiane a partire dall’edizione 2010/2011.

Tale decisione è stata assunta a seguito delle richieste di natura economica da ultimo avanzate dal Board stesso, e ritenute da FIR non accettabili sia per l’entità sia perché rivolte ad esclusivo beneficio delle sole selezioni già partecipanti alla competizione.

Ciò che più mi rincresce – ha dichiarato il Presidente federale Giancarlo Dondi – è che queste richieste siano emerse solo nella fase finale delle trattative. Nel caso fossimo stati messi preventivamente a conoscenza delle eccessive pretese economiche del Board di Magners avremmo evitato un lungo e laborioso percorso. Questa amara decisione, che deriva dal solo intento di preservare la dignità del rugby italiano, non può e non deve in nessun modo rappresentare un freno alla crescita del movimento rugbistico nel nostro Paese.
Se non si verificheranno ripensamenti da parte del Board celtico sono sicuro che, attraverso percorsi alternativi, riusciremo comunque a raggiungere i traguardi che con grande serietà e perseveranza ci siamo prefissati. Nei prossimi mesi lavoreremo con ancor maggiore intensità ed impegno per far sì che le competizioni nazionali possano essere sempre più formative per l’alto livello ed appetibili per gli sponsor ed il grande pubblico
”.

Il Board del campionato celtico ha inviato un ultimatum via fax di questo tenore : o la FIR garantisce tre milioni di euro attraverso uno sponsor e un contratto televisivo oppure per gli italiani la porta resta chiusa.

Negativa la risposta da parte della federazione guidata da Giancarlo Dondi ergo nessuna franchigia italiana si confronterà con il gotha celtico.

Qui si chiude una questione durata un anno e mezzo e costata molto in termini di credibilità.

La gestione del processo di scelta delle due realtà che avrebbero dovuto garantire il salto di qualità all’intero movimento ha destato diverse perplessità.

La prima votazione, a scrutinio segreto, vide prevalere il 18 luglio scorso Aironi del Po (Viadana, Parma, Colorno) e Praetoriani Roma Rugby, decisione che escludeva clamorosamente il Veneto dall’alto livello.

 L’estate si consumò nelle proteste cavalcate dalla Lega Nord e amplificate dalle gazzette padane, le prime a scagliarsi contro Roma in un confronto senza senso.

La FIR, esposta ai colpi della protesta, istituì due commissioni, tecnica ed economica, che offrirono il destro al Consiglio di votare di nuovo – opportunamente a scrutinio palese – per escludere i Praetoriani e riammettere Treviso targato Benetton.

Sono ancora in piedi due ricorsi da parte della franchigia romana ma ormai il no dei Celti rende tutto inutile.

E adesso?

La FIR aveva annunciato una riforma dei campionati sulla base dell’ingresso in Celtic League, a ciò erano seguiti gli abbandoni di Calvisano e Capitolina.

Difficile capire cosa accadrà ora del campionato italiano, ma certo è necessario un rilancio da parte della Federazione basato su investimenti, programmazione, più giocatori italiani in campo, meno stranieri e di maggiore qualità, così come indicato nel comunicato emesso in serata.

La sfida di fronte a Dondi  è aperta, gli obiettivi chiarissimi e l’urgenza conclamata,  ma quanto accaduto finora inibirebbe anche il più inguaribile degli ottimisti.


5 Responses to “Comunicato FIR:”No alla Celtic League”!”

  • luigi Says:

    Sono molto dispiaciuto..ma mi sembra il risultato di una gestione iniziata male e finita peggio….mah

  • Francesco Says:

    Raro esempio di disastro a tutto tondo. Perche’ se il costo per giocare con i Celti è inaccettabile (ma voglio vedere quanto reggerà eonomicamente la Magners) manca un qualsiasi progetto interno per far fare il salto di qualità al rugby italiano.
    Il risultato è un S10 da cui sono sparite varie squadre, un U20 da oggi le comiche, e qualcuno che si arrabatta qua e là.
    Non è che si possa nominare George Coste dittatore per un biennio ?

  • Bruno Says:

    Ennesimo fallimento e brutta figura della FIR.
    Dondi dice di aver interrotto le trattative soltanto per giocare d’anticipo ed evitare il NO celtico, nel tentativo di salvare la faccia. Nel frattempo ha pensato bene di distruggere il super10, di creare divisioni all’interno del movimento, di aver lasciato piccoli e grandi club (e relativi sposnsors) nell’incertezza. Quanto ancora dovremo sopportare questo personaggio ?

  • Gino Says:

    Ma come si poteva pensare di entrare in Celtic League quando nelle partite di Super-10 (cioe` teoricamente il massimo che le squadre italiane offrono!) la media e` di meno di 1.200 spettatori?

    E l’unica squadra che costantemente supera questo numero e` lontana dal giro delle candidate alla Celtic, ed e` pure terremotata?

    Ha ragione Bruno a dire che Dondi ha solo cercato di salvare la faccia dicendo lui no per primo, ma invece di perderla al 100% diciamo che l’ha persa solo al 90%.

    Bisogna ricostruire il rugby dal basso. Mandiamo i nostri ragazzini a giocare contro i pari eta` d’oltre confine, torneranno con i lividi ma avendo imparato qualcosa. Sara` molto piu` utile per il movimento di quanto lo sia stato mandare le nostre squadre di professionisti a prender mazzate nelle coppe europee.

    Ed evitiamo le scelte piu` o meno forzate di accorpamento delle squadre, come sarebbe accaduto per le “franchise” (che in italiano va tradotto con “concessionarie”) della Celtic League. In Galles accorpando dall’alto hanno fatto solo disastri. Difendiamo l’identita` delle nostre squadre locali! E` da li` che devono venire i giocatori (non dai consolati italiani)

  • M-URC Says:

    Se è vero che l’entrata in CL sarebbe servita per migliorare il nostro rugby e non solamente quello di Treviso e Viadana, mi chiedo come mai la FIR non abbia avuto le motivazioni giuste per investire 3 o 5 milioni di euro a stagione. Sicuramente migliorando i risultati, la nazionale avrebbe avuto più visibilità e questo aspetto avrebbe voluto dire più tesserati, più movimento ecc. D’altro canto, proprio la FIR richiedeva alle squadre partecipanti alla CL fidejussioni economiche di almeno 8 milioni di euro a stagione, per ognuna delle partecipanti. Tutto questo per dire che probabilmente la prima a non credere nel progetto CL era proprio la FIR. Mah.

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