Dopo la Capitolina cede anche Calvisano. La FIR gestisca la crisi

Ghiraldini, leader del pack La Capitolina aveva già preso la decisione. Basta con il finto professionismo, stop agli investimenti senza giustificazione, ripartiamo dalle basi in attesa che si compia il cambiamento. Più o meno, con modi e tempi diversi ma con la medesima sostanza, il massimo campionato italiano (chiamarlo Super10 suona sempre più come una beffa…) perde un altro pezzo molto importante. Con un comunicato comparso ieri sera sul proprio sito internet il Calvisano ha reso nota la decisione presa dal Consiglio di rinunciare alla massima serie.

Si chiederà alla FIR di partecipare al campionato di A2, cui già nell’ultima stagione aveva partecipato la seconda squadra, continuando l’attività giovanile e quella del centro di formazione.

Nel momento della resa, giunta per motivi economici legati alla crisi che ha colpito l’area industirale bresciana, va reso l’onore delle armi ad una dirigenza, storicamente guidata da Alfredo Gavazzi, che ha saputo creare un polo di assoluta eccellenza raggiungendo risultati di grande livello sia nei titoli che nello sviluppo di giocatori italiani, cosa che non possono vantare altre realtà e nonostante numerose difficoltà “politiche”. 

La rinuncia al campionato giunge appena dopo quella alla corsa alla Celtic League e potrebbe aprire scenari davvero inaspettati.

Se, da un lato, è davvero profonda e preoccupante la crisi in cui versa il rugby italiano di club, d’altro canto la stessa crisi potrebbe rappresentare una enorme opportunità di impostare un cambiamento radicale e davvero efficace, in grado di gettare le basi per l’ultimo salto di qualità che manca al movimento.

Tutto questo a patto che la FIR, finora spettatrice disattenta della rovina del massimo campionato – che potrebbe fare altre vittime -, decide di intervenire affiancando e sostenendo i club aiutandoli, come si addice al suo primario ruolo di servizio, ad uscire dal tunnel verso un futuro di sviluppo.


10 Responses to “Dopo la Capitolina cede anche Calvisano. La FIR gestisca la crisi”

  • Duccio (Rugby 1823) Says:

    La Fir deve intervenire, ma sarebbe bello lo facesse solo con i club che dimostrino, e abbiano dimostrato, di avere primariamente a cuore l’interesse sportivo e non quello economico. Il fallimento del Super 10 è il fallimento di dirigenze non all’altezza. La Fir salvi il rugby, ma non salvi chi l’ha ridotto così.

  • Alessandro Says:

    Io credo, Duccio, che al di là dell’operato FIR,che la svolta, ormai necessaria, non potrà essere indolore. Indipendentemente dalle responsabilità, le gestione senza giustificazione finanziaria vengono al pettine. Ora è necessario creare un vero livello professionistico (Celtic) e riportare la massima espressione del movimento di base (campionato italiano) alla sua reale dimensione semi-pro con costi contenuti e adatti alla realtà.
    Speriamo bene, a presto

  • M-URC Says:

    Avrò letto male io ma non mi sembra che Calvisano nel suo comunicato abbia rinunciato alla sua candidatura alla CL. Mi sbaglio?
    Comunque è stato un fulmine a ciel sereno, veramente inaspettato. Anche perche almeno da quello che ho letto, ci sono altre squadre su cui si vocifera per le cattive condizioni economiche, non certo Calvisano.
    A questo punto? Lazio o Noceto in Super10?
    Come dici tu Alessandro, non ci resta che sperare per il meglio.

  • Alessandro Says:

    In realtà la rinuncia alla CL era già stata annunciata qualche giorno prima. Ma la crisi di Calvisano era annunciata, almeno tra gli addetti ai lavori. A quanto ne so la Lazio potrebbe non essere disposta asostenere i costi di un Super10. Intanto, si dice che anche Parma fatica a reperire fondi, mentre la FIR non muove un dito…

  • M-URC Says:

    Alessandro, Calvisano perderebbe anche l’accesso alla Challenger Cup? E se si a questo punto chi ci andrebbe la 7° classificata? ROMA RUGBY?

  • Alessandro Says:

    Certo, il posto in Challenge Cup viene preso dalla settima classificata,dunque, spetta alla Rugby Roma. Ciò apre scenari inaspettati fino a poche ore fa, anche in ottica Celtic League, nel senso che ora il processo di sviluppo della squadra romana, colonna della franchigia Praetoriani, potrebbe subire una accelerazione.
    A breve nuovi sviluppi

  • Simone Says:

    Non è per campanilismo ma secondo me la scena emergente attuale è Roma. L’URC che anni fa sposò la linea un po’ megalomane del “finto professionismo”, come argutamente lo chiama il giornalista, possiede una invidiabile struttura societaria e sportiva e la Lazio ha una base abbastanza larga (vice campioni U19). Se passassero i Pretoriani in Celtic e si creasse una realtà Super10 (Lazio?)con molti italiani?

  • Alessandro Says:

    Caro Simone, sono d’accorod sul fatto da te sottolineato. Roma è, allo stato, certamente lo scenario più interessante in questo momento. Pur tra molte difficoltà, il rugby va verso una definizione più netta, da una parte il professionismo “vero”, dall’altro la base con i campionati riformati. In questo quadro, Roma assume una importanza fondamentale. Da sempre è uno dei vivai d’Italia più importanti insieme con il Veneto e L’Aquila, la tradizione delle sue società è indubbia e il bacino commerciale in Italia non ha uguali. Per questo Roma assume una importanza fondamentale nel cambiamento, a patto che si continui a lavorare nel modo giusto. A presto

  • Barumbabee Says:

    Ho letto di alcuni trasferimenti di mercato tra le varie squadre e mi sembra che fino ad ora nessuno degli atleti della Capitolina sia passato alla Rugby Roma, mentre parrebbe che in molti abbiano scelto di passare al Rovigo e a L’Aquila. Se per gli ultimi può valere il discorso di ritrovare Mascioletti come allenatore, secondo te a cosa è riconducibile la scelta per gli altri di Rovigo rispetto alla RR? Solo ingaggi migliori?

  • M-URC Says:

    Per ora credo che solo il mediano di apertura Myring sia passato o sia in procinto di passare alla RR. Dovendo fare però anche la Challenge Cup la RR debba rivedere un po il suo mercato cercando di acquisire alcuni giocatori della Capitolina

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