Dopo la prima sconfitta in 16 mesi, la Capitolina riflette

Per l’Almaviva Capitolina, dopo il 7-28 con il Calvisano, è il momento della riflessione.

Esaurita la sbornia della promozione, l’euforia dell’esordio in Super10 sul prato prestigioso del Flaminio, ecco il duro impatto con la realtà di un torneo che si dimostra molto lontana da quella della serie inferiore.

Emblematiche le parole del coach Mascioletti:”Siamo scesi in campo bloccati dall’emozione. Abbiamo commesso molti errori, io per primo. Adesso lavoreremo per non ripeterli.”


Certo, sembra naturale per una neo-promossa pagare un pedaggio in termini di adattamento e un solo match, peraltro contro una delle migliori del campionato, non può essere sufficiente ad aprire alcuna crisi ma è possibile avviare una riflessione.

COSA NON VA: Nutrita la lista degli aspetti negativi cui porre rimedio dopo un match in cui quasi nulla ha funzionato a dovere.

La Capitolina possiede una delle batterie di tre-quarti più interessanti del campionato ma contro il Calvisano l’ovale è stato trasmesso alla cavalleria leggera solo in un paio di occasioni.

Il demerito va all’incapacità della squadra di produrre un possesso di qualità.

Troppi uomini assorbiti sui punti d’incontro rispetto ai palloni mantenuti, enormi problemi in touche (sei le rimesse a favore perdute dai romani), la mancanza di un n.8 di ruolo (anche se Henwood ha giocato una buona partita), la prova opaca dell’apertura Iturralde e di Camardon alla mischia.

Anche l’organizzazione difensiva ha mostrato qualche crepa, per un team che da 16 mesi non aveva più avuto “bisogno” di difendersi.

COSA VA: Nella sconfitta di sabato sera è piaciuta la voglia di non arrendersi degli uomini di Mascioletti che, sia pur in modo disordinato, fino alla fine hanno lottato con continuità a dimostrazione che la preparazione fisica è a buon punto.

Buona la prova di Mark Soden. Il flanker inglese ha mostrato doti di lotta anche se ha bisogno di tempo per affiatarsi con i compagni.

Bellissima la meta di Michele Sepe, ancorché frutto di una intuizione individuale.

Il 19enne ha mostrato nell’occasione tutto il suo talento atletico e le sue potenzialità che ne fanno il miglior prospetto azzurro del ruolo.

Anche l’altra ala Santillo ha mostrato buone iniziative, anche se in un paio di occasioni è parso troppo egoista.

DA RIVEDERE: Anzitutto la mediana.

Il confronto con Griffen è stato ingeneroso per Camardon, certamente in grado di fare meglio, mentre Iturralde, anziano, è sembrato in difficoltà.

Negli ultimi 20 minuti con Toniolatti alla mischia, Raineri apertura e Camardon centro l’assetto è parso più equilibrato, meriterebbe una prova d’appello già dalla prossima contro il Petrarca Padova.

Notazione positiva per l’ambiente con i 2500 spettatori, le bandiere, l’entusiasmo delle centinaia di ragazzi di un settore giovanile che assomiglia sempre più ad una famiglia.

Questo sembra già il più importante degli scudetti.


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