Troncon:”La mia esperienza al servizio del gruppo”

Alessandro Troncon è uno dei giocatori più forti della storia del rugby azzurro, con l’innegabile merito di essere nato e cresciuto in Italia, a Treviso per la precisione. Con i 10’ finali giocati contro la Francia sabato scorso, ha collezionato il suo 91° cap, un record assoluto.


Insieme con Diego Dominguez ha costruito una formidabile mediana che guidò la grande Italia di Coste a quelle vittorie storiche contro le grandi europee che guadagnarono all’Italia l’ingresso nel Sei Nazioni.

A 33 anni ha deciso di rimettersi in gioco: ha lasciato Treviso per tornare a giocare in Francia a Clermont dove era già stato da protagonista, mentre all’inizio del Sei Nazioni 2007 ha accettato di tornare in nazionale da dove era uscito all’alba dell’era Berbizier.

L’Italia ha perduto al suo esordio nel Torneo:”Sì,ma non c’è da drammatizzare. Così come, secondo me, non bisognava esagerare prima nel creare aspettative esagerate, soprattutto da parte della stampa.

Qualcuno – continua il n.9 – aveva dipinto la Francia come una squadra in crisi, non rendendosi conto che i transalpini hanno un movimento con delle potenzialità enormi rispetto a quello italiano. E, d’altra parte, dopo la sconfitta si è esagerato nel criticare.”

Non crede che questo faccia parte dell’aumento di popolarità del rugby?:”Siamo molto contenti di questo ma non bisogna perdere di vista l’oggettività della situazione che ci vede ancora al di sotto delle prime del mondo.”

Prima la Francia, sabato prossimo l’Inghilterra. Un inizio tremendo:”Contro i galletti non siamo stati concreti nel momento decisivo, mentre loro hanno sfruttato con lucidità i nostri errori

. L’Inghilterra ha giocato una bella partita contro la Scozia, dobbiamo lavorare per dare il nostro massimo, senza condizionamenti.”

Lei è l’ultimo giocatore italiano ad aver segnato una meta a Twickenham contro l’Inghilterra(era il 2005, non un secolo fa…,n.d.r.). Cosa si aspetta dal match di sabato?:”Personalmente dico che ogni giocatore vorrebbe giocare ogni minuto per la sua squadra, ma io sono qui a disposizione del gruppo, e darò tutto quello che oggi è nelle mie possibilità per ciò che verrò chiamato a dare.”

Dopo due anni come ha ritrovato il gruppo?:”Questo è un gruppo validissimo, molti giocano in Inghilterra e Francia con successo.

Oggi abbiamo la lucidità di perseguire il nostro obiettivo primario:migliorare nei dettagli che ci separano dall’altissimo livello consapevoli di averne le possibilità.” Dove ha trovato gli stimoli per rimettersi in gioco?:”Nella vita ho sempre giocato a rugby, e per adesso ho ancora il piacere di farlo, tutto qui.

Sono tornato a Clermont per vivere un’esperienza molto diversa dalla prima.

Oggi – spiega Troncon – rivesto un ruolo diverso, sono meno protagonista, anche se ho giocato una decina di partite alcune anche da capitano.

Porto il mio contributo di esperienza in partita come in allenamento, consapevole di ciò che posso dare, ma anche che il tempo passa e che uno sportivo deve imparare ad accettarlo, a capire che si può anche cambiare senza drammi.”

Ha un altro anno di contratto con il Clermont, ha già deciso il suo “dopo”?:”Come ho detto ho sempre giocato a rugby, vorrei rimanere in questo mondo.

Non so ancora se da allenatore o da manager, non è detto che un buon giocatore diventi per forza un buon allenatore.

Cercherò il mio ruolo, cercherò un nuovo equilibrio.”

Ma intanto sabato c’e l’Inghilterra, c’è l’erba di Twickenham, dove i campioni lasciano segni che neanche il tempo può cancellare, e l’Italia ne ha uno che ha ancora qualcosa da dare.


2 Responses to “Troncon:”La mia esperienza al servizio del gruppo””

  • mario Says:

    Caro Fusco, ho letto attentamente la tua critica alla FIR inserita nell’articolo di domenica.
    Cosa intendeve per VIP al posto di giornalisti ? Cosa intendevi per mancanza di sostituto quale interprete ? Ed in particolar modo, alla luce dei dibattiti su rugby.it e su rugbylist nei quali si stigmatizza il comportamento della FIR per la vicenda dei biglietti esauriti, non pensi che si tratti di un autogol ?
    In attesa di leggerti..

  • alessandro fusco Says:

    Caro Mario, grazie per l’intervento. Anzitutto voglio sottolineare che non mi piace la polemica per la polemica, per questo, come avrete notato, non favorisco dibattiti di quel tipo sul mio blog. Semplicemente, da lavoratore dell’informazione mi limito a registrare che 28 posti della tribuna stampa già insufficiente del Flaminio, specialmente per l’apertura contro la Francia, sono stati dedicati agli invitati dell’IRB, che avrei visto meglio in tribuna d’onore, dove forse però c’erano già troppi “imbucati”. Ancora peggio è andata in conferenza stampa dove una ragazza era stata designata alla traduzione salvo constatare di fronte alla nutrita platea che conosceva il francese più o meno come io conosco l’aramaico…Non voglio criticare chi lavora duramente con risorse spesso inadeguate, vorrei solo che chi decide come distribuire le risorse riflettesse meglio, solo nell’interesse del rugby italiano. Grazie ancora, e a presto!

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