Dan Carter ed il suo pack troppo forti per un buon Sudafrica

Con un 35-17 frutto dell’enorme abilità di questa squadra nell’interpretare le partite e volgerle a proprio favore, la Nuova Zelanda inibisce la voglia di riscatto del Sudafrica, pure nettamente migliorato rispetto al disastro di Brisbane.


Gli Springboks del contestato White erano addirittura passati in vantaggio al primo minuto di gioco grazie a du Preez capace di stoppare il primo calcio di alleggerimento di Carter raccogliendone il rimbalzo e toccando in meta. La trasformazione di Montgomery, ieri impreciso, fissava il 7-0 che gelava il Westpac Stadium di Wellington.

Gli All Blacks ci impiegavano un poco a ritrovare il filo del discorso, anche per merito della rush-defence sudafricana, più efficace rispetto all’ultima uscita.
Ci pensava Dan Carter, monumentale la sua prova, a tenere in partita i suoi con una serie di quattro calci piazzati fischiati dall’arbitro ai fallosi sudafricani che al 33’ erano di nuovo sotto 12-7.

Proprio allo scadere del primo tempo Carter imprimeva la svolta decisiva al match lavorando un pallone di lusso sulla linea laterale e lanciando Weepu in meta, trasformazione del n.10 e halftime score sul 19-7.

A questo punto chi si aspettava il tracollo psicologico dei sudafricani, provati da una settimana infernale dopo il 49-0 subito dall’Australia, restava deluso. I Boks resistevano all’inizio del secondo tempo e, dopo altri due piazzati di Carter che fissavano il 25-7, realizzavano una bella meta con Paulse trasformata da Montgomery, 25-14.

Ma il biondo estremo del Sudafrica, solitamente accurato dalla piazzola, non reggeva il confronto con Carter sbagliando tre piazzati e infilandone solo un altro per il 25-17.

Negli ultimi 10’ Carter completava il suo show personale mettendo a segno un’altra punizione e lanciando in meta il suo capitano Mc Caw dopo uno spunto delizioso. Ancora lungo la linea laterale scavalcava con un calcio a seguire Cronije e Paulse materializzandosi alle loro spalle per raccogliere l’ovale dopo il rimbalzo a terra. La coordinazione, la facilità di corsa e la pulizia del movimento testimoniavano la chiarezza dell’idea, semplicemente fantastico! Palla all’interno per il sostegno di Mc Caw e meta trasformata per il 35-17 finale.

Al di là di ogni considerazione, impressionante dimostrazione di forza della Nuova Zelanda che, cambiando ben otto titolari rispetto alla prima uscita, demolisce i sogni di rinascita di un Sudafrica positivo. Strepitosa prova di Dan Carter che, a 25 anni, con 25 punti personali, il 100% nei calci e due assist vincenti dimostra di essere il più forte giocatore del mondo.

Man of the match : per il Sudafrica ottima prova di Victor Matfield, al suo 50° cap, buono l’esordio stagionale di Tuitoupu negli All Blacks, eccellente Richie Mc Caw, sempre più leader di questa invincibile armata. Ma il titolo assoluto non può che andare a Sua Maestà Dan Carter : infallibile dalla piazzola, autore di due memorabili assist che hanno creato le due mete della sua squadra, bellissimo nell’interpretare il piano tattico. Oggi il rugby si chiama Dan Carter.


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