RBS Six Nations 2013, l’Italrugby ricomincia dal cap

AlemannoGavazzi L’RBS Sei Nazioni 2013 è alle porte (si comincia il 3 febbraio con Italia – Francia allo stadio Olimpico) ma il Torneo più antico del mondo è già dentro al cuore della città. Per capirlo basta prendere la metropolitana per trovarsi tra le mani un biglietto “firmato” Sei Nazioni (ne sono stati stampati un milione di esemplari) o ascoltare gli spot nella filodiffusione all’interno delle stazioni. Merito della partnership tra la Federugby e ATAC che sta inondando i romani di informazioni, così come a livello nazionale già funzionano le collaborazioni con Trenitalia e RTL, nuova radio partner nazionale dell’evento (a livello locale confermato il rapporto con Radio Radio).

Ma non si è parlato solo di questo alla conferenza stampa istituzionale tenutasi ieri nella Protomoteca del Campidoglio alla presenza del sindaco Alemanno, del segretario generale del CONI Pagnozzi e del presidente FIR Gavazzi.

Al centro dell’evento di comunicazione una splendida iniziativa che va a colmare un vuoto nella tradizione del rugby azzurro.

La FIR ha deciso di istituire con continuità la consegna del cap, il cappellino derivato dalla tradizione dei college britannici, che marca ogni partita giocata con l’Italrugby.

In occasione della partita di esordio contro la Francia avverrà la consegna del prestigioso cap a tutti i giocatori che in passato hanno vestito la maglia azzurra, dal n.1 al n. 627, con una cerimonia che si terrà prima della partita nel Salone d’Onore del CONI.

Tutti gli ex-giocatori che hanno aderito  – circa 400 – verranno poi fatti sedere in tribuna Monte Mario, ma l’apice della giornata verrà raggiunto quando verranno accompagnati sul campo per cantare l’inno di Mameli insieme con Parisse e compagni.

Sarà un momento di grande intensità che colmerà una lacuna esistente fino ad oggi premiando la storia ovale italiana, un passo decisivo per costruire la tradizione azzurra :”Il cap – ha dichiarato il Presidente della FIR, Alfredo Gavazzi – è uno dei simboli del mondo del rugby ed è per me motivo di grande orgoglio poter annoverare anche l’Italia tra i Paesi che celebrano questo rito.

Abbiamo istituito di recente la consegna del cap, adesso vogliamo regalare un momento indimenticabile a tutti coloro che hanno avuto l’onore di vestire la maglia della nostra Nazionale, offrendo loro un riconoscimento ancor più importante della maglia stessa, un segno d’appartenenza alla ristretta elite di coloro che hanno giocato al più alto livello.

La partita con la Francia – ha aggiunto il massimo dirigente federale – rappresenta uno degli appuntamenti storici del nostro rugby, una delle rivalità più sentite, e pertanto ci è parso il momento ideale per far respirare l’atmosfera del Sei Nazioni a chi, avendo vissuto gli anni pionieristici, non ha avuto la possibilità di farlo.

Sarà un momento estremamente toccante per tutti, un abbraccio ideale tra gli atleti del passato e quelli di oggi secondo quel senso della tradizione tipico del rugby“.

Intanto procedono le vendite per le tre partite in casa con la Francia (3 febbraio), il Galles campione in carica (23 febbraio) e l’Irlanda che sarà a Roma il 16 marzo, il giorno prima di S. Patrizio, santo patrono dell’isola di smeraldo.

Questo porterà a Roma migliaia di irlandesi, ciò che consentirà di chiudere il Torneo con una festa indimenticabile.


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