Italrugby, per un’ora all’altezza del sogno

Benvenuti contro Smith Italia – Nuova Zelanda finisce 10-42, ma quando si sogna i numeri cessano di avere importanza. Per un’ora quindici ragazzi vestiti di azzurro e 74.920 italiani entusiasti prendono lo stadio Olimpico e lo trasformano in un’astronave lanciata nella dimensione del sogno. In quei 60′ l’Italia gioca il miglior rugby della sua storia mettendo alla frusta i più forti del mondo, gli All Blacks della Nuova Zelanda.

Passaggi in punta di dita, personalità, coraggio, applicazione feroce in difesa, creatività e iniziativa in attacco : questa volta i migliori sembrano quelli vestiti di azzurro.

Un solo limite impedisce loro di guidare nel punteggio come meriterebbero alla fine del primo tempo (chiuso sul 7-13) per il gioco sviluppato, la cronica mancanza di cinismo.

Almeno in due occasioni nella parte finale della seconda frazione la meta sfugge per un soffio, rinviando l’appuntamento con la storia.

Ma importa poco, Zanni monumentale, Castrogiovanni e Ghiraldini indomiti, Favaro che placca anche i fili d’erba, Orquera e Gori da grandi mediani alimentano il sogno.

Già dai primi minuti l’Italia si mostra col suo volto migliore, senza timore reverenziale e meravigliosamente sfrontata.

Gli All Blacks ci mettono un poco a capire, poi dopo 17′ Conrad Smith è svelto ad approfittare di un pallone vacante nella metà campo azzurra e lo trasforma in oro per Keiran Reid che plana sotto i pali.

Parisse e i suoi non si perdono e sfidano il neozelandesi sul proprio terreno, spesso vincendo i confronti uno-contro-uno.

Al 24′ in capo a un drive in attacco gli azzurri conquistano un calcio piazzato sotto ai pali avversari ma Parisse guarda negli occhi la sua prima linea e chiama mischia ordinata.

Gli All Blacks subiscono la sfida lanciata dal pack italiano e dopo due ingaggi retrocedono, Gori guida cinque fasi di gioco a ridosso della terra promessa finchè Sgarbi trova il varco per toccare in meta, il pubblico vola nel delirio azzurro, è 7-13.

Nonu e Conrad Smith cercano di reagire, ma gli All Blacks sono scossi nelle loro certezze e la difesa italiana è straordinaria.

Al 32′ Favaro piazza due placcaggi devastanti e provoca un turn over ai nostri avversari che fa esultare l’Olimpico come per una meta.

Il primo tempo si chiude qui le squadre escono travolte da un applauso lungo un giorno.

Si riprende dopo l’intervallo e una decisione dell’arbitro Rolland, spesso permissivo nei confronti dei campioni del mondo, risveglia lo stadio dal sogno.

Gear placca al collo Orquera e invece del giallo e punizione contro la Nuova Zelanda il direttore di gara decreta mischia per gli All Blacks ai cinque metri azzurri.

Da quella mischia arriva la punizione del 16-10 e il fortino azzurro regge fino al 69′ con gli azzurri in trincea e lo stadio a cantare l’inno di Mameli.

Il coraggio non manca ma scemano benzina e idee e, fatalmente, gli italiani cedono un poco alla volta, centimetro dopo centimetro.

Il secnodo tempo è segnato dalle mete di Nonu, Jane e dalla doppietta del fenomeno Julian Savea.

Finisce 42-10 per i migliori, ma l’Italia non smetterà di sognare.

ITALIA – NUOVA ZELANDA 10-42
Sabato 17 novembre, ore 15.00 – Stadio Olimpico, Roma
Italia: 15 Andrea Masi (62′ Luke McLean), 14 Giovambattista Venditti, 13 Tommaso Benvenuti, 12 Alberto Sgarbi, 11 Mirco Bergamasco, 10 Luciano Orquera, 9 Edoardo Gori (57′ Tobias Botes), 8 Sergio Parisse, 7 Simone Favaro (47′ Robert Barbieri), 6 Alessandro Zanni (65′ Mauro Bergamasco), 5 Francesco Minto, 4 Antonio Pavanello (59′ Quintin Geldenhuys), 3 Martin Castrogiovanni (57′ Lorenzo Cittadini), 2 Leonardo Ghiraldini (51′ Davide Giazzon), 1 Andrea Lo Cicero (51′ Alberto De Marchi).
Nuova Zelanda: 15 Beauden Barrett (54′ Cory Jane), 14 Hosea Gear, 13 Conrad Smith, 12 Ma’a Nonu, 11 Julian Savea, 10 Aaron Cruden, 9 Aaron Smith (63′ Tawera Kerr-Barlow), 8 Kieran Read (c), 7 Sam Cane, 6 Liam Messam, 5 Ali Williams (51′ Sam Whitelock), 4 Brodie Retallick, 3 Charlie Faumuina (47′ Ben Franks), 2 Keven Mealamu (41′ Dane Coles), 1 Tony Woodcock (65′ Wyatt Crockett ).
Arbitro: Alain Rolland (Irlanda)
Marcatori: 13′ cp. Cruden, 17′ m. Ried tr. Cruden, 20′ cp. Cruden, 26′ m. Sgarbi tr. Orquera, 44′ cp. Cruden, 50′ m. Nonu tr. Cruden, 53′ dr. Orquera, 68′ m. Jane tr Cruden, 74′ m. Savea, 76′ m. Savea tr. Cruden


One Response to “Italrugby, per un’ora all’altezza del sogno”

  • Bruno Says:

    Giudicare la prestazione quando si ha a che fare con squadre di un altra categoria (seppur in versione soft) è sempre difficile. Credo che il punteggio alla fine sia sempre il primo indicatore, e quello ci dice che abbiamo fatto un passo indietro complessivamente rispetto alle ultime volte che abbiamo incontrato gli all-blacks. Si è visto un grande impegno (ma la vetrina lo imponeva) e qualche sprazzo di bel gioco come non si vedeva fare dall’Italia da tempo. E in questo si comincia a vedere la mano di Brunel che è da sempre capace di tirare fuori il meglio da quello che ha a disposizione. Una mediana almeno decente (per favore non mi fate più vedere Burton e Botes), una sostanziale tenuta in mischia, una gran difesa ed una monumentale terza linea (in questo momento è di gran lunga il miglior reparto che abbiamo) ci tengono a galla. Preocuppa invece il fatto che non riusciamo a gestire il gioco e ad imporre delle pause che ci permetterebbero di rifiatare e di riorganizzarci. In questo senso ci mancano calciatori tattici e una rimessa laterale degna di questo nome.

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