RBS Sei Nazioni 2011, Italia travolta a Twickenham

Ashton vola in meta Almeno questa volta nessuno potrà parlare di “onorevole sconfitta”. Nel 59-13 inflitto dall’Inghilterra a una misera Italia c’è tutta la superiorità di un avversario che – come è giusto – ha impartito una lezione difficile da archiviare. In questo il rugby è una disciplina spietata. in situazioni come quella vista a Twickenham non ci sono alibi, impossibile trovare angoli dove nascondersi in attesa che finisca in fretta. Non li trovi nello spazio del campo, non li trovi nel tempo della partita.

Rimani nudo di fronte ai tuoi limiti e puoi solo arrivare alla fine.

Questo è quello che è successo agli Azzurri di Mallett nella fortezza del XV della Rosa, una squadra che Martin Johnson sta cambiando nella filosofia di gioco, ora felicemente ispirata al modello dell’emisfero sud.

La dimostrazione è stata nella ricerca del gioco alla mano continua sui palloni di recupero, mai calciati via nelle mani degli avversari.

Certo puoi permettertelo quando hai a disposizione autentiche frecce come Ben Foden, come Mark Cueto e – soprattutto – come Chris Ashton.

Il ragazzo nato a Wigan, patria del rugby XIII con il quale è cresciuto, è letteralmente esploso marcando quattro mete sulle otto totali dell’Inghilterra.

Il suo ct Johnson con pragmatismo squisitamente inglese lo critica per il suo modo di esultare, tuffandosi in maniera irridente in area di meta, ma è un problema che ogni allenatore vorrebbe avere.

Ieri i portatori di palla in maglia bianca, cui vanno aggiunti il decatleta Haskell, che ricorda vagamente le statue dello Stadio dei Marmi, e Shontayne Hape, il centro nato in Nuova Zelanda, hanno puntato il mirino sul povero Orquera, 174 cm. per 78 kg., che impiegherà un po’ a dimenticare questo pomeriggio infernale.

Nel canale del n.10 azzurro, infatti, si sono infilati i bulldogs con la Rosa dei Lancaster sul petto ed è calata la notte.

Pensare che il match si apre con 2’30” di possesso italiano nella metà campo inglese.

Mille fasi, tanta fatica per guadagnare qualche centimetro, poi Orquera calcia l’ovale alle spalle della linea difensiva ma il pallone rimbalza nelle mani di Foden, che sembra indiavolato.

Palla a Flood che in prima fase batte la difesa italiana e lancia Ashton regalandogli il primo tuffo sotto ai pali.

Siamo al 3′ ma il copione non cambierà più.

Nel primo tempo gli inglesi giocano, gli italiani buttano via 9 possessi in rimessa laterale, difendono ma raramente avanzando e quando partono i purosangue avversari seminano il panico.

Così la prima frazione finisce 31-6 con due mete di Ashton e una ciascuno per Cueto, bellissima per esecuzione, e Tindall pronto a sfruttare un riciclo sottomano di Easter.

L’Italia risponde con due punizioni di Mirco Bergamasco, ed è meno di niente.

Ashton e compagni non fanno sconti e nella ripresa marcano altre quattro mete con Ashton (2), Care e Haskell.

Quella di Ongaro al 70′ vale solo per la statistica.

Twickenham, Twickenham Stadium – sabato 12 febbraio

RBS 6 Nazioni, II giornata

Inghilterra v Italia 59-13 (p.t. 31-6)

Marcatori: p.t. 2’ m. Ashton tr. Flood (7-0); 4’ cp. Bergamasco Mi. (7-3); 10’ cp. Flood (10-3); 13’ cp. Bergamasco Mi. (10-6); 25’ m. Ashton tr. Flood (17-6); 30’ m. Cueto tr. Floor (24-6); 34’ m. Tindall tr. Flood (31-6); s.t. 14’ m. Ashton tr. Flood (38-6); 17’ m. Care tr. Wilkinson (45-6); 29’ m. Ongaro tr. Bergamasco Mi. (45-13); 31’ m. Haskell tr. Wilkinson (52-13); 35’ m. Ashton tr. Wilkinson (59-13)

Inghilterra: Foden; Ashton, Tindall (cap), Hape, Cueto (9’ st. Banahan); Flood (15’ st. Wilkinson), Youngs (15’ st. Care); Easter, Haskell, Wood (19’ st. Fourie); Palmer (5’ st. Shaw), Deacon; Cole (19’ st. Wilson), Hartley (9’ st. Thompson), Corbisiero

all. Johnson

Italia: McLean (39’ st. Burton); Masi (21’-29’ st. Canavosio), Canale G., Sgarbi (18’ st. Garcia), Bergamasco Mi.; Orquera, Semenzato; Parisse (cap), Zanni, Bernabò (9’-15’ st. Lo Cicero, 15’ st. Barbieri)(; Geldenhuys, Del Fava (6’ st. Dellapè); Castrogiovanni (16’ st. Lo Cicero), Ghiraldini L. (26’ st. Ongaro), Perugini (21’ st. Castrogiovanni)

all. Mallett

arb. Joubert C. (Sudafrica)

Note: 3’ st. giallo Castrogiovanni (Italia)

Calciatori: Flood (Inghilterra) 6/6; Wilkinson (Inghilterra) 3/3; Bergamasco (Italia) 3/4


14 Responses to “RBS Sei Nazioni 2011, Italia travolta a Twickenham”

  • damiano Says:

    Da appasionato ma poco esperto di questo splendido sport dico che secondo me la differenza tra Italia e Inghilterra sta tutta nel placcaggio di Jonny Wilkinson su Masi a poco dalla fine….
    Gli inglesi nn hai smesso di spingere l’italia è sparita a poco a poco dopo il calcio sbagliato da Bergamasco.

  • Simone Says:

    Spettacolo patetico

  • Simone Says:

    Damiano, purtroppo la differenza sta in molte, molte altre cose…

  • Alessandro Says:

    Certo Simone, hai ragione la differenza è in molte altre cose.
    Mi sento, tuttavia, di interpretare il pensiero di Damiano in questo modo.
    Il placcaggio di un Campione come Wilkinson e della sua età, a pochi minuti dalla fine e con quel punteggio sul tabellone, è emblematico di come vada interpretata questa disciplina e deve essere di insegnamento.
    Non certo a chi va in campo oggi con la maglia azzurra sulle spalle, maglia che richiederebbe una disposizione al sacrificio fisico diversa, ma sperimo a quei ragazzi che oggi si allenano sui campi di tutta Italia a diventare i nazionali del futuro. Ecco, loro devono prendere come esempio Wilkinson.
    Grazie a tutti

  • bandito Says:

    @simone: sono d’accordo con te sul placcaggio di wilkinson come emblema dello spirito con cui una squadra (qualsiasi squadra anche la più blasonata) deve affrontare gli 80′, indipendentemente dal risultato.
    non mi trovi d’accordo sul resto, spirito di sacrificio etc.
    penso che i nostri ragazzi non abbiano mai (ieri e in altre occasioni) fatto mancare il coraggio e lo spirito di sacrificio. ieri è mancata la testa, completamente.
    e sono d’accordo con Simone: il problema sta in tante, tante cose che, a mio modesto parere, si possono sistemare solo con il tempo e l’esperienza.
    il livello del nostro rugby è diverso da quello di molte altre nazioni (prime fra tutte le isele britanniche) e ci sta che, dopo tante sconfitte “di misura” o quasi vittorie, facciamo dei bagni di sangue come quelli di ieri.
    se l’inghilterra, la scozia etc. sono in giornata no perdono, se noi siamo in giornata no al momento veniamo asfaltati.
    forza azzurri comunque e sempre

  • Simone Says:

    Inferiori sulla conquista, inferiori sui punti d’incontro, inferiori sul placcaggio, sulla velocità, di testa, di piede, di tutto. Mai un cambio d’angolo, un tentativo di riciclo…
    Queste partite vanno giocate mischia, touche calcio, stop.

  • Dan Says:

    Era dal 2008 che non vedevo una partita dell’Italia in televisione (che fortuna non essere andato a Londra!) e sentire il d.s. del Treviso, dopo la nostra meta, dire “usciamo a testa alta” non mi fa ben sperare nel futuro! Alessandro, sei proprio sicuro che i nazionali del futuro si stiano allenando sui campi di tutta Italia? Temo che si trovino in qualche paese dell’emisfero sud e che la FIR stia già cercando i loro antenati italiani! Se non la smettiamo con questa gestione non andremo da nessuna parte. Complimenti a Mallett per i miglioramenti! (Almeno le rimesse laterali nostre potremmo conquistarle!) Comunque non so voi, ma io non sono affatto d’accordo con chi, ad esempio il Corriere della Sera di ieri, afferma che il tecnico vada sostituito se non vinciamo col Galles, non si risolverebbe niente e dubito che ci potrebbero essere miglioramenti per il Mondiale.

  • M-URC Says:

    La desolazione di questo fine settimana, non sta nella sconfitta della nazionale maggiore ma nella sconfitta dell’Italia U20 sempre contro l’Inghilterra, con uno scarto di 70 punti. Il vero problema dell’Italia sta tutto li. La differenza tra il rugby elite e noi è nel settore giovanile. Le accademie non bastano per ridurre questo gap. Quindi, tranquilli, le cose non cambieranno nel prossimo futuro.

  • Alessandro Says:

    @DAN :
    ha detto davvero così??
    Caro Dan, non sono sicuro di nulla. Chi mi legge sa che sono spesso critico con la gestione sia del famoso Alto Livello sia di tutto il movimento in generale. Per quanto riguarda Mallett ho già scritto – e puoi trovarlo nei post precedenti – che secondo me deve restare, altrimenti finirà per fsre da alibi all’inadeguatezza degli altri. Il problema, semmai, è fare quello che serve per metterlo nelle condizioni di fare al meglio quello che sa : allenare.
    Grazie e a presto

  • Maurizio Says:

    Certamente l’Inghilterra, visto il nostro risultato contro l’Irlanda, ha giocato in modo concreto sapendo di trovarsi di fronte una Squadra vera. E questo per gli Azzurri e’ un momento di crescita importante, ora gli avversari non ci sottovalutano. Pero’ i nostri sono incappati in una giornata negativa, dove sembra che le Accademie, le esperienze in Celtic League e la partecipazione ai Campionati esteri non contino niente. Naturalmente mentre scrivo questo, rifletto sul fatto che le Accademie cosi’ non servono, vedi i risultati da basket della U20 mai visti negli anni poco prima delle accademie quando gli atleti in campo erano degli anni ’85/’86/’87, se non sbaglio. In Celtic League nelle Squadre Italiane giocano gli stranieri, con il risultato che Treviso e Aironi beccano 30/40 punti a partita e tanto varrebbe allora perdere facendo giocare i nostri italiani. Gli atleti che giocano all’estero poi sono abituati a giocare fianco a fianco con compagni piu’ esperti di quelli che si ritrovano in Nazionale e quindi non possono dare quel valore aggiunto che tutti si aspettano.
    Sono d’accordo che mandare via Mallet non serve, ma come mai Berbizier ando’ via tempo fa ? Aveva ragione lui ? (domanda retorica)
    Comunque dobbiamo ripartire, mentalmente, dalla partita fatta contro l’Irlanda.

  • rino Says:

    non capisco!!
    gli azzurri che giocano all’estero in grandi squadre e da protagonisti sono una bella fetta della nazionale, gli altri giocano in celtic e comunque hanno giocato all’estero, tutti ogni settimana nei loro club giocano ad alto livello, poi una volta messa la maglia azzurra sembrano dei dilettanti……
    qualcuno me lo può spiegare???
    sono 4 anni che mi sono avvicinato al rugby e ammetto di non essere competente ma francamente battere la scozia ogni 2-3 anni o rischiare di vincere contro un’irlanda falcidiata dagli infortuni mi sembra un pò pochino non si può certamente pretendere di vincere il 6n ma incominciare a fare qualcosa di più secondo me è doveroso altrimenti non ha senso continuare a partecipare a questo torneo, se in 10 anni non abbiamo fatto un solo passo avanti allora vuol dire che non è per noi.
    saluti a tutti.

  • M-URC Says:

    @Rino
    provo a dare una spiegazione alla tua domanda, con la premessa che anche io non sono proprio un’espertone.
    Come hai detto tu, molti dei giocatori che giocano in nazionale sono degli ottimi elementi nelle loro squadre di appartenenza. E che squadre, aggiungo. Il problema è che se tu hai 10 ottimi giocatori, altri 4 o 5 buonissimi giocatori e altri 8 o 9 giocatori discreti o che magari devono ancora crescere e li contrapponi a squadre dove hai 12 o 13 ottimi giocatori, 7 o 8 buonissimi giocatori e la rimanenza discreti giocatori, in questo sport prendi almeno 20 punti di differenza. Il rugby non lascia molte speranze al risultato sorpresa.
    E questa, secondo il mio modestissimo parere e fin troppo di grana grossa, è la questione.

  • rino Says:

    M-URC sei stato chiarissimo!!
    so bene che nel rugby i risultati rispettano sempre i valori delle squadre in campo, solo che noi 20 punti li prendiamo se facciamo una “perfetta” partita in difesa se poco poco giochiamo a viso aperto apriti cielo!!
    mi domando: ma i nostri sono giocatori di valore?
    siamo sicuri che è il meglio che si trova in Italia? se è cosi mi ripeto: l’alto livello fà per noi?

  • M-URC Says:

    Rino diciamo che noi attualmente siamo il basso livello dell’alto livello. Insisto sull’attualmente perche con i risultati che abbiamo in U20 (vedi sconfitta pesante contro l’Inghilterra) non è detto che tra qualche tempo cominciamo ad essere l’alto livello del basso livello. Non so se mi spiego!!!!
    E questo concetto è valido se parliamo di nazionale. Se poi guardiamo in casa nostra (senza nulla togliere al grande risultato della Rugby Roma) tra Rugby Roma, Lazio, Capitolina ecc. il rugby romano è stato escluso dai piani alti dall’alto livello.
    Inoltre colgo l’occasione per denunciare l’aumento vertiginoso ed ingiustificato dei prezzi del pane e del salame nell’ultimo anno. Praticamente uno scandalo.

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