Il rugby torna alle Olimpiadi a Rio 2016!

Taione “Ciò che è ammirevole nel rugby è la perpetua commistione tra individualismo e disciplina, la necessità per ogni uomo di pensare,anticipare e prendere decisioni e allo stesso tempo subordinare tutto ciò al pensiero del capitano. Per questo e per altro ancora il rugby è un reale riflesso della vita,una lezione sperimentale del vero mondo, uno strumento educativo di altissimo livello”. Queste parole venivano vergate nel 1896 dal barone Pierre de Coubertin, fondatore delle Olimpiadi dell’era moderna e appassionato giocatore e diffusore della palla ovale.

 A Copenhagen la 121° sessione del Comitato Olimpico Internazionale ha sancito ieri lo storico ritorno del rugby tra gli sport olimpici  a partire da Rio 2016, rendendo giustizia al proprio Padre.

La palla ovale ha partecipato alle competizioni a cinque cerchi quattro volte, nel 1900, 1908, 1920 e 1924 nella versione a XV.

Il CIO lo ha riammesso nella sua versione Seven.

Si tratta di un gioco praticato sul medesimo campo di quella a quindici giocatori ma con soli sette elementi per squadra in partite da due tempi di 10 minuti ciascuno.

 Ciò consente di giocare tornei con molte squadre in tempi compressi ed è proprio questo uno dei motivi per cui il CIO lo ha preferito al XV, ed è questo anche il motivo per cui è nato a Melrose, in Scozia, nel 1883.

I bardi narrano che accadde su iniziativa del macellaio Adam Haig durante un affollato festival sportivo che stava per saltare per colpa del rugby.

 Potenza della sintesi.


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