Pablo Canavosio, finalmente 9

Canavosio contro il SudafricaQualità e concretezza. Per Pablo Canavosio, nato a Cordoba il 26 dicembre 1981, non sono due concetti astratti ma uno stile di vita. Oggi ha finalmente la possibilità di dimostrarlo giocando, nel club e nella Nazionale di Mallett, in quello che lui riconosce come il suo ruolo:”Io ho sempre giocato mediano di mischia – dice Pablo – fin da quando ho cominciato.


Poi sono stato impiegato all’ala per necessità.

Cominciò tutto quando venni in Italia a Rovigo insieme con mio fratello che giocava a S. Donà.

In rossoblù c’era già Mazzantini che era il titolare della maglia n.9, così mi impiegarono tra i tre-quarti”.

Anche da ala Canavosio ha avuto modo di imporsi.

Una grande intelligenza rugbistica e le buone capacità fisiche gli hanno permesso di fare bene anche in un’altra posizione.

Talmente bene da guadagnarsi un posto in Nazionale.

Soprattutto con Berbizier e da ala, in azzurro ha vissuto momenti esaltanti.

Come quella meta segnata al Millenium Stadium in faccia al Galles dopo un intercetto e una corsa di 80 metri:”Avevamo studiato una difesa aggressiva con l’ala che saliva quando gli avversari allargavano il gioco.

Una volta con il pallone in mano ho pensato solo a correre più forte che potevo tagliando il campo in diagonale per non farmi prendere, è stato grande ascoltare il silenzio del gallesi in quello stadio”.

La sua carriera in azzurro avrebbe potuto essere diversa se, in momenti decisivi, non lo avesse frenato una serie di infortuni:”In effetti, ogni volta che lo staff aveva intenzione di provarmi come mediano di mischia, veniva fuori qualche problema”.

Ma ora, tornato a giocare in Italia con la maglia del Viadana dopo tre anni a Castres in una squadra che gli ha affidato la n.9 in pianta stabile, ha finalmente l’opportunità di giocare le sue carte già dai prossimi test di novembre.

Australia, Argentina e Pacific Islanders saranno esami impegnativi cui lui non vuole sottrarsi, anche se ci tiene a mantenere i piedi per terra:”Avere la possibilità di giocare in Nazionale nel mio ruolo è per me un obiettivo, ma i questo momento non ci penso.

Io preferisco concentrarmi su un impegno alla volta e la mia mente è sempre sulla prossima partita, mai più in là.

Solo così sono sicuro di dare il massimo”.

E allora andiamo a Viadana:”Qui mi trovo bene.

La società ci mette in condizioni ideali e lavora molto seriamente.

Certo, Viadana è un piccolo centro e non c’è molto da fare ma con i ragazzi ci troviamo a meraviglia.

Anche il gioco aperto che vuole farci praticare Love mi piace, si adatta alle mie caratteristiche”.

E com’è, invece, il rapporto con lo staff di Nick Mallett?:”Buono con tutti.

Nick è un grande allenatore che sa come farti dare il massimo.

Ma, soprattutto, è molto importante per me la presenza di Troncon.

Lui è stato un grandissimo nel mio ruolo, l’ho sempre guardato in televisione ed averlo lì a darmi consigli ha un valore enorme”.

Come è cominciata la storia di Pablo nel rugby?:”Beh, si può dire che ho cominciato per un capriccio!

In effetti, quando avevo quattro anni mio fratello, che adesso sta per laurearsi in medicina, andava a giocare a rugby, mia sorella a hockey ed io piangevo perché non volevo rimanere solo.

Così per non sentirmi mi portarono al campo”.

Poi solo e sempre rugby, finchè non si presentò la possibilità di venire a giocare in Italia:”Mia madre ci fece prendere la cittadinanza fin da piccoli, suo nonno era di Bassignana, provincia di Alessandria.

Così venimmo io e mio fratello in Veneto.

Poi, dopo Rovigo, sono stato un anno a Calvisano e quindi in Francia.

Oggi, per questa mia seconda esperienza in Italia, mi sento più forte, più preparato.

Ho voglia di giocarmi le mie carte”.

Com’è Pablo fuori dal campo?:”Mi sento un ragazzo normalissimo, mi piacciono cose semplici ma con tutto il tempo che mi prende il rugby ho poche possibilità.

Ultimamente ho cominciato a prendere lezioni di batteria da un mio amico.

La musica è sempre stata una grande passione, voglio imparare per divertirmi”.

Cosa ti manca di più dell’Argentina?:”Devo dire che qui sto molto bene, mi sento a casa anche se l’Argentina è dentro di me.

Mi mancano soprattutto gli amici e la famiglia, mi rifaccio con il computer…”

E le ragazze? I rugbisti vanno di moda…:”Per carità, mi vuoi bruciare? No, sono single, scrivilo chiaro!”

E allora appuntamento al prossimo Sei Nazioni, magari con un mediano nuovo di zecca, uno che possa raccogliere un’eredità importante.


Leave a Reply