Edoardo Gargiullo, professione apertura

edoardo gargiulloIl nonno giocava tre-quarti nella Rugby Roma, così come lo zio Fabio. Il padre Paolo era invece mediano di mischia, sempre con la maglia bianconera. Per Edoardo Gargiullo, 180 cm. per 90 kg. apertura della Mantovani Lazio prima nel girone 2 della serie A, il rugby più che uno sport è un’eredità familiare. Classe 1984, a 7 anni è stato spedito in campo ed è cresciuto sull’erba (poca) e sulla terra (dura) dell’Acquacetosa.


Nella culla del rugby romano ha seguito la trafila del settore giovanile nella Primavera, poi confluita nella Lazio, con un gruppo ricco di talenti :”Con Bruni, Bonavolontà, Zamboni, Garfagnoli ma anche Nitoglia, Leonardi e Bernabò che oggi sono ai massimi livelli – racconta Edoardo – .

Insieme con Zamboni e Garfagnoli siamo andati a giocare la scorsa stagione in Olanda (nell’Hilversum, giunto 2°).

Bellissima esperienza in un campionato di buon livello.”

Nato mediano di apertura, all’inizio della stagione Gargiullo è stato provato dal coach Eugenio in diversi ruoli, prima di tornare alla maglia n.10 con lo spostamento dell’argentino Sulpis tra i centri:”Con Agustin ci integriamo alla perfezione, la formula piace ad entrambi.

Provare altri ruoli mi ha aiutato dal punto di vista tecnico, ma ora abbiamo trovato un buon equilibrio.”

Proprio Eugenio è uno dei segreti del primato biancoceleste:”Il nostro allenatore sta facendo un grande lavoro.

Riesce a farci lavorare duro mantenendo l’ambiente allegro e coinvolgendo tutta la rosa.”

Il suo ruolo è, in genere, riservato agli stranieri e le squadre nazionali fanno fatica a reperire n.10 italiani.

Pensa mai ad una convocazione azzurra?:”Per me sarebbe un sogno ma io penso a lavorare per la Lazio e a migliorare.

Domenica ci aspetta una partita fondamentale a Piacenza prima della pausa per il Sei Nazioni, dobbiamo mettere al sicuro il primo posto.”

Il sogno più vicino è un derby ai play-off con la Rugby Roma:”Inutile negarlo, ci pensiamo.

Sarebbe un bel modo di coronare la stagione e tra noi ne parliamo, ma il cammino è ancora lungo.”


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