L’Italia vince, ma che paura!

Mauro BergamascoL’Italia batte la Romania, 24-18, giocando una delle peggiori partite degli ultimi anni. Del resto, dopo la sbornia dell’esordio, questo era un match divenuto improvvisamente decisivo e gli Azzurri hanno accusato la pressione psicologica.Nel primo tempo l’Italia sembrava continuare a giocare contro gli All Blacks. Contratti, imprecisi, mai liberi di testa nello sviluppo delle giocate, gli Azzurri apparivano una copia sbiadita della bella squadra che ha messo alla frusta l’Irlanda poco prima della Rugby World Cup a Belfast.


Bortolami e compagni si sono complicati la vita da soli, non bastano la buona volontà e l’approssimazione tecnica dei romeni a spiegare la brutta prestazione dell’Italia.

La squadra di Berbizier sta attraversando un momento difficile dal punto di vista psicologico e la speranza è che la vittoria possa sbloccare il gruppo azzurro.

Determinante l’ingresso nel secondo tempo del leader Troncon al posto di Griffen messo K.O. da uno scontro fortuito.

Non che Griffen abbia demeritato, ma Alessandro Troncon possiede le chiavi di questo gruppo e la sua presenza è irrinunciabile sul campo nell’esempio, nella lucidità, nella grinta e nella leadership.

Dopo la seconda partita nella Rugby World Cup 2007 si può cominciare ad avanzare qualche preoccupazione per le prestazioni di giocatori-chiave come Parisse o Mauro Bergamasco.

I due sembrano le contro-figure degli splendidi artefici delle affermazioni nel Sei Nazioni.

La speranza è che possano ricostruirsi sulla relativa tranquillità di cui godrà il gruppo nei prossimi giorni.

E pensare che l’avvio del match era stato promettente per gli Azzurri, bravi a mettere pressione sui più modesti avversari costringendoli a giocare nei propri 22 metri.

La tattica fruttava una meta di Dellapè, che si infortunava nell’azione, al 6’ su un pallone di recupero.

Bortolussi, ancora sotto shock per l’esordio, falliva la trasformazione dando avvio ad una prestazione fallimentare.

Al 13’ lo stesso Bortolussi non sbagliava un facile calcio piazzato portando lo score sull’8-0.

Tutto in discesa, dunque? Nemmeno per sogno.

Nonostante il vantaggio nella conquista e nel territorio da parte degli Azzurri cominciava a questo punto una serie di errori degli italiani soprattutto nelle scelte – leggi punizioni calciate in touche anziché tra i pali- e di gestione manuale dell’ovale.

Troppi i palloni perduti da Parisse, Masi e compagni.

Tanti regali nel possesso rinfrancavano la Romania che prendeva coraggio già al termine del primo tempo.

All’inizio del secondo l’Italia vedeva le streghe e la Romania la sorpassava con due mete di Manta al 42’ e di Tincu al 47’, trasformata da Timofte, che dimostravano le difficoltà psicologiche degli Azzurri portando il punteggio sull’8-12.

A questo punto l’ingresso di Troncon dava una sferzata all’Italia che cominciava a mettere un poco di ordine.

Era sufficiente per costringere i romeni ad una serie di scorrettezze che portavano all’espulsione temporanea di Manta e alla meta tecnica concessa da Spreadbury al 54’, trasformazione di Pez e 15-12.

Da qui in avanti Pez, peraltro non brillante nel gioco, metteva a segno altri 9 punti al piede che portavano gli Azzurri a 24, abbastanza per tenere lontano i romeni nonostante i due piazzati di Timofte.

Al termine sul 24-18 vittoria in tasca, tanta fatica e ancora più paura.

Superata la tempesta la barca azzurra deve ritrovare la rotta contro il Portogallo il 19 per condurre in porto il match, decisivo per passare ai quarti, contro la Scozia il 29.


4 Responses to “L’Italia vince, ma che paura!”

  • damiano Says:

    Bene l’Italia ha giocato male, ma ho questa impressione, ho visto anche le altre partite come Argentina Georgia dove sulla carta la prima è molto piu’ forte dell’Italia e la seconda nettamente piu’ debole della Romania (così dicono) eppure è stata una partita molto sofferta nonostante il risultato finale. Quindi non è che ci troviamo in un mondiale ove le così dette squadrette non accettino piu’ quella parte, ma vogliono lasciare un segno e non rendere la cosa facile a nessuno? Non voglio giustificare la prestazione degli italiani ma cmq cercare di vedere le cose a 360°

  • alessandro fusco Says:

    Quello che dici è condivisibile, le cosiddette piccole sono molto più preparate fisicamente rispetto al passato e, spesso, è difficile per le squadre più quotate che scendono in campo con minori motivazioni. Penso che questo fenomeno sia destinato ad esaurirsi con i primi turni. Poi cominceranno a farsi sentire infortuni e stanchezza che colpiranno soprattutto le squadre che non hanno una rosa di 30 giocatori tutti allo stesso livello. Per l’Italia era importante la vittoria. Ora bisogna guardare avanti e lavorare per ritrovar gli Azzurri ammirati al Sei Nazioni. A presto

  • Francesco Says:

    Quello che lascia sorpresi è oltre lo stato delle terze linee, come hai evidenziato nell’articolo, la mancanza di una capacità di alcuni seniores (Bortolami in primis) di tranquillizzare gli altri.
    Inoltre troppi errori di disattenzione (la meta annullata a Festuccia per prima) ed una scelta di gioco opinabile : come ha detto damiano, qui le piccole daranno l’anima ; andare a tirare in touche due calci stra-piazzabili a metà del primo tempo non ha senso, così come tirare fuori le touche vinte anziché tenere la palla dentro (abbiamo fatto una maul di 35 metri chiusa con un fallo da giallo dei rumeni)
    Ogni tanto qualcuno dovrebbe ricordare il motto “do the silliest thing”, specie quando la trasmissione dal mediano di mischia (= Griffen, al solito) è al rallentatore e l’apertura gioca facendo il compitino e senza usare la testa.

  • alessandro fusco Says:

    Tutto giusto Francesco.
    Proprio contro questo tipo di avversari bisognerebbe andare con il manuale e fare le cose più semplici. Più loro “sporcano”, più tu dovresti fare ordine. Qualcosa del genere è successo solo 15-20 minuti dopo l’ingresso di Tronky e grazie a lui. Speriamo serva da lezione. In ogni caso, adesso è l’ora della fiducia e del lavoro

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