A Twickenham l’Italia rialza la testa

foto pratichetti
C’è da raccontare un’altra sconfitta, ma questa volta non basta perché bisogna raccontare anche una grandissima prestazione dell’Italia. Il risultato di 20-7 nel tempio di Twickenham al cospetto di Sua Maestà Jonny Wilkinson, determinanti i suoi cinque calci piazzati, rilancia l’Italia e inietta una robusta dose di fiducia nei pretoriani di Berbizier.


Il napoleone di Saint Gaudens ha avuto il merito di restituire al rugby azzurro la voglia, la rapidità, la lucidità e, soprattutto, la leadership di Alessandro Troncon, meritatamente nominato Man of the Match al termine.

Ieri Tronky è stato determinante ben oltre quello che dicono i freddi numeri statistici, ben oltre quello che si è visto.

Il suo contributo in termini di leadership è stato enorme ed ha consentito a tutti gli altri protagonisti di dare il proprio massimo, esattamente come succede quando in campo c’è un trascinatore.

Lo stesso Bortolami, sollevato da alcune incombenze grazie alla presenza del n.9 trevigiano, ha potuto dedicasi alla guida emozionale di un pack anche ieri a livelli mondiali.

Anche Scanavacca, nonostante qualche imbarazzo iniziale e due calci piazzati abbordabili falliti di poco, si è giovato della rapidità di Troncon nell’estrarre l’ovale dai punti d’incontro e nella varietà delle soluzioni di gioco.

Il match ha mostrato il suo volto fin dall’inizio.

Già al 3’ Wilkinson firmava il tabellino con un calcio di punizione, mentre al 9’ Scanavacca sbagliava il primo dei suoi.

L’Inghilterra prova ad organizzare un paio di drive con il pack ma gli azzurri rispondono colpo sul colpo difendendo con ordine ed efficacia.

Bergamasco e Zaffiri spalmano una mano di cemento sul fortino azzurro, Dellapè e Cstrogiovanni sono commoventi intorno ai break-down.

Al quarto d’ora la seconda punizione marcata da Wilko comincia a far capire a tutti che l’arbitro gallese Nigel Owens non adotta un criterio di valutazione uniforme, soprattutto nelle situazioni di “tenuto”, nelle quali penalizza eccessivamente gli azzurri e risulta permissivo con i padroni di casa.

Il gioco si srotola secondo le previsioni, con gli inglesi poco fantasiosi e opachi e gli italiani placcare ogni cosa.

Al 25’ un’altra decisione fiscale di Owens regala tre punti al piede di Wilkinson, ma è al 38’, dopo che gli azzurri sono in trincea a difendere con successo le sfuriate inglesi da più di tre minuti ai 5 metri difensivi, che il direttore gallese compie il suo capolavoro espellendo temporaneamente Bortolami per un ingresso laterale sfuggito ai più e dopo un marchiano “tenuto” a terra di Tindall non rilevato.

Sull’azione susseguente Robinson plana in meta sulla bandierina opposta con gli azzurri in 14, lo score all’intervallo recita 14-0, ma non racconta la verità.

Alla ripresa l’Italia è viva e lo dimostra subito guadagnando un penalty che Scanavacca non trasforma.

Bortolami rientra in campo e suona la carica per i suoi che mantengono l’iniziativa, l’Inghilterra comincia a cedere terreno, gli avanti di Berbizier martellano i bianchi della Regina dominando in mischia chiusa e Troncon sale in cattedra ben assistito da un brillantissimo Mirco Bergamasco e da un Parisse inesauribile.

Dopo l’ennesimo piazzato di Wilkinson arriva il premio per gli azzurri: al 66’ Bergamasco recupera un ovale ai 30 metri italiani lanciando Canale che duetta con il giovane Pratichetti, già subentrato a Dallan.

L’ala romana piazza un break che lancia il sostegno di Sole fin sotto i pali avversari, Scanavacca è il più lesto ad uscire dal raggruppamento con l’ovale tra le mani e a depositarlo in meta.

La sua trasformazione fissa il 17-7, ma per l’Italia del rugby vale molto di più.

Lo score finale registra un altro piazzato di Wilkinson, ma l’Italia finisce attaccando e tra gli applausi dedicati dallo stadio all’annuncio del premio di migliore in campo a Troncon.

Dopo Twickenham gli scozzesi che aspettano l’Italia il 24 febbraio sono un po’ più preoccupati.


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