Al Campo dell’Unione il Roma Seven 2013

29019 Lo sport della Capitale è caratterizzato da appuntamenti annuali irrinunciabili per gli appassionati ma anche per chi ama la mondanità. Il cocktail perfetto per chiudere la stagione alla vigilia dell’estate è rappresentato dal Roma Seven 2013, prestigioso torneo della specialità ovale a sette giocatori ammessa ai Giochi Olimpici da Rio 2016, incastonato nel calendario romano degli eventi a metà tra sport e glamour dopo gli Internazionali di tennis e l’equitazione di Piazza di Siena. L’ edizione numero 12 del Roma Seven, che è cominciato ieri e termina questa sera con la finalissima del torneo prevista al culmine di una competizione di ottimo livello ha trovato casa questa volta presso il Campo dell’Unione di via Flaminia 867.

Quella che abitualmente è la sede dell’Unione Rugby Capitolina si è trasformato in un vero piccolo stadio per il rugby Seven.

Anche per questa stagione il torneo avrà l’onore della diretta di Rai Sport per le fasi finali (Raisport, questa sera dalle 20 alle 24), fiore all’occhiello per la kermesse organizzata come ogni anno da Fabrizio Bernardi e Walter Capone.

Il collaudato sodalizio ha portato in poco più di una decade il torneo ad essere quotato come il primo in Italia, il terzo in Europa e il nono al mondo riuscendo a convogliare a Roma i migliori interpreti della disciplina.

Anche quest’anno basta scorrere l’elenco dei partecipanti per rendersi conto del valore tecnico della competizione romana.

La ciliegina è rappresentata dalla presenza della rappresentativa nazionale del Sudafrica ma gli Springboks, guidati in campo da Stefan Basson stella del Rovigo, possono contare su una torta all’altezza del loro livello.

Le nazionali di Italia (in versione sperimentale per provare i migliori giovani del campionato nella specialità), Argentina, Ucraina, Spagna, Kenya, Olanda, Georgia, Germania e Francia già testimoniano del livello internazionale del Roma Seven, ma anche le selezioni a invito sono tutte da gustare annoverando i migliori interpreti mondiali della specialità.

Si va da British Army, la storica rappresentativa militare britannica, agli emergenti delle isole fiji, veri maestri del rugby a sette giocatori.

Dai mitici Samurai ai Marauders inglesi, dai sudafricani Golden Lions e Stellenbosch ai francesi Languedoc, dai Barbarians del Belgio ai Froggies, Dagli statunitensi Atlantis Seven ai temibili New Zealand Metro, tutte selezioni di altissimo prestigio tecnico.

Poi non poteva mancare la squadra scozzese di Melrose, in rappresentanza del luogo dove nacque la specialità a sette giocatori nel 1883.

E, infine, non può mancare la tradizione dell’intrattenimento.

Quest’anno il villaggio è distinto in due sezioni, una commerciale e una destinata all’hospitality con cibo, bevande e l’immancabile colonna sonora selezionata dai migliori DJs.

Dopo la finale e la premiazione, poi, via stasera al tradizionale White Party, scatenato appuntamento mondano che vede i giocatori e il pubblico ballare fino all’alba.

Rugby, musica e divertimento, Roma ancora al centro del mondo ovale.


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