Ciao, brontolone

Lutto Nazionale Corrado Sannucci

 

 

 

 

Quando succedono queste cose il terreno si fa scivoloso, non solo per le lacrime. Il rischio di cadere nel banale, nell’agiografia di maniera, nel trito è altissimo e , del resto, contro la banalità Corrado Sannucci si è sempre battuto, vincendo spesso.

 Corrado, che ieri ha perduto l’ultimo match, odierebbe un pezzo intriso di queste cose e, dunque, questo è solo il mio ricordo.

Spesso negli stadi del Sei Nazioni siedevamo vicini e la cosa non era agevole vista la sua mole. I sedili della Tribuna Stampa dello Stade de France o di Twickenham non sono stati progettati per i giganti e lui ci stava stretto.

A parte questa vicinanza eravamo divisi da tutto, tranne che dalla stima reciproca.

 Non eravamo d’accordo su nulla eppure raramente mi sono divertito come quando parlavamo di tutto, rugby, politica, musica.

Passeggiando per il centro di Cardiff lo potevi trovare seduto ad un tavolino di un caffè con un libro in mano a guardare la gente con la solita espressione scocciata come a dire:”Ma perchè sono qui? Perchè continuiamo a raccontare le solite onorevoli sconfitte?”, e deridere il nostro entusiasmo che, in fondo, gli piaceva da matti.

Oltre al rugby ha raccontato le Olimpiadi (ha chiamato la figlia nata nel 2000 Olimpia) e la Pallavolo, da ottimo scrittore di sport e tanto altro.

Ora non lo sentiremo più lamentarsi dopo una sconfitta dell’Italia mentre ad Heathrow ci si imbarca su un aereo per Roma.

Ciao, brontolone.


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