Sei Nazioni, la Francia

Elissalde contro la Scozia  I diretti concorrenti del Galles per la vittoria finale sono proprio loro. Anche se ancora sono alla ricerca di una vera identità, i Galletti di Marc Lievremont possono assurgere fin da ora al ruolo di concorrenti dei Dragoni per la vittoria finale nell’RBS Sei Nazioni 2009. Il lavoro della Triade formata da Lievremont, N’Tamack e Detiere finora non ha dato una precisa fisionomia al XV di Francia.

Nonostante la bellezza di 56 giocatori passati per la Nazionale d’Oltralpe da quando lo guida Lievremont il team non ha ancora definito un vero gruppo portante e una identità di gioco ben caratterizzata.

 Indecisione e inesperienza del coaching staff? Crisi generazionale? Troppi stranieri in Top 14?

Sono molti gli interrogativi posti dall’analisi della Francia ovale e, probabilmente, ciascuno nasconde una porzione di verità e, in qualche misura, contribuisce allo stato dell’arte.

Certo è che gli eredi del rugby-champagne finora non si sono ancora lasciati alle spalle il dopo-Laporte.

I test di novembre hanno, più che altro, lasciato diversi dubbi e poche certezze.

Ad esempio, riesce difficile capire come Lievremont gestisca con i suoi il game-plane delle partite, considerato l’andamento di quelle contro Argentina, Pacific Islanders e Australia.

 Al cospetto dei Pumas i francesi hanno calciato tutto il calciabile contribuendo ad uno dei match più brutti degli ultimi anni, contro i guerrieri del Pacifico hanno deciso di “giocare” tutti i palloni in superiorità numerica per quasi tutto l’incontro.

Contro i Canguri hanno calciato quando dovevano giocare alla mano e hanno giocato il pallone quando sarebbe stato il caso di calciare gestendo tatticamente il match.

Maggiore lucidità e identità più definita avrebbero, forse, contribuito a risultati migliori.

Ma la Francia ne esce lo stesso più o meno bene grazie ad un gruppo estremamente ricco di alternative di lusso.

 Basta vedere quello che succede intorno all’assegnazione della nevralgica maglia n.10.

A novembre i contemporanei infortuni dei giovani astri nascenti Beauxis e Trinh- Duc hanno lasciato spazio a David Skrela, che certo vecchio non è.

 Il figlio d’arte se l’è cavata con risultati alterni, ma i suoi errori dalla piazzola contro l’Australia sono stati determinanti in negativo e gli sono costati l’esclusione dal Sei Nazioni.

Frederick Michalak, tornato dall’esperienza in Sudafrica e voglioso di riconquistare la maglia che considera ancora sua, ha ricevuto lo stesso trattamento e nella rosa ci sono Beauxis e Trinh-Duc, vedremo.

 Il pack sembra migliorare, come ha dimostrato la meta tecnica conquistata contro un’Australia che proprio nel pack ha la sua novità più positiva, mentre in terza linea Lievremont ha problemi di abbondanza potendo giostrare elementi come Picamoles, Ouedrago, Bonnaire, Dusautoir ed il redivivo Harinordoquy.

La stella è ancora il cavernicolo Chabal, specialmente ora che il suo ritorno in Francia, al Racing di Berbizier, è ormai annunciato.

Leader atipico, il gigante può ancora trascinare i suoi dalla sua posizione di seconda linea di movimento.

 Il capitano è, in ogni caso, Nallet che deve salvaguardarsi dagli infortuni, mentre il test novembrini hanno confermato che l’estremo Maxim Medard è ormai pronto per le ribalte maggiori, anche se il ct per l’esordio gli ha preferito il rientrante Poitrenaud.

Insomma, nonostante i problemi la Francia è ancora un gigante in grado di mangiarsi i suoi piccoli nemici, anche se deve ancora capire chi è.

 

Positivo : I Galletti riescono a recitare un ruolo primario anche quando non sembrano ancora in grado di esprimere per intero un potenziale superbo.

 Questo a causa di una identità ancora da definire da parte di uno staff inesperto.

 Ma la grande scelta tra decine di giocatori competitivi e in grado di esprimere abilità individuali di primo livello fa ancora la differenza.

 Il prossimo potrebbe essere il Sei Nazioni di Maxim Medard, atteso alla definitiva consacrazione, così come l’apertura di origine vietnamita Trinh- Duc.

 

Negativo : L’abbiamo sottolineato ampiamente, la Francia è alla ricerca di una identità precisa e definita.

I test di novembre non hanno dissipato i dubbi in merito, anzi.

 La responsabilità è anche di uno staff inesperto.

 Non può non pesare sul problema il fatto che, prima di assurgere alla guida della Francia Marc Lievremont ha guidato solo il Dax, provinciale francese.

La girandola di 56 giocatori selezionati la dice lunga, per il 7 febbraio con l’Irlanda sarebbe bene avere una faccia ben precisa.

 

 

Forwards: Lionel Faure (Sale), Fabien Barcella (Biarritz), Nicolas Mas (Perpignan), Benoit Lecouls (Stade Toulousain), Benjamin Kayser (Leicester), Guilhem Guirado (Perpignan), Dimitri Szarzewski (Stade Français), Lionel Nallet (Castres), Jerome Thion (Biarritz), Sébastien Chabal (Sale), Romain Millo-Chluski (Stade Toulousain), Fulgence Ouedraogo (Montpellier), Louise Picamoles (Montpellier), Damien Chouly (Perpignan), Julien Bonnaire (Clermont), Thierry Dusautoir (Stade Toulousain)

Backs: Jean-Baptise Elissalde (Stade Toulousain), Morgan Parra (Bourgoin), Sébastien Tillous-Bordes (Castres), Lionel Beauxis (Stade Français), Yannick Jauzion (Stade Toulousain), Florian Fritz (Stade Toulousain), Benoit Baby (Clermont), Maxime Mermoz (Perpignan), Aurélien Rougerie (Clermont), Julien Malzieu (Clermont), Alexis Palisson (Brive), Clement Poitrenaud (Stade Toulousain), Maxime Médard (Stade Toulousain), Cedric Heymans (Stade Toulousain)


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