Finito il Mese Terribile, è ora di cambiare

italiani in festaSe è vero che, quando si tratta di palla ovale, i risultati non sono la cosa più importante, è altrettanto incontestabile che qualche vittoria, ogni tanto, aiuterebbe. Chiedetelo a Parisse e compagni che, al di là dei giudizi di merito, continuano ad uscire dal campo frustrati pur avendo nulla da rimproverarsi sul piano dell’impegno e della volontà.


Ma, intanto, novembre si chiude con tre sconfitte che, al di là del risultato numerico, spingono la situazione del rugby italiano verso il limite.

O si cambia, o si muore.

E l’assunto è talmente chiaro a tutti che le dichiarazioni in conferenza stampa di Mallett, Parisse e Checchinato concordano sulla necessità di una imminente riforma del rugby di vertice.

Il prossimo Consiglio Federale, fissato per metà dicembre, porterà sotto l’albero questo regalo.

Speriamo che sotto al fiocco vi sia la soluzione giusta per il movimento.

A mitigare il bilancio in rosso di questo novembre grigio, se non nero per i risultati, l’incredibile successo di pubblico a Padova, città dal prestigioso DNA ovale, a Torino e a Reggio Emilia, ai margini del rugby e dunque ancor più sorprendenti.

Per la squadra, invece, ancora molto lavoro davanti.

Per lo meno, Marcato ha dimostrato di poter giocare apertura e Masi ad estremo ha i suoi limiti ma in fase offensiva è un’arma.

Ripartiamo da qui, a febbraio il Sei Nazioni ricomincerà da Twickenham.


Leave a Reply