Adesso ci vogliono scelte coraggiose

Giancarlo DondiC’è da chiedersi quanto durerà. L’affetto e l’interesse di folle sempre più numerose per gli eroi del rugby ha toccato a Torino livelli incredibili. Ma non potranno essere eterni. Faceva addirittura tenerezza vedere migliaia di ragazzini esultare per la meta di Masi giunta a giochi ampiamente fatti e in pieno recupero dell’ennesima sconfitta.


Sembra chiaro come questo sia un pubblico “nuovo” per il rugby, che ha entusiasmo da vendere ma che gioisce indipendentemente dal risultato, ma per quanto ancora?

La bolla speculativa creata da un entusiasmo sano e disinteressato di torme di sportivi che hanno fame di valori potrebbe esaurirsi presto se chi ha le redini del movimento non prenderà le misure necessarie per svilupparlo.

Italrugby a rischio “Subprime”, dunque, se non si interviene in fretta.

Il massimo campionato italiano non è competitivo e i migliori prodotti del movimento vanno a giocare fuori.

Le soluzioni sono sotto gli occhi di tutti, basta seguire, adattandola alla realtà italiana, l’esperienza irlandese o quella gallese.

Quello che serve è la determinata volontà politica di un vertice che ha un Presidente eletto con il 96% dei consensi e il sogno di ospitare la World Cup all’orizzonte.

Se non ora, quando?


4 Responses to “Adesso ci vogliono scelte coraggiose”

  • Alessandro Cossu Says:

    Caro Alessandro,

    non ho capito bene né il senso di questo articolo né il paragone con la “bolla speculativa”: se l’entusiasmo dei nuovi tifosi è “sano e disinteressato” e nasce da “fame di valori”, come scrivi tu e come credo anch’io, c’è solo da rallegrarsi e da pensare che questo interese possa ulteriormente crescere. Chi ha seguito la nazionale in questi anni non lo ha forse fatto per le stesse ragioni? Se avessimo seguito l’Italia solo per i risultati, a quest’ora saremmo quattro gatti. Capisco la necessità di programmare le attività del movimento nazionale in modo da garantire una base solida, che permetta di restare ai vertici, ma mi pare che questa presidenza abbia fatto in pochi anni cose magnifiche e penso che le si debba dare credito di volere continuare su questa strada.
    Una nota a parte riguardo ai commenti sulle partite con l’Australia e l’Argentina: ho visto solo quella a Padova (ero allo stadio), mentre non ho potuto vedere quella di Torino (vivo all’estero e la partita con l’Argentina non è stata trasmessa da nessun canale). Il tuo entusiasmo per Canavosio contro l’Australia mi è parso un po’ eccessivo, a prescindere dalla prova (a quanto sento e leggo) deludente contro l’Argentina: sinceramente, la prestazione di Canavosio contro l’Australia non mi è parsa cosí esaltante (molto piú determinato e incisivo mi era sembrato Canavosio a Cordoba, quando battemmo i Pumas – questa partita l’ho vista…) e non mi ha sorpreso leggere della sua prova deludente a Torino. Che cosa ti è piaciuto di Canavosio a Padova?

    Un saluto da Monaco di Baviera (alla periferia del mondo ovale) e grazie per il tuo bel lavoro d’informazione.

  • alessandro fusco Says:

    Caro Alessandro, grzie mille per il tuo stimolante commento. Dunque, per quanto riguarda la prima parte del tuo messaggio, voglio chiarire che io sono il più felice dell’entusiasmo che colpisce i vecchi e, soprattutto, i nuovi appassionati al rugby italiano. Appartenendo alla prima categoria ho solo il timore che, se qulacosa non cambierà presto, non riusciremo a consolidare questa crescita senza precedenti. Certo, sono convinto che Dondi abbia enormi meriti e chi mi segue in questa sede e su Il Tempo e su Il Grnade Rugby lo sa bene, così come lo sa lo stesso Presidente. Penso, altresì, che il compito della stampa di settore in questo momento sia di fungere da stimolo ad un salto di qualità organizzativo che garantirebbe, ne sono convinto, prosperità e sviluppo al movimento. Dondi ha oggi i numeri per poterlo fare, con questo e con l’eventuale assegnazione della World Cup può davvero entrare nella storia. Su Canavosio, se mi segui sai che scrivo da un paio di anni che lo ritengo linterprete più attendibile per la maglia n.9 che abbiamo a disposizione. Forse è vero che mi sono entusiasmato troppo per la prova con l’Australia, nella quale, però, non ricordo errori grossolani da parte sua. Contro l’Argentina in un match in cui avevamo pieno controllo sulla conquista statica il Nostro ha gestito male il possesso, sbagliando in maniera evidente una montagna di calci tattici. Comunque, il mio totale sostegno va all’amico Pablo che può fare certo meglio, e un grande ringraziamento a te con la speranza di risentirci presto! Ciao!

  • Luigi Protopapa Says:

    Concordo con l’analisi fatta sulla prestazione di Canavosio anche se vorrei aggiungere che fare il compitino diligentemente non vuol dire vincere la partita,per chi ha giocato a rugby non ci vuol molto ad ammettere che in questo bellissimo sport se non fai molto di più rispetto al compitino le partite non le vinci specie quando si tratta di vere e proprie battaglie.Per quanto riguarda il movimento rugbystico italiano ed il lavoro svolto dal presidente Dondi non credo si possa fare molto altro se non”agganciare”in modo stabile questo sport ai mezzi di comunicazione di massa e martellare allo stesso modo del calcio con programmi ed approfondimenti allo stesso modo di quanto fa ,per esempio,la tv francese(TV5),in modo da far conoscere tutto l’anno la caratteristica di questo sport a molti e non solo agli appassionati che lo seguono sui canali a pagamento privati.Purtroppo temo che il paragone con la bolla speculativa sia assolutamente calzante con il fenomeno rugby in Italia e urge assolutamente prendere provvedimenti,sperando che l’intero movimento abbia gli…agganci giusti con la politica(inutile illudersi che si possa far di più senza il sostegno del mondo politico)per fare quel salto di qualità che serve con tanta urgenza.Grazie e saluti.

  • alessandro fusco Says:

    Caro Luigi, grazie per i tuoi interventi.
    Concordo con la gran parte delle cose che dici, aggiungo solo che, come puoi vedere su un altro post, la Politica si sta già muovendo concretamente per sostenere il rugby. Ora il rugby deve…sostenersi da solo, prendendo le decisioni che non possono più aspettare, grazie e a presto!

Leave a Reply