Heineken Cup, il trionfo di Munster

Il Munster trionfa “Sono irlandese per nascita, ma sono del Munster per grazia di Dio”. Recita così un vecchio adagio dalle parti di Limerick e, per chi ha visto la finale di Heineken Cup (vinta con lo score di 16-13 per gli irlandesi), il senso di tutto ciò è stato chiarito dalla prestazione di O’Connell e della sua truppa.


Davanti ad un Toulouse talentuoso ma incompiuto ha prevalso l’etica del lavoro ed il senso di appartenenza del Munster di Declan Kidney, al suo passo d’addio prima di prendere in mano le redini di un’ Irlanda da rifondare.

I rossoblu hanno sempre condotto nel punteggio – il primo tempo si è chiuso 11-6 con la meta di Leamy e i calci di O’Gara, mentre per il Toulouse il solo Elissalde ha risposto con un piazzato e un drop – ed è stato nella seconda frazione che il continuo lavoro ai fianchi del pack irlandese ha avuto la meglio sui francesi di Guy Noves, incapaci di ritrovare l’ovale “nascosto” dagli avanti del Munster.

Ma il successo irlandese non è stato solo mischia, basta guardare alle prestazioni dei centri Mafi e Tipoki, capaci di dare aria al gioco di Kidney.

A salvarsi tra le file dei transalpini l’arrembante Cedric Heymans – memorabile il suo contrattacco che ha fruttato la meta di Donguy – e il nostro Totò Perugini, l’ultimo ad abbandonare il fortino tra gli avanti francesi.

Proprio prima della finale Perugini è stato gratificato con un rinnovo triennale del contratto e con le parole di Noves che lo ha definito “un pilastro insostituibile del nostro pack”.

Consolazione non troppo magra per il pilone azzurro che aveva sognato di alzare la coppa più importante d’Europa.

Il match ha lasciato strascichi polemici tra i due coach.

Motivo del contendere il giallo che ha spedito fuori per 10 minuti Pelouse e che ha spinto Noves a criticare aspramente l’operato dell’arbitro.

Kidney ha risposto per le rime difendendo la legittimità del successo.

Del resto, molto più determinante ai fini del risultato in favore degli irlandesi era sembrato l’arbitraggio di Owens nella semifinale vinta 18-16 contro i Saracens.

Sia come sia, sulla strada di O’Connell e i suoi sono rimasti i cadaveri di avversari eccellenti : Wasps, Scarlets e Clermont in quello che è stato chiamato il girone della morte nella prima fase.

Poi il Gloucester di Bortolami e Nieto (16-3 il risultato) tradito dal piede di Mister 100% Paterson, impreciso proprio quando non serviva.

E poi i già citati Saracens.

Insomma, dopo il trionfo del 2006 sul Biarritz, un’altra vittima francese è caduta sull’erba del Millenium Stadium di Cardiff pieno delle maglie rossoblu di irlandesi calati sul Galles con ogni mezzo.

Su uno striscione sulle gradinate stava scritto:”To the brave and faithful nothing is impossibile”, per i coraggiosi e gli uomini di fede nulla è precluso, più o meno.

Ai ragazzi di Munster piace indicare una via, oltre che giocare a rugby.


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