Dellapè:”Guadagneremo sul campo il rispetto della Francia”

Da sabato i gladiatori azzurri torneranno nell’arena. Allo stadio Flaminio (ore 14.30, diretta tv su La7 dalle 14) il match inaugurale del RBS Sei Nazioni 2007 li vedrà affrontare i campioni uscenti della Francia, n.2 del ranking mondiale. Nel quartier generale della Borghesiana Bortolami e compagni preparano la “campagna”della consacrazione e i loro volti esprimono la consapevolezza di aver a portata di mano qualcosa di importante.


Il pacchetto di mischia azzurro è considerato a livello internazionale tra i migliori del mondo, una delle sue colonne è, da anni, Santiago Dellapè:”Cosa mi aspetto da questo match?- attacca il 2° linea del Biarritz, uno dei leader dello spogliatoio, punto di riferimento per il gruppo – Dalla Francia non avrò sorprese, in realtà mi aspetto molto proprio da noi. Nei test di novembre contro Australia e, soprattutto, Argentina abbiamo perduto noi molto più di quanto non abbiano vinto i nostri avversari.

Abbiamo regalato quei match per non aver saputo gestire i momenti importanti, ora abbiamo imparato la lezione.”

Come avete lavorato su questi particolari?:”Pierre Berbizier ha un’esperienza enorme e ci spiega spesso come in una partita internazionale la gestione della fine del primo tempo e dell’inizio del secondo può fare la differenza:un pallone portato a terra mezzo metro più avanti, un calcio 10 metri più profondo o un ovale raccolto al volo anziché fatto rimbalzare può condizionare l’inerzia del match.”

Come vivete nella squadra l’attesa per la partita inaugurale del Sei Nazioni?:”Abbiamo un entusiasmo speciale, non vediamo l’ora di giocare.

Dobbiamo, peraltro, gestire al meglio il nostra voglia, dobbiamo evitare psicologicamente di giocare la partita “prima” per poi giungere scarichi all’appuntamento.

Ormai l’Italia è una squadra di livello internazionale e sa come arrivare al massimo nel momento della battaglia.”

Voi giocatori siete consapevoli della crescita di interesse ed entusiasmo da parte del pubblico?:”Certo. Solo qualche anno fa io e Griffen in un bar fummo scambiati per giocatori di pallavolo.

Ora, va bene per me che sono 2 metri, ma Paul è un nanetto…Scherzi a parte, oggi ci riconoscono ovunque, in aeroporto come in strada, lo stadio è pieno e quando canta l’inno di Mameli sentiamo la spinta di tutta una Nazione.”

Hai cominciato tardi con il rugby, a 19 anni, in Argentina poi l’Italia con L’Aquila, Viadana, Treviso, quindi la Francia. Due anni ad Agen, ora a Biarritz nella squadra campione di Francia, hai sempre migliorato il tuo livello professionale?:”Sì, sono stato fortunato, anche se gli inizi non sono stati facilissimi.

A l’Aquila, per esempio, devo gratitudine per avermi preso, ma poi a causa di problemi societari non mi hanno pagato quello che mi spettava, così anche loro mi devono qualcosa.

A Viadana e ad Agen è dove sono migliorato di più.

A parte tutto, Sono felice adesso di essere in uno dei club più prestigiosi d’Europa, dove la rosa competitiva mi obbliga a dare sempre il massimo e mi permette di riposare quando non sono al meglio.”

Cosa pensi del livello del campionato italiano?:” In questa fase il Super10 fa fatica a restare al passo con i progressi della nazionale, le energie economiche non sono all’altezza.

Non penso dipenda dai giocatori, visto che quelli di noi che vanno a giocare fuori in genere riescono ad affermarsi.

Bisognerà presto cambiare qualcosa, l’esempio di Irlanda, Galles e Scozia mi pare illuminante.”

Laporte, ct francese, ha pubblicato una formazione in cui figurano parecchie novità. Un segnale di sufficienza?:”Non credo proprio che lui ci sottovaluti.

I giocatori inseriti sono tutti di primo livello, ad esempio il n.8 Chabal, quindi sanno cosa li aspetta.

Piuttosto, un atteggiamento di superiorità si avverte a livello più generale nell’ambiente del rugby francese.

Noi che giochiamo lì lo avvertiamo da alcuni atteggiamenti, da mezze parole anche perché per ovvi motivi a noi non lo dicono in maniera diretta.

Del resto, l’Italia con loro ha vinto una sola volta(il 22 marzo del 1997 a Grenoble, 32-40 il risultato, n.d.r.) e in Francia ho imparato che ti rispettano solo per quello che fai sul campo, tocca a noi fargli cambiare idea.” Il rugby azzurro ha fame di vittorie, a cominciare da sabato.


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