Cantiere Australia, Connoly costruisce il futuro

Gli unici a vincere due volte la rassegna iridata, gli australiani del rugby hanno dimostrato di saper programmare come nessun altro il lavoro di preparazione ai grandi appuntamenti, proprio ciò che è mancato in passato perfino ai siderali All Blacks. Bastava vedere l’organizzazione degli allenamenti nel centro delle Fiamme Oro di Ponte Galeria per capire come nulla venga lasciato al caso.


Nell’era del rugby professionistico i wallabies sono all’avanguardia in tutti gli aspetti, dalla preparazione fisica, al recupero degli infortuni, allo studio e all’analisi attraverso il video degli avversari e del proprio lavoro.

Connoly ha ereditato una situazione depressa dalla gestione di Eddie Jones riportando in breve tempo il rugby australiano al livello che, storicamente, gli compete.

Protagonisti di un Tri-Nations positivo in estate, i canguri hanno sbattuto il muso solo contro i soliti neozelandesi, giocando peraltro ottimi match contro i tutti neri.

Il tour di novembre è stato mirato a preparare al meglio i prossimi mondiali di settembre 2007, per questo sono stati organizzati quattro test internazionali, tre meed- week test e sono stato portati ben 37 giocatori.

Per la verità il ciclo non è cominciato nel migliore dei modi con una sconfitta dell’Australia A contro i gallesi degli Ospreys e un pareggio nel primo test a Cardiff contro il Galles per 29-29, ma Connoly ha altri obiettivi:”Il risultato è importante, ma non è tutto.

Stiamo valutando alcuni esperimenti, possiamo farlo solo rischiando un poco.”

Il più stuzzicante è quello che riguarda la presenza contemporanea dei tre playmaker Giteau, Rogers e Larkham, in grado, ovale tra le mani, di innescare le frecce Tuqiri, Latham e Rathbone.

Proprio per questo il pack azzurro dovrà fare gli straordinari per garantire il possesso del pallone e “nasconderlo” al talento dei registi avversari.

In ogni caso, oggi lo spettacolo sarà sull’erba del Flaminio.


Leave a Reply