Magners Celtic League, il vento del nord…

Cardiff Blues Roma risponde con il buon senso alle dichiarazioni, pubblicate su un quotidiano nazionale, dell’On. Fava (Lega) e del d.s. del Viadana Tonni circa l’assegnazione delle due sedi per le squadre che dovranno partecipare alla Magners Celtic League.Particolarmente scomposto l’intervento del d.s. del Viadana Tonni che ha parlato di “rugby che non si fa con i monumenti, non con il Colosseo ma con le competenze”.

Volendo sorvolare sulla finezza intellettuale delle argomentazioni, lo stupito lettore si interroga sull’effettiva attendibilità del know-how sbandierato con tanta virulenza.

In effetti, il Viadana ha vinto, facendo riferimento agli ultimi dieci anni per dare un vantaggio ai gialloneri che si contrappongono a società nate negli anni ’30 o giù di lì, un solo scudetto, a fronte di ingenti investimenti e di “professionalità e competenze” profuse a piene mani.

 Ebbene, ”perfino” la Rugby Roma Olimpic è riuscita a raggiungere lo stesso risultato, avendo vinto il suo ultimo titolo nel 2000

“Ultimo” sì, perchè gli inefficienti romani nella loro storia ne hanno vinti altri quattro nel 1935, 1937, 1948,1949, quando il rugby a Viadana era conosciuto con le medesime “competenze” dedicate ai dischi  volanti

Se, poi, si volesse fare un rapido calcolo sulla produzione e sullo sviluppo dei giocatori italiani (intendendo con ciò i giocatori nati in Italia, non in Nuova Zelanda o in Argentina) prodotti dalle società Viadana esce nettamente sconfitta ed è questo, non bisogna dimenticarlo, il fine ultimo del progetto-Celtic : la valorizzazione dei giocatori italiani.

 L’uscita dei due esponenti  del nuovo “vento del nord” ha sorpreso per i toni e le argomentazioni pregiudizialmente anti-Roma che hanno trovato risposte a vari livelli.

 A cominciare dal Sindaco Gianni Alemanno che ha definito “corretto e ragionevole un criterio di equa distribuzione geografica delle due sedi con una al nord e una per il centro-sud che non può non avere Roma come epicentro.

Le ragioni storiche, economiche, di appeal turistico e di bacino sportivo e commerciale – ha continuato Alemanno -sono talmente ovvie che parrebbe inutile sottolinearle”.

 Il sostegno alla candidatura romana dal Parlamento giunge bi-partisan.

“Visto che ci si rivolge ad un palcoscenico britannico mi appello al “common sense”- ironizza l’On. Marcello De Angelis (AN) – che impedisce di ipotizzare due sedi entrambe al di sopra della Linea Gotica.

A parte il criterio di distribuzione, la capitale offre tutto quello che viene richiesto, si badi bene, proprio dalla Celtic League, a cominciare dagli impianti”.

L’On. Roberto Rao (UDC) parla di “occasione perduta per esaltare i valori di unità propri del rugby.

Pare assurdo dividersi su una grande occasione di crescita”.  

I rappresentanti del Comitato Promotore della candidatura romana (Abbondanza, Biagini e Rebecchini) si limitano a ricordare che in questa fase c’è bisogno di chiarezza sul “come” dare vita alle franchigie, piuttosto che sul “dove”, ma tale chiarezza non arriva soprattutto dalla FIR, più impegnata a fare politica che a guidare il processo nell’interesse del movimento.

Una volta stabilito questo il resto sarebbe, appunto, questione di buon senso.


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