Magners Celtic League, no news….

Lo spettacolo della Magners Celtic League Nessuna notizia… cattive notizie? Parafrasando il vecchio adagio si ha un quadro veritiero di una situazione che ha davvero stancato tutti. Stiamo parlando de “l’ingresso di due squadre italiane in Magners Celtic League“, un tormentone talmente ripetuto che sembra vivere di vita propria, quasi fosse un mostro animato che ci insegue anche in sogno ormai da più di un anno e mezzo e che ancora non è giunto al suo termine, almeno apparentemente. Sì perchè, dopo la mancata notizia che oggi tutti aspettavano, è impossibile pensare ad una soluzione positiva, ad un ingresso per la prossima stagione 2010-2011 come era scritto in tutti i documenti ufficiali.

Conoscendo i modi di operare dei Celti, il loro pragmatismo e il loro sacro rispetto per la programmazione – materia da queste parti sconosciuta e spesso sostituita dall’improvvisazione, il suo esatto contrario – risulta altamente improbabile che, giunti alla fine di febbraio, sia ritenuto possibile dal Board della Celtic League, riunitosi oggi a Dublino, che le due compagini italiane si attrezzino in tempo per la prossima stagione e la notizia è che hanno ragione!

Provo solo a fare un esempio.

Durante gli incontri in dicembre e gennaio tra Dondi, Signorini (Segretario Generale FIR), i tecnici della Deloitte e i rappresentanti della Celtic League, questi hanno chiesto agli italiani un elenco dei giocatori sotto controllo diretto FIR.

 Già perchè, si da’ il caso, da quelle parti ogni Union che si rispetti mette sotto contratto ogni possibile prospetto che si metta in luce nelle Academy, per poi deciderne la programmazione e la destinazione nelle varie franchigie, insomma, si opera per la gestione completa del giocatore nell’interesse superiore del movimento.

Ebbene, quella lista non è mai arrivata, semplicemente perchè NESSUN giocatore è sotto controllo diretto FIR, punto e basta. 

Del resto, i temi della gestione e della programmazione dei giocatori, del numero degli stranieri da utilizzare, di come indirizzarli in una franchigia piuttosto che in un’altra erano in effetti stati sollevati durante il processo di scelta delle varie candidate italiane, ma la realtà che li aveva proposti alla FIR come questioni da affrontare preventivamente prima ha ricevuto una risposta sdegnata, poi è stata eliminata dopo essere stata, quando la votazione è stata a scrutinio segreto, liberamente scelta dal Consiglio FIR…. ma questa è un’altra storia.

Adesso che la notizia non arriva gettando nello sconforto parecchi soprattutto nell’area lombardo-parmense, suonano ancora più avventati certi articoli ottimisti apparsi sulle gazzette padane in questi giorni.

Risibile è stata la “lettura” delle dichiarazioni giunte venerdì da Dave Jordan, D.S. della Celtic che su questo blog e su quello del collega Duccio Fumero (Rugby 1823) sono state publicate  integralmente.

Su tutti gli organi di stampa, compresi quelli nazionali, le dichiarazioni non sono state citate o lo sono state solo in parte e in modo assolutamente parziale.

Ciascuno vede quel che vuol vedere, almeno fin quando la realtà non diventa un muro contro cui sbattere.

Intanto, a rimetterci è il rugby italiano che, ad oggi, ancora non conosce la formula del prossimo massimo campionato, che non ha una Lega delle società che possa funzionare da interlocutore rispetto al Potere Assoluto della FIR, che non ha tante altre cose.

 E sembra già di sentire i responsabili quando si tratterà di spiegare il nuovo fallimento:”Abbiamo fatto di tutto…non ci volevano fin dall’inizio…le richieste aumentavano continuamente…”.

Meglio concentrarci sulla Scozia che incontreremo sabato, inutile pensare al futuro, qualcosa ci verrà in mente…


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