L’Italia al lavoro. Il 36-12 al Giappone tra luci e ombre

Mirco BergamascoIn vista dell’imminente Rugby World Cup gli azzurri di Berbizier ricominciano con la vittoria(36-12) su un Giappone in crescita mostrando l’ovvia ruggine di una squadra reduce da un mese e mezzo di preparazione intensissima. Dopo il calcio di punizione di Bortolussi che sblocca lo score al 2’, Marco Stanojevic piazza in pochi minuti un uno-due che acuisce i rimpianti per la sua assenza per infortunio nell’ultimo Sei Nazioni.


Al 7’ rifinisce un’azione da manuale partita da una mischia nei 22 metri giapponesi.

L’ovale passa dalle mani di Troncon e Pez, attraverso quelle di Mirco Bergamasco che lancia Stanojevic sull’out opposto.

L’ala azzurra vìola la linea di meta sulla bandierina, per ripetersi tre minuti più tardi.

Questa volta fa tutto da solo planando solitario in meta in capo ad un lesto intercetto su un long-pass di Yoshida.

La trasformazione di Bortolussi fissa il 15-0.

La frenesia disordinata dei giapponesi non rende agevole lo sviluppo del gioco, ma al 20’ Robertson firma la meta più bella della prima frazione.

L’azione si sviluppa con una serie di passaggi perfetti che creano il soprannumero sfruttato da Canale che allunga sull’out destro.

Il centro azzurro sfrutta il sostegno all’interno passando l’ovale a Robertson che trova un’autostrada per la meta, trasformazione di Bortolussi e 22-0 al 20’.

In questa prima fase pochi lampi da Ramiro Pez, apparso in una delle sue giornate più opache.

Prima di uscire nel primo tempo per infortunio alla spalla fa in tempo a piazzare un paio di buoni calci di spostamento, ma anche a mostrare non pochi imbarazzi difensivi mancando un placcaggio su Loamanu.

Con tutte le attenuanti del caso, l’impressione è che Pez dovrà dare di più nei prossimi impegni per mantenere sulle spalle la maglia n.10.

Nella seconda parte del primo tempo gli uomini di Berbizier mostrano qualche prevedibile pausa, pagando dazio al primo impegno dopo una preparazione così lunga e dura.

Il gioco fatica a svilupparsi secondo i piani e mancano soprattutto sostegno e mantenimento dell’ovale sui punti d’incontro.

Anche la fase difensiva mostra qualche lacuna, specie nei placcaggi.

Ne approfittano i giapponesi che vanno in meta con il compatto pilone Nishiura, che ha creato qualche problema al rientrante Castrogiovanni in mischia chiusa, bravo a capitalizzare il lavoro dei suoi compagni del pack.

La trasformazione di Endo marcava il 22-7 all’intervallo.

All’inizio della ripresa gli azzurri non miglioravano molto ed al 57’ i giapponesi allenati dall’ex-azzurro Kirwan accorciavano sul 22-12 con una meta di Makiri propiziata dall’intercetto di Thompson.

Bisognava attendere il 67’ per tornare a vedere gli italiani esultare per la nobile meta firmata dal “barone” Lo Cicero e favorita dal break del “principe” figiano Vosawai, al suo esordio in azzurro.

Il n.8 fortemente voluto da Berbizier ha dato di nuovo ragione al condottiero di Saint Gaudens mostrando le sue doti di devastante portatore di palla.

Allo scadere Mauro Bergamasco metteva a segno la meta della staffa che, trasformata da Bortolussi, definiva il 36-12 finale.

Le risultanze del match per Berbizier parlano di una squadra che deve ritrovare brillantezza e abitudine al gioco, come è naturale dopo la preparazione, ma anche migliorare in difesa e nel sostegno, due fondamentali decisivi nel rugby moderno.

Il prossimo appuntamento di venerdì 24 contro l’Irlanda dirà molto di più.


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