Enigma Rugby Roma

Saccardo e Aldrige Da quando il titolo sportivo della Rugby Roma è stato rilevato dal gruppo di ex giocatori guidato da Alessandro Missori si parla di lavori in corso per il glorioso sodalizio bianconero ma, dopo il verboso comunicato diffuso ieri dalla nuova dirigenza, parrebbe che il cantiere manchi di un direttore dei lavori. La situazione in cui versa la Roma non è affatto rosea, appesantita com’è dalle scarse risorse a disposizione del nuovo management e dai debiti nei confronti di tesserati FIR lasciati in eredità dalla precedente gestione del vecchio presidente Abbondanza e del suo assistente Capradossi.

Inoltre, in base al testo del comunicato, le prime scelte sembrano piuttosto confuse.

La prima parte si riferisce all’intenzione di confermare in blocco gli allenatori del settore giovanile che bene hanno operato nella scorsa stagione e che riscuotono la fiducia dei genitori dei circa 400 ragazzi bianconeri e di rilanciare l’attività ma, allo stato, non risulta che la dirigenza abbia raggiunto un accordo con la Nuova Rugby Roma, associazione fondata da allenatori e genitori proprio per tutelare l’attività giovanile nel momento di transizione.

Sarebbe auspicabile una unione delle due realtà nel superiore interesse della Rugby Roma ma in questo momento non è certo che si realizzi visto che gli incontri tra i rappresentanti dei due gruppi sono stati ispirati alla reciproca diffidenza.

Rispetto alla prima squadra poi, il comunicato compila un elenco di giocatori “contattati” tra i quali figurano nomi di elementi che difficilmente torneranno a Roma per vestire il bianconero – vedi Aldrige e Rawson – o che hanno già firmato per altre squadre – Saccardo e Damiani con il Prato – o che hanno espresso un gradimento di massima senza definire ancora nulla, come l’ex azzurro Ramiro Pez.

Nell’elenco c’è anche Joaquin Todeschini, centro-estremo argentino di valore, che vanta debiti nei confronti della passata gestione e che sarebbe difficile convincere a tornare.

Insomma, una sorta di lista dei desideri più che una rosa, ancorchè incompleta per affrontare l’Eccellenza, definita e blindata.

A proposito della conduzione tecnica il comunicato fa riferimento a un capo-allenatore straniero (si parla dell’ex capitano All Black “Buck” Shelford) che si avvarrebbe della collaborazione dei due ex bianconeri Giampiero Mazzi e Alessio Murrazzani, finora impegnati da allenatori solo nelle giovanili.

Anche questo indirizzo genera diverse perplessità, sia per la distanza di Shelford dalla difficile realtà italiana sia per i costi che comporterebbe in un momento di dichiarata difficoltà.

La chiusura è dedicata all’impianto del Tre Fontane, dal 1969 sede dell’attività bianconera.

La nuova dirigenza riferisce di un incontro con il Delegato alle Politiche Sportive di Roma Capitale Alessandro Cochi che ha espresso l’intenzione di ” instaurare un percorso nel tempo con la nuova dirigenza, cominciando fattivamente il cammino con il rilascio del nulla osta da inviare al CONI per il rinnovo del contratto delle Tre Fontane”.

Il Delegato ha tenuto poi a precisare che, riguardo al Tre Fontane “il percorso che riguarda l’impianto è in fase di definizione” in parte smentendo quanto affermato nel comunicato Rugby Roma.

L’intenzione di Cochi è, in ogni caso, quella di favorire l’unione di tutte le forze che hanno a cuore il bene della Rugby Roma e di spingerle ad una collaborazione ampia tra tutti i soggetti in gioco.

Per questo potrebbe essere lanciato a breve un tavolo di confronto ma, intanto, il tempo stringe e il debito (si parla di una cifra tra i 200.000 e i 300.000 euro) nei confronti dei tesserati va garantito, pena l’esclusione dai campionati.

 


3 Responses to “Enigma Rugby Roma”

  • Pino Says:

    Mi sembra che in giro non ci siano soldi(questa per il rugby non è una novità)e scelte tattiche. Oltre il problema RROMA, nella capitale e/o nel circondario, esistono altre realtà a rischio a poci Km, vedi Farscati e Colleferro. Nessuno però si adopera per costruire un parco comune, leggi pure franchigia, dove far confluire denari e risorse umane; di contro la Federazione non aiuta godendo quasi a penalizzare il rugby dell’emisfero sudiTALIA. Altro dramma a mio giudizio, la scellerata decisione di abbandonare il campionato Under20 Elite a favore di un campionato Under23 regionale…i nostri ragazzi quando cresceranno? Dobbiamo accettare e subire le scelte fatte da e per le Accademie? CHe risultati hanno prodotto? Quanto sono costate? Mi scusi l’intromissione

  • flanker rro63 Says:

    il solito film…….. anziche’ trovare un accordo tra tutte le parti interessate (il gruppo Missori, Barillari , i genitori ed i vecchi giocatori (quelli veri) e formare un base solida di societa’(con la partecipazione piu’ ampia possibile) in modo che la RRO possa continuare a camminare con le proprie gambe anche in futuro ci si concentra sulle ambizioni personali ed a curare il proprio orticello ed i propri interessi. mi sembra che il nodo principale rimanga l’impianto e mi auguro che Coghi costringa le parti ad accordarsi per il bene della nostra societa’. Altrimenti mi sembra come quello che se lo taglia per far un disptetto alla moglie………………….

  • fab Says:

    GRANDE FLANKER INQUADRATO LA SIYUAZIONE ABBIAMO 24 ORE PER METTERLI D’ ACCORDO PRIMA CHE LA RRO ….SPARISCA SERIE C

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