Il Racing vince a Roma, ma è festa del rugby

D'Apice contro il Racing - foto DAK Festa del rugby al Tre Fontane per la Amlin Challenge Cup, nonostante il diluvio d’acqua e di mete francesi. Il 53-3 con cui il Racing Parigi dell’ex-ct azzurro Berbizier espugna il campo della Futura Park Rugby Roma non rende giustizia alla coraggiosa prestazione dei bianconeri che, soprattutto nel primo tempo terminato sul 3-22, hanno saputo mettere in mostra un gioco fatto di ritmo e ordine tattico davvero notevole al cospetto dello squadrone francese.Particolarmente interessanti le prestazioni dei giovani D’Apice, Valcastelli, Vannini e Cicchinelli, ragazzi romani, laziali, del centro-sud che rappresentano prospetti dal grande futuro ed indicano una via che la Roma sembra aver finalmente intrapreso.

Peccato non sia arrivata una meta a suggellare l’incoraggiante prestazione dei ragazzi di Pratichetti che hanno saputo confermare quanto di buono ha prodotto la squadra romana in campionato.

La festa, dicevamo, non è comunque mancata con una grande presenza di pubblico – circa 3000 gli spettatori – che ha saputo resistere all’acquazzone durato per tutto il primo tempo.

I ragazzi del mini-rugby delle società del Lazio hanno fatto da corona all’ingresso delle squadre in campo e hanno festosamente invaso il terreno di gioco alla fine della partita per strappare un ricordo ai campioni del Racing.

Lo Cicero, Dellapè, Festuccia e il sudafricano Steyn i più gettonati nella corsa all’autografo.

Il match comincia sotto i migliori auspici per i bianconeri.

Vannini è rapido ad estrarre il pallone dai punti d’incontro, gli avanti guidati da Bernabò e D’Apice sono ovunque e la Roma impone ritmi altissimi che creano difficoltà ai francesi.

I bianconeri sono i primi a passare in vantaggio con un piazzato che Freschi trasforma al 10′ per un 3-0 che scalda il pubblico.

Dopo i primi 20′ gli uomini di Berbizier riescono a pareggiare con Goosen e a marcare la prima meta.

Al 27′ è Fillol a marcare in capo ad un lunghissimo drive del pack biancoceleste.

I romani non si perdono d’animo e continuano a stazionare nella metà campo avversaria senza, però, concretizzare in punti.

Prima dell’intervallo le mete di Cronje e Sireli Bobo fissano il 3-22.

Nella ripresa smette di scendere la pioggia dal cielo ma sono le mete francesi a piovere.

Qovu, Berry, ancora Cronje, Lo Cicero e Steyn contribuiscono al risultato finale.


11 Responses to “Il Racing vince a Roma, ma è festa del rugby”

  • giorgia Says:

    ehi, ci sono pure io in quella foto! :)

  • breakfast at murrayfield » I’m scrummaging in the rain, just scrummaging in the rain, what a glorious feeling I’m happy again… Says:

    [...] WordPress.org bpxt_ig="trans.gif";bpxt_ib=13716; I’m scrummaging in the rain, just scrummaging in the rain, what a glorious feeling I’m happy again… Autor: G~ 20/12/09 When you attend a rugby game in Rome, you don’t expect it to be under pouring rain. [...]

  • Francesco Says:

    Beh, i paddock del gran premio saranno coperti … così il problema è risolto
    Alessandro, di chi è l’area del 3 fontane ?

  • rino Says:

    da tempo leggo sulla stampa specializzata che il principale limite delle squadre italiane sta nell’intensità di gioco, non preparazione fisica e nemmeno tecnica, solo intensità di gioco.
    anche ieri sulla gazzetta dello sport (ho miracolosamente trovato una mezza pagina dedicata al rugby)ho letto un articolo in cui Pratichetti, parlando della debacle romana col racing, ha puntato il dito su questa benedetta intensità di gioco…….
    premettendo sempre che sono appassionato ma profano ma non si può prendere provvedimento contro questo gap che ci separa da gli altri??
    oppure ci sono altri limiti che non conosco e non conoscono neanche gli addetti ai lavori visto che non se ne parla??
    grazie per la pazienza!!

  • Francesco Says:

    Rino, in attesa che Alessandro risponda, direi che il problema è questo
    Anche quando siamo abbastanza grandi forti e veloci per competere con l’avversario, non siamo abituati a giocare 80 minuti a certi ritmi, e, se lo siamo, non siamo abituati a giocare tutti i fine settimana a questi ritmi.
    E questo (secondo punto) è quanto accade ad esempio nel 6 Nazioni, dove alterniamo partite discrete a partite scadenti.
    La soluzione sarebbe quella di giocare spesso se non sempre a certe velocità.
    E questo sarebbe (è / era) il progetto originario della partecipazione alla Magners Celtic League ; su cosa poi sia successo in questa storia, Alessandro potrebbe scrivere un poema

  • rino Says:

    grazie francesco!
    sicuramente da fuori è facile parlare e poi in campo le cose sono diverse ma mi chiedo: perchè aspettare una improbabile ammissione alla celtic?
    non si può incominciare a giocare a certi ritmi tra di noi? anche il fatto che la nazionale abbia questi problemi nonostante sia zeppa di oriundi e italiani che giocano all’estero mi porta a pensare che alla fine sia una questione di mentalità “sparagnina” tipicamente italica che non riusciamo a scrollarci di dosso.
    esagero??
    saluti

  • Bruno Says:

    Al di là delle ovvie considerazioni che si possono fare sul divario tecnico-atletico tra noi ed i migliori club europei (ma il budget di una squadra come il racing è quasi 10 volte quello della rugby roma) vale la pena sottolineare la “fame” di grande rugby e la partecipazione dimostrata dal pubblico romano nelle partite con wasps e racing (e a dispetto di quello che molti gufi (o …aironi) padani sostengono.
    Ho notato con piacere la presenza di tifosi con gli emblemi della lazio, della capitolina e di altri club laziali, segno che il potenziale per sostenere un progetto comune di una grande squadra romana c’è. Spero che si dia seguito al progetto “Praetorians” indipendentemente dall’accesso alla Celtic League. Il rugby romano deve tornare ai vertici del campionato italiano e ne ha tutte le possibilità, con un bacino di utenza così vasto.
    Auguri a tutti.

  • Alessandro Says:

    @Francesco : l’impianto del Tre Fontane è di propietà del Comune di Roma. Il progetto di riqualificazione dell’intera area inserito nel progetto relativo alla F.1 è una grande opportunità e non, come detto da più parti, un problema per il rugby. Di più, tra Abbondanza e Flammini esiste un rapporto di amicizia e collaborazione che ha fatto sì che il progetto di ristrutturazione del campo (10.000 posti coperti, shop, risrotrante, bar, etc.)ispirato a quelli inglesi ed esistente prima del discorso Celtic e di quello F.1 viene inserito nel più vasto programma realtivo al GP. Intanto, è in avanzato stato di costruzione (chi vuole può constatere con i propri occhi sulla complanare della via Pontina tra Spinaceto e Tor de’ Cenci)il nuovo impianto Città del Rugby con due campi, palestre, piscine, strutture per la fisioterapia, ristoranti, foresteria che, come già annunciato, verrà messo a disposizione del progetto-Praetoriani che verrà sviluppato a prescindere dalla Celtic League.
    @Rino: il problema che poni è complesso. Non so se hai assistito alla partita del Tre Fontane ma anche un profano gardandola si sarebbe accorto della differenza nell’”intensità” tra le due squadre, soprattuto mantenrla più a lungo possibile. La differenza sta in molte cose e non si può pretendere di essere competitivi con suqadre che hanno un budget di 15 milioni di euro se tu ne spendi, sì e no, un milione. La Celtic poteva essere una scorciatoia per coagulare le energie e consentire a due franchigie(NON DUE SQUADRE DI CLUB!!!!!!)di far giocare i migliori italiani, con continuità, ad un livello formativo perchè migliorassero proprio nell’abitudine a “quella” intensità. Ora Roma sta pensando di riproporre l’idea Praetoriani dal livello del campionato italiano e cominciare a strutturarsi per migliorare. Quanto alla questione-Celtic Francesco ha ragione, ci si potrebbe scrivere un’opera a parte ma non un poema, piuttosto un romanzo trash. Peraltro, in proposito vi rimando al prossimo post. Tutto in alto mare…
    Scusate per la lunghezza e grazie a tutti!

  • Gloria Says:

    Per Alessandro: sono capitata qui per caso cercando informazioni sullo smantellamento dell’impianto delle Tre Fontane. Tu dici che non sara’ un problema per il rugby, ma del pattinaggio non gliene frega niente nessuno? Quello e’ l’unico impianto decente in tutta Roma!!!

  • Alessandro Says:

    Benvenuta Gloria, anche se per caso!
    Non sono in grado di parlare con compiutezza del progetto finale dell’area del Tre Fontane in quanto il progetto definitivo credo non sia ancora stato approvato. Quello che so per certo è che il Comune di Roma impone agli organizzatori che nessuno degli sport presenti nell’area venga eccessivamente penalizzato o, peggio, cancellato. Sono certo che una pista di pattinaggio verrà compresa nella ristrutturazione, magari spostandola di poco. Comunque, ti prometto che comunicherò tempestivamente le notizie in proposito, grazie e a presto!

  • Gloria Says:

    Grazie della risposta. In ogni caso non capisco perche’ non utilizzare l’area adiacente, che e’ vuota e al momento ospita un circo, o addirittura l’area dell’ex Luna Park, visto che sono ormai anni che e’ chiuso e abbandonato. Accanto alle piste di pattinaggio a rotelle c’e’ anche la pista sul ghiaccio, l’unica di Roma (le altre sono a Marino e Mentana, quindi fuori). Io temo che verra’ tutto smantellato e come al solito verranno fatte tante promesse mai mantenute… L’ideale sarebbe attivarsi prima per spostare gli impianti e poi realizzare i paddock, ma ovviamente i soldi del GP vengono prima di tutto!

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