Ciao Brendan, R.I.P.

brendan_lutto La notizia è arrivata come un proiettile scagliato alla velocità della luce nel cuore e nell’anima di tutti quelli che lo hanno conosciuto, sconvolgendoli. Da poco è passata la mezzanotte di ieri quando lo scooter che trasporta il giocatore di rugby Brendan Lynch, pilone 26enne in forza alla Unione Rugby Capitolina (Serie A1), cade sull’asfalto causando la morte del giovane di origine anglo-irlandese. Secondo la polizia di Settebagni, che sta indagando sull’incidente, “risulta evidente” che lo scooter sia stato toccato da un altro veicolo.

Ora gli sforzi degli investigatori sono rivolti a stabilire se si sia trattato di un mezzo pirata che non si è fermato a soccorrere Lynch oppure se si sia trattato di un mezzo pesante il cui conducente potrebbe non essersi accorto dell’urto.

Ma, intanto, resta il sordo dolore che la scomparsa di Brendan Lynch lascia in città soprattutto nell’ambiente del rugby.

Dopo aver giocato nella Lazio Rugby nel 2007/2008 Brendan è rimasto in Italia continuando a giocare e a lavorare alla FAO.

Dopo un’esperienza nell’Alghero, Lynch era tornato di nuovo a Roma nella Capitolina dove aveva trovato la dimensione ideale per vivere la sua passione per il rugby.

Pur giocando pilone e collezionando spesso cartellini gialli che gli procuravano le prese in giro da parte dei compagni di squadra Brendan era un ragazzo di rara bontà fuori dal campo, dove conquistava tutti con il suo sorriso e le maniere gentili :”Era un classico esempio di quelli che qui a Roma chiamiamo “paciocconi” – racconta commosso Tonino Vigna, storico team manager dei bluamaranto e una delle anime della capitolina – si era inserito subito nel nostro gruppo, il dolore per la sua scomparsa non ci lascerà facilmente”.

Nell’ambiente del rugby si dice che i giocatori che lasciano questo mondo si ritrovano su un prato verdissimo a giocare una partita che non finisce mai, da ieri in quella squadra c’è un pilone in più.


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