Clamoroso, Bocchino torna alla Capitolina?
Mentre la crisi economica generale flagella lo sport italiano come e più di altri settori scuotendo le fondamenta di un sistema che va ripensato velocemente, c’è chi comincia a godere dei frutti di una programmazione intelligente e lungimirante. Si tratta dell’Unione Rugby Capitolina che, nata solo nel 1996 e a soli tre anni dal ridimensionamento imposto da costi divenuti insopportabili al culmine di una rapida ascesa, torna prepotentemente a recitare un ruolo di primo piano nel rugby romano e nazionale su basi, per certi versi, rivoluzionarie. Ripescata in A2 la scorsa stagione e partita per salvarsi ha vinto il campionato guadagnando la promozione in A1 e giocandosi un bellissimo play off che ha messo in crisi i professionisti delle Fiamme Oro.
L’aspetto affascinante della vicenda è che i giocatori della prima squadra della Capitolina non solo non percepiscono compensi ma pagano una retta per giocare!
“La Capitolina ha da sempre fatto dell’appartenenza un valore fondante – spiega il Director of rugby Daniele Pacini – così quando abbiamo impostato il nuovo corso avevamo due possibilità : continuare a spendere tutte le risorse per i compensi ai giocatori inseguendo risultati effimeri o investire nel servizio da offrire ai nostri associati.
Ha prevalso la seconda opportunità”.
La scelta comincia a pagare dividendi da urlo se si considera che, pur di allenarsi nella bellissima casa di via Flaminia Vecchia 867 con due campi, palestra, foresteria, medico, due fisioterapisti, due preparatori atletici e quattro allenatori molto preparati (tutte cose che molti club di Eccellenza possono solo sognare) alcuni giocatori nati al Campo dell’Unione e affermatisi altrove cominciano a tornare all’ovile rinunciando ai soldi per la qualità.
Il caso più clamoroso riguarda il mediano di apertura Riccardo Bocchino, fresco reduce dal tour nelle Americhe con l’Italrugby di Brunel e senza accordo con le Zebre, la franchigia federale che giocherà in Pro12 (ex-Celtic League).
Al n.10 nato a Viterbo e cresciuto proprio nella Capitolina, non piacciono le mezze misure : o professionismo o giocare a “casa” cercando altre strade professionali, così eccolo sul Campo dell’Unione a sgobbare con gli altri pronto a indossare di nuovo i colori bluamaranto.
Una scelta estrema per un giocatore che, nonostante alcune battute d’arresto, ha ancora velleità azzurre e che la dice lunga sulla qualità dell’offerta della Capitolina ai propri soci-giocatori.
Il discorso vale anche per il tallonatore Giulio Rampa dal S. Gregorio o per il flanker Emanuele Leonardi, protagonista nell’ultima finale dell’Eccellenza con la maglia del Prato.
Clamorosi ritorni in un gruppo già competitivo e che, oltre a confermare tutti i migliori, riceverà la solita robusta iniezione di gioventù dall’U.20.
Circa 70 (!) giocatori tesserati che si alleneranno per tutto luglio agli ordini di un coaching staff di assoluto valore.
Ai confermati Cococcetta e Caffaratti sono stati affiancati Massimilano Luise per la mischia e Damiano Lo Greco per tre-quarti e U.23, due prodotti bluamaranto cresciuti in casa.
Un sistema che dovrebbe fare scuola diventando un modello virtuoso.
luglio 17th, 2012 at 22:22
[...] lo hanno visto crescere, quelli dell’Unione Rugby Capitolina. A rivelarlo è Alessandro Fusco dalle pagine del suo blog, alle solite attentissimo con quello che avviene nella Capitale e nei suoi dintorni (a proposito, [...]
luglio 17th, 2012 at 23:01
[...] lo hanno visto crescere, quelli dell’Unione Rugby Capitolina. A rivelarlo è Alessandro Fusco dalle pagine del suo blog, alle solite attentissimo con quello che avviene nella Capitale e nei suoi dintorni (a proposito, [...]
luglio 17th, 2012 at 23:19
Bel progetto, anche se mi risulta che Luise sia di scuola CUS e Lo Greco Lazio Rugby
luglio 17th, 2012 at 23:24
Sì ma sono cresciuti, e continuano a farlo, come allenatori in bluamaranto.
luglio 18th, 2012 at 11:13
Complimenti alla Capitolina che investe su se stessa e decide di crescere con le proprie forze senza andare in giro a spendere parecchio per atleti stranieri che spesso non fanno la differenza. La Capitolina ritorna a dare il buon esempio.