RBS Six Nations 2012, Azzurri battuti dai propri errori e dal cinismo dell’Inghilterra

Benvenuti vola verso la meta A un passo dal trionfo. L’Italrugby cede all’Inghilterra con il punteggio di 15-19 nell’esordio dell’RBS Six Nations 2012 allo Stadio Olimpico. Poteva essere un tripudio azzurro, si trasforma in un amaro calice questo match nato sotto l’inconsueta neve romana e davanti all’incredibile folla che, nonostante le condizioni atmosferiche, ha riempito lo stadio di passione tricolore. La neve ha causato qualche vuoto sugli spalti ma le presenze hanno comunque raggiunto il numero di 53.720, una grande vittoria colta dal rugby italiano e dalla città di Roma fuori dal campo.

Sul prato verde, reso agibile dal grande lavoro degli addetti del CONI, gli azzurri hanno proposto ancora un progresso sulla via del nuovo corso imposto dal ct Jacques Brunel, tutto votato al gioco d’attacco.

Dopo un avvio di studio nei primi 30′ in cui Parisse e compagni hanno accettato a viso aperto lo scontro fisico con gli smaliziati inglesi, l’Italia ha sfoderato un finale di primo tempo scintillante con le due mete di Venditti e Benvenuti, due prodotti del vivaio italiano entrambi classe 1990, il momento più entusiasmante del match.

Poi 15′ di black out, due piazzati sbagliati da Botes, un mancato giallo ai danni di Croft per un fallo su Parisse che pesa sulla prestazione dell’arbitro francese Garces, ma soprattutto il gravissimo errore commesso da Masi.

L’estremo abruzzese si è fatto ribattere un calcio di rinvio nei propri 22 metri da Hodgson lasciandogli il pallone e la meta più facile della storia, proprio come era successo al n.10 inglese la settimana prima a Edimburgo contro la Scozia.

Senza dubbio il momento decisivo della partita, l’episodio che ha rimesso in campo l’Inghilterra che pareva in quel momento in balia degli Azzurri.

Dopo l’intensa nevicata lo stadio si presenta caldo di passione italiana.

L’acme si raggiunge all’ingresso delle squadre in campo.

Le telecamere rimandano sui maxi-schermi le espressioni dei giocatori italiani, la concentrazione segna i volti di Castrogiovanni e Parisse.

Parte la colonna sonora, il tema del film “Il Gladiatore”, i giocatori salgono gli ultimi gradini e si trovano di fronte alla sorpresa più gradita.

Accanto alla coppa d’argento del Sei Nazioni c’è Denis Dallan, ex azzurro ora apprezzato tenore, che canta le parole portate al successo da Bocelli.

Entusiasmo alle stelle, folla impazzita e pronta a cantare a squarciagola l’inno di Mameli, uno spettacolo.

Dopo giorni di polemiche e nevicate, lo spot più bello per ritrovare l’orgoglio di essere italiani.

sul campo è l’Inghilterra a provarci per prima ma gli azzurri rispondono colpo su colpo, Parisse è ovunque e Castrogiovanni lo spalleggia, ma Barbieri, Zanni e Lo Cicero non sono da meno.

Gli inglesi rimbalzano indietro, non prima di aver messo a segno due piazzati al 27′ e al 33′ con il giovanissimo Owen Farrell.

Sul 6-0 per i Leoni della Regina viene fuori l’orgoglio dell’Italia e dopo un paio di tentativi falliti per un soffio al 38′ arriva la prima meta del torneo.

La squadra piazza le tende nei 22 metri inglesi e dopo alcuni tentativi arriva la giocata decisiva.

Benvenuti calcia l’ovale verso la meta, il pallone rimbalza sul braccio di Foden e sul gomito di Strettle, rotola verso la terra promessa.

Giovambattista Venditti, classe 1990 da Avezzano, è il più lesto ad avventarsi e a toccarlo in meta.

L’Olimpico esplode di gioia e l’inerzia del match è nelle mani dell’Italia, anche se Burton non marca la trasformazione e l’Inghilterra è ancora avanti 5-6.

Passa qualche minuto, il XV della Rosa controlla il pallone cercando di arrivare all’intervallo ma al 40′ un altro ragazzo italiano del ’90, Tommaso Benvenuti, si inserisce sulla linea di passaggio di Hodgson, intercetta il pallone e vola con le sue gambe da levriero verso il centro dei pali.

Meta, trasformazione di Burton e sorpasso 12-6.

La folla esplode  l’urlo azzurro, tutti negli spogliatoi.

La ripresa si pare bene con un piazzato di Burton poi inspiegabilmente sostituito con Botes che fallirà due punizione abbordabili, ma al 50′ arriva l’errore fatale di Masi che regala sette punti all’Inghilterra e la rimette in partita. Due piazzati di Farrell al 55′ e al 66′ definiscono il punteggio di 15-19 per gli inglesi. Peccato, ma l’Italia di Brunel continua a crescere.

In chiusura la brutta notizia della frattura di una costola per Castrogiovanni, probabile che il suo Sei Nazioni termini sotto la neve dell’Olimpico.

ITALIA – INGHILTERRA 15-19
Sabato 11 febbraio, ore 17.00 – Stadio Olimpico, Roma
Italia:
 15 Andrea Masi, 14 Giovanbattista Venditti, 13 Tommaso Benvenuti, 12 Gonzalo Canale (64′ Luca Morisi), 11 Luke McLean, 10 Kristopher Burton (47′ Tobias Botes), 9 Edoardo Gori (58′ Fabio Semenzato), 8 Sergio Parisse, 7 Robert Barbieri (76′ Mauro Bergamasco), 6 Alessandro Zanni, 5 Quintin Geldenhuys (58′ Antonio Pavanello), 4 Marco Bortolami, 3 Martin Castrogiovanni (34′ Lorenzo Cittadini), 2 Leonardo Ghiraldini (59′ Tommaso D’Apice), 1 Andrea Lo Cicero.
Inghilterra: 15 Ben Foden, 14 Chris Ashton, 13 Brad Barritt, 12 Owen Farrell, 11 David Strettle, 10 Charlie Hodgson (78′ Jordan Turner-Hall), 9 Ben Youngs (51′ Lee Dickson), 8 Phil Dowson (51′ Ben Morgan), 7 Chris Robshaw (c) 6 Tom Croft, 5 Tom Palmer (59′ Geoff Parling), 4 Mouritz Botha, 3 Dan Cole (75′ Matt Stevens), 2 Dylan Hartley (75′ Rob Webber), 1 Alex Corbisiero.
Arbitro: Jérôme Garces (Francia)
Marcatori: 27′ cp. Farrell, 37′ cp. Farrell, 39′ m. Venditti, 40′ m. Benvenuti tr. Burton, 47′ cp. Burton, 50′ m. Hodgson tr. Farrell, 55′ cp. Farrell, 66′ cp. Farrell


6 Responses to “RBS Six Nations 2012, Azzurri battuti dai propri errori e dal cinismo dell’Inghilterra”

  • Bruno Says:

    Brutta, bruttissima partita, forse condizionata dal maltempo ma in realtà conseguenza logica del mix di due squadre che al momento hanno poco da offrire in termini di spettacolo.
    Partita ovviamente buttata al vento e chissà quando mai ci ricapiterà l’occasione che l’inghilterra ci aveva gentilmente offerto su un piatto d’argento. La sconfitta è principalmente frutto della paura di vincere. L’Italia è entrata in campo nel secondo tempo già con l’idea di difendere il risultato e la meta inglese nasce dalla voglia di liberarsi dell’ovale in fretta invece di fissare il gioco e ripartire, cosa che nel primo tempo avremmo fatto. E’ relativamente facile fare bella figura a Parigi dove non avevamo nulla da perdere, ma quando si è trattato di tirare fuori un pò di criterio e maturità che ci avrebbero permesso di vincere contro questa inghilterra inguardabile, allora abbiamo miseramente fallito.
    Rimangono poi delle scelte discutibili come quella di privarci dell’unico calciatore che abbiamo. Personalmente non sono entusiasta di Burton, ma non è certo Botes che può migliorare le cose. Anzi.
    Vedremo adesso con Irlanda e Galles se abbiamo assorbito la botta psicologica, ma ho il timore che ci si stia già concentrando sulla Scozia per portare a casa il minimo ed evitare il disastro completo. Questo ovviamente ci porterebbe a due disfatte annunciate. Spero di sbagliarmi.

  • Alessandro Says:

    Caro Bruno, questa volta non condivido la tua severità.
    Certo, vi sono molte criticità, ma a me piace anche sottolineare il nuovo atteggiamento propositivo, le due mete di due ragazzi italiani del 1990, e l’arrivo di tanti nuovi appassionati grazie allo stadio Olimpico. In ogni partita ci sono errori che possiamo analizzare ed è giusto farlo, ma io vedo dei progressi. Grazie e a presto!

  • Bruno Says:

    Caro Ale, è vero, Venditti e Benvenuti rappresentano una boccata d’aria fresca e in altri tempi i nostri tre-quarti (non faccio nomi ma ne sarei tentato…) si sarebbero fatti sfuggire quei due palloni per mancanza di reattività.
    Che dire… il confine tra il vedere il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto è labile. Concordiamo sul fatto che il bicchiere è pieno a metà.
    Brunel comunque ha dimostrato di saper fare le nozze coi fichi secchi in passato e da questo punto di vista ho grande fiducia in lui. Sarà importante vedere continuità di intensità e concentrazione nelle prossime due trasferte terribili.

  • Alessandro Says:

    Vero! Anche io nutro grande fiducia in Brunel, una figura di allenatore di campo che apprezzo molto, dopo quattro anni di allenatore-manager, soprattutto di sè stesso …. Aspettiamo e vediamo, ma con grande fiducia! Io mi aspetto una sorpresa dalle due trasferte che, al momento, appaiono durissime, ma questo è un Torneo molto equilibrato e l’Italia è in crescita.

  • dan Says:

    Personalmente sono molto preoccupato: la Nazionale sta adottando il modello Treviso, ossia raccattare quello che c’è e cercare di vincere quel minimo per far fare bella figura allo sponsor! Sono due anni che ci rompono l’anima con questo Botes che serve solo per liberare un posto di straniero alla Benetton (adesso potrà fare coppia con De Vaal così Gori se lo sogna di giocare!) E’ la stessa cosa di Van Zyl, qual’è l’apporto che danno alla Nazionale? Passatemi una battuta: meglio perdere con un Bocchino italiano che con una pippa straniera! Dopo i due errori al Mondiale contro l’Irlanda, quest’ultimo è stato fatto fuori dal giro; mi auguro che succeda lo stesso a Botes a questo punto.

  • Bruno Says:

    caro Dan,

    è storia consolidata ormai. Sull’asse treviso-viadana sono iniziati i mali del rugby italiano diversi anni fà. Con i soldi buttati al vento per arrivare a disputare finali di campionato italiano con solo cinque italiani su trenta. O con la corsa alla celtic league che ha affossato il campionato italiano, e con esso il rugby del centro-sud.

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