E adesso avanti!

Brunel Si chiude la Rugby World Cup 2011 e, mentre in Nuova Zelanda è il momento della festa, nel resto del mondo è l’ora dei bilanci e delle analisi. A livello di tendenze nelle filosofie di gioco, da tempo si consuma uno scontro tra la scuola europea, fortemente tradizionalista, e quella delle potenze australi incline al rinnovamento. Dopo anni di tentativi di spettacolarizzare il rugby con nuove regole, accorgimenti tecnici più o meno efficaci e condivisibili per farlo somigliare sempre di più al suo cugino Rugby XIII depotenziando la mischia chiusa e le fasi statiche ecco che proprio gli All Blacks, epigoni dell’innovazione, vincono la finale marcando una sola meta e difendendola nei minuti finali nascondendo l’ovale agli avversari con un lungo possesso costruito sulla forza degli avanti, secondo la migliore tradizione europea.

Morale: giusto rimanere sensibili alla modernità e all’innovazione – e in questo il rugby è superiore agli altri sport di squadra – ma i pilastri del gioco sono, e resteranno, quelli di sempre.

Fa piacere constatare di essere d’accordo in questa lettura con i colleghi (e grandi amici) Duccio Fumero del blog Rugby 1823 e Francesco Volpe del Corriere dello Sport.

Per l’Italia è tempo di guardare avanti.

Dopo l’ennesimo fallimento dell’assalto ai quarti del mondiale meglio concentrarsi sul Sei Nazioni, vero core-business del nostro movimento.

Il nuovo ct, il francese Jacques Brunel, eredita da Mallett una squadra con margini di crescita, forte di un gruppo di esperti ancora giovani guidato da Parisse, Zanni e Castrogiovanni e una schiera di emergenti come BenvenutiSemenzato, Gori, Toniolatti, Derbyshire, Furno, D’Apice e altri da valorizzare.

Esprimiamo due desideri.

Al nuovo ct chiediamo di costruire un’Italia capace di entusiasmare costruendo gioco e segnando mete, facendo scelte coraggiose e senza condizionamenti, ha tutte le abilità per poterlo fare.

Al presidente federale Dondi chiediamo di mettere Brunel in condizione di farlo sostenendo il suo lavoro con scelte politiche precise e lucide, a cominciare dalla gestione degli atleti nelle franchigie.


One Response to “E adesso avanti!”

  • Francesco Says:

    Gentile sig. Fusco,
    ne è passata di acqua sotto i ponti da quando la Nazionale giocava con orgoglio e passione, ma infruttuosamante: ho trovato vecchi articoli sportivi sulle sconfitte subite dall’URSS (nel 1986) e dalla Romania (nel 1988), squadre oggi lontane nelle classifiche internazionali.
    Distinti saluti,
    Francesco.

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