Rugby World Cup 2011, occasione d’oro per Bocchino

Bocchino contro i Saxons Strano destino quello di Riccardo Bocchino. Talentuoso mediano di apertura italiano – merce rarissima – messo continuamente in discussione a livello di club, si sta costruendo con costanza e tenacia una carriera azzurra in ascesa tanto da partecipare alla Rugby World Cup 2011 con ottime speranze di giocarsi le proprie carte con l’altro n.10 scelto da Mallett, Luciano Orquera. La cosa che sarebbe curiosa se non fosse grottesca è che Bocchino negli ultimi due anni (a Rovigo in Eccellenza e agli Aironi in Celtic League) ha giocato pochissimo, praticamente mai, contraddizione tutta italiana di cui si è lamentato lo stesso Mallett. “L’esperienza professionistica in Celtic League è importante per noi giovani – taglia corto Bocchino, classe 1988 – ed è un bene avere la possibilità di crescere confrontandosi con il meglio in Europa, ma io ho deciso di tornare nel campionato italiano Eccellenza a Prato, dove c’è un gruppo fantastico, per giocare con continuità”.

Già ma prima c’è da giocare un mondiale:”Sono consapevole di quale enorme opportunità sia per me.

Dopo due anni in cui ho giocato poco essere qui lo considero un nuovo punto di partenza, un trampolino incredibile per rilanciare la mia carriera.

Ora devo conquistarmi ogni minuto che giocherò impegnandomi al massimo in allenamento e in partita, dipende da me”.

Mallett ha scelto lei e Orquera ma le gerarchie non sembrano ancora definite:”Nei test con Giappone e Scozia ci siamo alternati.

Contro i giapponesi – continua Bocchino, nato a Viterbo ma cresciuto nella Capitolina a Roma – sono partito dal primo minuto e sono moderatamente soddisfatto di come ho gestito l’attacco nei primi 20′, poi abbiamo un poco sofferto.

Contro la Scozia sono entrato negli ultimi 20′ e ho cercato di giocare ogni pallone possibile, forse avrei dovuto usare di più il calcio tattico per mettere pressione sugli avversari”.

Proprio i calci tattici rappresentano un aspetto del gioco su cui Bocchino, coraggioso in difesa e fantasioso in attacco, deve lavorare:”Sono molto contento del lavoro che sto facendo su questo fondamentale grazie a Philippe Doussy (coach azzurro del gioco al piede), una presenza importantissima nello staff della nazionale e per la mia crescita personale”.

Proprio i tecnici federali hanno sempre creduto in Bocchino:”Se sono qui è perchè devo ringraziare tutti i tecnici che ho avuto ma soprattutto Gianluca Guidi che, facendomi giocare nell’Italia A in momenti per me molto difficili, mia ha dato la possibilità di essere qui.

Gli devo molto come giocatore e come uomo”.

Valori e sentimenti, elementi importanti per il rugbista Bocchino che molti giudicano freddo:”Sarà perchè gestisco bene l’emozione.

Nelle ore precedenti alla partita sento la pressione, vivo la mia agitazione.

Poi quando comincia il match tutto svanisce torno lucido, sotto controllo”.

In Italia l’attesa cresce, che World Cup ci aspetta?:”Il gruppo è molto competitivo partiamo alla pari con tutti poi siamo noi che dobbiamo cogliere le opportunità che ci si presentano, ogni minuto giocato deve essere messo a frutto, il livello di concorrenza aiuta a dare sempre il massimo e qui ci sono molti giocatori bravi.

Chiaro che l’obiettivo sono i quarti di finale, per questo tutti individuano nel match con l’Irlanda una specie di finale, ma per me è un errore.

Nulla esclude di poter vincere con squadre sulla carta più forti o perdere con squadre sfavorite, il rugby non perdona”.

 


2 Responses to “Rugby World Cup 2011, occasione d’oro per Bocchino”

  • Maurizio Says:

    Tristissima, consapevole e coraggiosa la scelta che ha dovuto fare Bocchino per “giocare con continuita’”. Lo abbiamo visto recentemente con i crampi, poiche’ aveva dato piu’ del dovuto. Gli auguro di fare bella figura e di dimostrare che vale la maglia n.10, come molti di noi pensano.
    Rugby italiano schizofrenico che non smette di meravigliare, dove le equazioni lineari (chi e’ chiamato in Nazionale “deve” giocare il piu’ possibile nel proprio Club) non valgono.
    In bocca al lupo !

  • Bruno Says:

    Torno con piacere a scrivere su questo blog dopo aver smaltito (in parte) l’enorme rabbia per quanto accaduto in casa Rugby Roma, cosa che mi ha tenuto alquanto distaccato dalle faccende rugbystiche italiane (ho fatto finta di essere australiano, così da togliermi qualche soddisfazione…).

    Che dire di Bocchino ? Andava ovviamente tutelato di più e fatto giocare (alla faccia dell’utilità delle franchigie per il nostro movimento). Per l’ennesima volta si arriva al mondiale con il quiz (o la scommessa) sull’apertura. (Ricordate la faccenda Pez – Wakarua ?)
    Segno forse di quanto non si siano davvero risolte alcune questioni di fondo del rugby italiano.
    Che dire ? In bocca al lupo. Che sia un n.10 di area romana a far risplendere una nazionale ed un movimento sempre più padanocentrico ?
    Rimane peraltro (e si accresce col tempo) una sorta di senso di distacco da una nazionale (direi da una federazione) nella quale sempre meno ci si riconosce dal Po in giù.
    E non sono il solo a pensarla così.
    Dall’inizio della telenovela della partecipazione in Celtic League, con tutti i guasti che ha provocato, l’amarezza ha sempre più preso il posto dell’entusiasmo per le italiche vicende.
    Speriamo nella dea bendata. Vedo più crepe nell’Irlanda che forza nostra. Potrebbe scapparci il miracolo. Tantopiù che non abbiamo nel girone gente (evitato il rischio Samoa ad esempio) che ci impegnerà troppo fisicamente o mentalmente nel frattempo.

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