Rugby Roma, la coppa del sudore

La rimessa laterale romana - foto DAK L’ultimo titolo conquistato risaliva al 2000, l’anno dello storico scudetto vinto in finale con L’Aquila, ultimo squillo della presidenza di Renato Speziali, ultima stagione di un altro rugby. Domenica scorsa la Futura Park Rugby Roma e l’attuale capitano Nicola Leonardi hanno riassaporato la gioia di sollevare al cielo una coppa dopo 11 anni battendo 33-12 il Mogliano nella finale del Torfeo Eccellenza, l’ex Coppa Italia. Lo ha fatto nell’anno in cui celebra l’80° compleanno, un anno particolare cominciato in maniera difficile ma che potrebbe riservare gioie ancora più grandi a tutti quelli che amano la maglia bianconera, certamente molto più numerosi di quei pochi che al sabato occupano le tribune del Tre Fontane per sostenere la squadra.

Dopo il tormentato finale della scorsa stagione la Rugby Roma ha deciso di affidare la conduzione tecnica a due coach sudafricani.

Daniel de Villiers e Jaco Stoumann sono cresciuti in una realtà rugbistica di massimo livello ma allenare la nazionale della Tunisia li ha forgiati alle più incredibili difficoltà organizzative.

Anche per questo, giunti in estate al Tre Fontane, hanno saputo rimboccarsi le maniche senza scoraggiarsi di fronte ad una organizzazione da ricostruire.

Con l’aiuto del team manager Palmieri e di pochi altri volenterosi hanno saputo fare quadrato insieme con una rosa di giocatori comunque allestita dal presidente Abbondanza con elementi di grande qualità per il livello del campionato italiano.

Myring, Rodriguez, i fratelli Leonardi, Pavan, il nazionale tongano William Helu sono tutti giocatori di grande valore ma che dovevano inserirsi e costruire un gruppo nuovo.

L’inizio della stagione è stato difficile.

Alle lacune organizzative si sono aggiunte le fisiologiche difficoltà di assimilazione di un gioco nuovo, complesso e strutturato, che ha richiesto un grande impegno da parte di tutti.

Non era difficile vedere sotto il sole di agosto e settembre giocatori navigati aggirarsi per i viali del Tre Fontane con il corposo playbook portato dai coach sudafricani interrogarsi a vicenda come studenti al primo esame universitario.

Qualche risultato negativo, come le sconfitte in campionato nel derby con la Lazio o con lo stesso Mogliano avevano inibito le illusioni anche dei più accaniti affezionati bianconeri.

Eppure Daniel de Villiers e i suoi hanno avuto il merito  di non arrendersi e di continuare a credere nel proprio lavoro, e ora cominciano a raccogliere i risultati.

La vittoria nel secondo torneo nazionale ha, per la Rugby Roma e per il suo ambiente, un valore che supera quello meramente tecnico della competizione. Il 33-12 con cui si è sbarazzata dell’orgoglioso Mogliano rappresenta la settima vittoria consecutiva tra campionato e Trofeo Eccellenza:”Sono venuto qui per riportare Roma in alto nel rugby italiano – ha detto de Villiers – e il Trofeo eccellenza era uno degli obiettivi fissati all’inizio della stagione, al di là delle difficoltà incontrate.

Il gioco sta migliorando e ora durante la pausa del Sei Nazioni recupereremo gli infortunati per preparare il rush finale in vista dei play off”.

Elementi come D’Apice, Cicchinelli, Aldrige, Varani, Valcastelli saranno pronti per vivere la Primavera bianconera.


4 Responses to “Rugby Roma, la coppa del sudore”

  • Francesco Says:

    Devo fare ammenda, non credevo che il duo De Villers – Stoutmann avrebbe funzionato, ma funziona.
    Merito anche di alcuni chiarimenti sulle scelte tecniche (ossia primo : ancorare la testa di mischia) e del recupero di German in primo luogo.
    La squadra difensivamnte è un muro, se si tolgono le mete prese su intercetto (Prato) e quelle prese da veloce su punizione (Parma 1 e 2) ne residuano veramente poche.
    Ora manca solo una certa tranquillità societaria per giocarsi una primavera di possibili playoff, ma la vittoria nel torneo è una frustata positiva per l’ambiente prima che per i giocatori (che sono veramente un gruppo sano)

  • Bruno Says:

    Mi associo a quanto scritto da Francesco (stavo appunto per farlo anch’io).
    Ho espresso, dopo un entusiasmo iniziale, alcune riserve sulla conduzione tecnica a seguito delle sconfitte (amare ed immeritate) con Lazio e Mogliano. Ero soprattutto scettico sulla capacità di modificare in corsa alcune scelte di fondo ma in effetti questa squadra stà crescendo a vista d’occhio e soprattutto dimostra una propensione al sacrificio davvero encomiabile.
    Sono fiero di aver seguito a Prato questi ragazzi e questo staff tecnico. Ci hanno regalato una giornata da incorniciare. A tutti loro il nostro grazie.

    P.S. Il bandierone 6metri x 2 bianco-nero-verde nelle foto è frutto di alcune ore di cucitura di mia madre. Si merita questa citazione.
    Lo rivedremo nelle prossime partite al tre fontane.

  • federico Says:

    complimenti a tutti i ragazzi,anche se questa mezza coppa (grazie alla fir)è sempre un riconiscimento ad un lavoro svolto con serieta’

  • Iacco Says:

    Mi ricordo lo sconforto più totale nel vedere la meta presa con il GranDucato dopo le sconfitte con Lazio e Mogliano. Dalla partita con i Cavalieri Prato qualcosa è cambiato. Ora serve tutto il supporto necessario per la corsa finale. Un’applauso al bandierone del Chersoni, mi sentivo un pò a disagio da solo con quello stendardo. DAJE ROMA!

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