Sei Nazioni, l’Irlanda

Bria O'Driscoll Declan Kidney ha vinto molto con il suo Munster ma l’impressione è che, ora che è stato chiamato alla guida dell‘Irlanda, dovrà abituarsi ad occupare posti in seconda fila. Il problema è che la Golden Generation degli O’Gara e degli O’Driscoll è ormai, come l’invincibile legge del tempo impone, avviata sul viale del tramonto e non sembra che i nuovi talenti prodotti dal vivaio dell’isola di smeraldo siano all’altezza dei loro predecessori. Heaslip, Earls, Luke Fitzgerald, Ferris, Kearney, O’Leary sono tutti ottimi elementi ma ancora nessuno di loro ha dimostrato di possedere quel qualcosa in più in grado di consentire il cambio di marcia all’interno delle singole partite.

I test di novembre hanno detto molto in questo senso.

Dopo la poco significativa vittoria sui generosi canadesi l’Irlanda non è riuscita a marcare mete contro gli All Blacks in un match in cui raramente hanno avvicinato la linea dei 22 metri avversari, mentre con l’Argentina il prodotto è stato mediocre.

 Reddan è invischiato nella crisi dei suoi Wasps e non possiede la capacità di incidere sul gioco dei suoi che era propria di Stringer, odioso ma efficace folletto di Limerick, e dietro O’Gara si nasconde un altro problema per Kidney.

 Finora Ronan ha retto alla grande imponendosi anche come leader all’interno del gruppo, ma alle sue spalle non si intravede alcun pretendente attendibile alla maglia n.10 a parte Paddy Wallace, che però ha disperato bisogno di accumulare esperienza in campo internazionale.

 Kidney in questo momento non può permettersi di tenere a riposo O’Gara rinunciando al suo piede provvidenziale, dunque come al solito il cane si morde la coda.

Più o meno lo stesso problema vale per il back up di O’Driscoll, la cui proverbiale velocità è sempre più zavorrata dagli anni trascorsi a combattere gloriose battaglie con la maglia verde sulle spalle.

Tommy Bowie potrebbe raccoglierne presto l’eredità, mentre all’orizzonte spunta il talento di Keith Earls, ventenne freccia del Munster a segno all’esordio contro il Canada, quando Kidney l’ha schierato da estremo.

In molti hanno scomodato paragoni illustri ed il ragazzo ha potenzialità interessanti ma anche lui dovrà fare esperienza internazionale per assurgere al ruolo di protagonista e, in ogni caso, ora è infortunato.

 In vista del Sei Nazioni sembra dunque che i verdi debbano partire un passo indietro rispetto all’ultima edizione, considerato che il pack è solido ma raramente incide in prima linea.

Continua dominare i cieli Paul O’Connell, vero totem irlandese, classico leader by example e capace di issarsi sulle spalle il peso della squadra e trascinarlo oltre l’ostacolo, ben assistito dal gemello O’Callaghan.

In terza linea sembra Ferris, compagno di Carlo Del Fava nell’Ulster, il giocatore più pronto ad imporsi a livello internazionale, mentre per gli altri i limiti più evidenti sono nelle potenzialità fisiche.

 Insomma, il vivaio irlandese sembra pagare la politica delle province che continuano a reclutare giocatori stranieri per poter essere competitive in Celtic League ed in Heineken Cup, mangiando però spazio ai giovani indigeni che, in questo modo, non riescono ad accumulare l’esperienza necessaria.

Ne sa qualcosa il rugby italiano.

A volte anche in Ovalia vale il detto “tutto il mondo è paese”.

 

Positivo: Gaelic pride, fighting spirit, chiamatelo come volete ma per cantar vittoria al cospetto di una squadra irlandese bisogna essere sicuri di aver stravinto.

Tra le armi in dote ai ragazzi di Kidney quella della combattività non fa certo difetto e viene da radici lontane, come ha dimostrato la partita infrasettimanale del tour All Blacks contro le seconde linee del Munster.

Per il resto il talento più pronto ad esplodere pare essere Kearney.

Il tre-quarti di Dublino ha fisico e velocità per imporsi sia da estremo che da ala e le sue qualità al piede si esaltano con le nuove regole.

 

Negativo: La transizione dall’era della generazione di O’Driscoll, O’Gara e Stringer a quella successiva sta costando molto in termini di risultati e proprio il Sei Nazioni 2009 sembra porsi come una pericolosa buccia di banana sul cammino dei verdi.

 Oggi è difficile pronosticarli come vincitori, la Francia ha un altro passo.

 

 

Ireland’s 2009 Six Nations squad

Backs: Tommy Bowe (Ospreys), Ian Dowling (Shannon – Munster), Girvan Dempsey (Terenure College – Leinster), Darren Cave (Belfast Harlequins – Ulster), Gordon D’Arcy (Lansdowne – Leinster), Keith Earls (Young Munster – Munster), Luke Fitzgerald (Blackrock College – Leinster), Shane Horgan (Boyne – Leinster), Robert Kearney (UCD – Leinster), Geordan Murphy (Leicester Tigers), Brian O’Driscoll (UCD – Leinster), Ronan O’Gara (Cork Constitution – Munster), Tomas O’Leary (Dolphin – Munster), Eoin Reddan (Wasps), Jonathan Sexton (St Mary’s College – Leinster), Peter Stringer (Shannon – Munster), Andrew Trimble (Ballymena – Ulster), Paddy Wallace (Ballymena – Ulster).

Forwards: Rory Best (Banbridge – Ulster), Ryan Caldwell (Dungannon – Ulster), Bob Casey (London Irish), Tom Court (Ballymena – Ulster), Stephen Ferris (Dungannon – Ulster), Jerry Flannery (Shannon – Munster), John Hayes (Bruff- Munster), Cian Healy (Clontarf – Leinster), Jamie Heaslip (Naas – Leinster), Marcus Horan (Shannon – Munster), Bernard Jackman (Clontarf – Leinster), Shane Jennings (St Mary’s College – Leinster), Denis Leamy (Cork Constitution – Munster), Donncha O’Callaghan (Cork Constitution – Munster), Paul O’Connell (Young Munster – Munster), Mick O’Driscoll (Cork Constitution – Munster), Malcolm O’Kelly (St Mary’s College – Leinster), Alan Quinlan (Shannon – Munster), Mike Ross (Harlequins), Donnacha Ryan (Shannon – Munster), David Wallace (Garryowen – Munster).



 

 


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