Sei Nazioni, la Scozia

Mike Blair Cominciamo oggi a presentare le avversarie dell’Italia per l’RBS Sei Nazioni 2009 che comincerà sabato prossimo 7 febbraio (ore 16, diretta tv su La7) con Inghilterra – Italia. Abbiamo pensato di cominciare dalla Scozia, avversaria diretta degli Azzurri di Mallett. Ci crediate o no, è proprio la Scozia la squadra che, rispetto al Sei Nazioni 2008, a nostro parere è cresciuta di più e non è una buona notizia per l’Italia.

 Questo nonostante nelle ultime partite le uniche vittorie dei ragazzi di Hadden  siano state quella con l’Inghilterra nel Sei Nazioni 2008, una delle più brutte partite del torneo, quella a giugno in Argentina contro l’edizione più misera presentata dal ct dei Pumas Phelan, e quella contro un debolissimo Canada nel freddo pomeriggio novembrino di Aberdeen.

Lo dimostra il modo in cui nel match contro il Sudafrica, pur perdendo alla fine, ha messo paura ai campioni del mondo conducendo all’halftime 10-0.

 Lo dimostra il modo in cui ha fronteggiato gli All Blacks lanciati verso il terzo Slam della loro storia.

Inoltre, gli uomini di Frank Hadden stanno raccogliendo i frutti di un duro lavoro avviato mesi fa dal punto di vista fisico, mentre in alcune aree del gioco, come il gioco in mischia e le rimesse laterali, i progressi sono già evidenti e consolidati.

Molto merito deve essere riconosciuto al lavoro di un esperto come l’ex-All Blacks Mike Brewer, cui è stato affidato il pack scozzese.

Sono stati gli stessi giocatori a gratificare pubblicamente gli sforzi del proprio coach.

Hamilton, la seconda linea che insieme con Hines costituisce una coppia di assoluto valore, ha detto al termine dei test di novembre:”adesso noi conosciamo Mike e lui conosce noi.

Il gioco dei primi cinque uomini è il cuore di ogni squadra e con lui siamo migliorati davvero tanto.

Inoltre, la rosa della squadra si è allargata molto e i ragazzi che sono entrati nel gruppo sono tutti al livello giusto per fare un grande Sei Nazioni“.

Anche la fase difensiva è migliorata rispetto al recente passato e nei test di novembre ha dato buona prova.

Se si vuole individuare il limite più evidente nel rendimento degli uomini in blu è, certamente, nella difficoltà nell’andare in meta.

Anche Alistair  Strokosch, roccioso flanker del Gloucester si è pronunciato in maniera ottimistica e l’ex-mister 100% Paterson sembra rivitalizzato dall’idea di giocare il suo quarto mondiale nel 2011 dopo un periodo di appannamento coinciso con la fine della sua avventura a Gloucester, denunciano una nuova compattezza all’interno del gruppo che appare come un ulteriore arma a disposizione degli uomini del cardo.

A loro lo spirito combattivo non è mai mancato neanche nei periodi più bui e, dopo aver toccato il fondo con la sconfitta all’ultimo respiro patita al Flaminio per il drop di Marcato nell’ultimo match della scorsa edizione del Torneo, Hadden sembra aver ritrovato un gruppo con maggiore consapevolezza e partecipazione.

Tutto questo grazie alla nuova linfa che arriva da una serie di talenti che si affacciano alla scena internazionale con la giusta dose di prepotenza e che promettono di affermarsi stabilmente.

I nomi di Nick de Luca, Ben Cairns, Thom Evans e John Barclay non sono del tutto nuovi ma hanno ancora l’età giusta per esplodere, considerato che un giocatore ancora giovane come Hogg ha già superato i 50 cap.

Insomma se qualcuno, sulla scorta di quanto avvenuto nel Sei Nazioni 2008, pensa che la prossima trasferta ad Edimburgo dell’Italia fosse una facile occasione per evitare il cucchiaio di legno ,secondo noi si sbaglia di grosso.

Gli scozzesi sono lontani dall’essere pronti a recitare il ruolo di Cenerentola.

 

Negativo: Gli ultimi anni hanno visto appannare un blasone che ha sempre vissuto di luce propria.

Problemi economici, ancora irrisolti, difficoltà nel reperire una generazione in grado di garantire continuità negli anni ai massimi livelli.

La squadra ha una oggettiva sterilità nel produrre mete e dalla piazzola, se non ci pensa il vecchio Paterson, Parks e Godman non offrono garanzie.

 

Positivo : I gruppo può cementarsi intorno ad una spina dorsale collaudata.

Paterson, Strokosch, Hogg, Hines, White sono elementi collaudati e ancora in grado di garantire consistenza, ma il diamante più brillante a disposizione di Hadden è certamente Mike Blair.

Lucido nelle scelte, dotato di mani dolcissime, capace di calciare quando il momento tattico lo richiede, solido in difesa.

La nomination a Player of the Year non è giunta per caso.

 

Backs: Mike Blair (c), Ben Cairns (both Edinburgh), Chris Cusiter (Perpignan), Simon Danielli (Ulster), Nick De Luca (Edinburgh), Thom Evans, Max Evans (both Glasgow Warriors), Phil Godman (Edinburgh), Ruaridh Jackson (Glasgow Warriors), Sean Lamont (Northampton Saints), Rory Lawson (Gloucester), Graeme Morrison, Dan Parks (both Glasgow Warriors), Chris Paterson, Hugo Southwell and Simon Webster (all Edinburgh)

Forwards: John Barclay, Kelly Brown (both Glasgow Warriors), Geoff Cross (Edinburgh), Alasdair Dickinson (Gloucester), Ross Ford (Edinburgh), Scott Gray (Northampton Saints), Dougie Hall (Glasgow Warriors), Craig Hamilton, Jim Hamilton (both Edinburgh), Nathan Hines (Perpignan), Allister Hogg, Allan Jacobsen (both Edinburgh), Alastair Kellock (Glasgow Warriors), Euan Murray (Northampton Saints), Alasdair Strokosch (Gloucester), Simon Taylor (Stade Francais), Jason White (Sale Sharks).


2 Responses to “Sei Nazioni, la Scozia”

  • Damiano Says:

    La Scozzia già mi faceva paura prima, ora ancora di più ma speriamo cmq di poter godere di un bello spettacolo allo stadio. E mi raccomando fatti trovare che ci si prende una bella birra insieme
    damiano

  • Alessandro Says:

    Caro Damiano, rispetto sempre, paura mai. Certo, la Scozia è certamente cresciuta rispetto a quella di due anni fa. A Edimburgo birra assicurata! A presto!

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