Brunel:”Parola d’ordine : equilibrio”

Il CT dell'Italia Jacques Brunel La Federugby ha scelto Bologna per presentare ufficialmente il nuovo Commissario Tecnico che sostituirà Nick Mallett per il prossimo quadriennio. Si tratta del francese Jacques Brunel, duro capricorno guascone originario del Midi-Pyrenèes (è nato vicino a Auch il 14 gennaio 1956) che arriva alla guida degli Azzurri preceduto da una solida fama di grande lavoratore e leader spigoloso. L’avvicendamento ha il piacevole sapore di un deciso ritorno alla scuola francese – vicina culturalmente al modello italiano – che ha avuto in Fourcade, Coste e Berbizier i suoi fortunati epigoni.

Brunel – accolto dal telegramma di benvenuto del Ministro della Gioventù Giorgia Meloni – non ha smentito chi si attende un ritorno ai fondamentali del rugby latino:”Dalle mie squadre voglio soprattutto equilibrio.

Equilibrio tra attacco e difesa, gioco alla mano e al piede, avanti e tre-quarti.

A livello individuale non puoi essere un bravo attaccante senza essere un efficace difensore, e viceversa – ha spiegato il nuovo coach dell’Italrugby – il mio obiettivo dei prossimi anni è ambizioso ma nelle nostre potenzialità : portare l’Italia tra le prime sei al mondo e lottare per vincere il Sei Nazioni“.

Due scudetti vinti alla guida del Perpignan e due mondiali all’attivo come allenatore della mischia della Francia, Brunel ha espresso fiducia nelle potenzialità del sistema-Italia:”Il metodo è buono.

Ci sono le Accademie federali, i club di base e i Superclub in Pro12 (l’ex Celtic League) e tutti dovranno lavorare per un obiettivo comune.

La Nazionale è la vetrina del movimento, naturale dunque che si punti al risultato, ma fondamentale sarà il modo in cui vi arriveremo”.

Il nuovo Napoleone del rugby italiano, che confermerà lo staff almeno fino al prossimo Sei Nazioni, è stato sollecitato sulla consistenza del gruppo azzurro nei ruoli chiave di mediano di mischia e mediano di apertura: “Ho visto che abbiamo tre o quattro ragazzi competitivi per il ruolo di mediano di mischia anche a livello internazionale, siamo coperti.

Per quanto riguarda il n.10, invece, mi pare ci sia meno profondità e – in più – abbiamo un giocatore come Bocchino convocato alla Rugby World Cup che non ha trovato posto in uno dei due Superclub (questa stagione giocherà nel Campionato Eccellenza con il Prato, n.d.r.).

In ogni caso, il problema del n.10 riguarda molte squadre, non solo l’Italia.

A parte la Nuova Zelanda che ha Dan Carter, le altre squadre di alto livello sono sempre alla ricerca di nuovi talenti per questo ruolo delicato”.

Per il primo appuntamento ufficiale, il prossimo RBS Sei Nazioni 2012 che cominceràà il 4 febbraio con Francia – Italia a Parigi, Brunel non ha in animo grandi cambiamenti:”Il tempo a disposizione è troppo poco, mi affiderò all’ossatura del gruppo che ha giocato la Rugby World Cup.

Poi, nel tour di giugno, ci sarà modo di vedere nuovi giovani che possono emergere in azzurro e far riposare qualche veterano che avrà a quel punto 11 mesi di attività internazionale sulle spalle”.

La mentalità vincente non manca a Jacques Brunel, ora sarà compito della Federugby e del presidente Dondi sostenerne il lavoro senza riserve.

La nuova avventura è appena agli inizi.


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