Vince l’Inghilterra ma bella Italia!

Masi contro l'Inghilterra Roma si è innamorata degli Azzurri. Non poteva esserci giorno migliore di quello dedicato a S. Valentino per sancire il definitivo legame tra la città e l’Italia del rugby nonostante la vittoria, 17-12 il punteggio, sia stata strappata dall’Inghilterra. Il luogo del fidanzamento è stato un Flaminio strapieno che ha regalato fiammate di entusiasmo trascinato dalle giocate degli italiani nella seconda giornata dell’RBS Sei Nazioni 2010.

Nessuno dei 33.000 presenti pretende dall‘Italrugby la vittoria a tutti i costi, quella è roba per altri sport.

Tutti, però, vogliono potersi entusiasmare per i propri eroi.

Addio, dunque, all’Italia presentatasi a Dublino nella veste di vittima designata e spazio alle giocate al largo, con l’ovale ai tre-quarti sostenuti dal resto della squadra.

Finalmente palloni veloci sono usciti dai punti d’incontro, la touche ha funzionato e la mischia ha garantito possessi ai mediani.

peccato per qualche imprecisione nei calci tattici, per qualche scelta tattica discutibile e per un errore di placcaggio di Andrea Masi, autore di una prova scintillante, su Monye nell’azione che ha favorito la meta di Tait al 6′ del secondo tempo, l’unica dell’incontro.

Per il resto una grande Italia ha messo alla frusta i maestri inglesi, dimostrando che  la vittoria è ormai ad un passo.

Il match si apre con due touche vinte e altrettante perdute, la seconda origina la punizione trasformata da Wilkinson al 10′ per lo 0-3.

Dopo solo due minuti Mirco Bergamasco risponde dalla piazzola per il 3-3, gli avanti azzurri regalano un pomeriggio difficile ai dirimpettai inglesi.

Perfino la terza linea del XV della rosa, fortissima, soffre le pene dell’inferno grazie al solito guerriero Mauro Bergamasco e ad uno Zanni sontuoso.

Il n.8, man of the match al termine, rende più sopportabile l’assenza di un fuoriclasse come Parisse, ed è tutto dire.

Il lavoro frutta e al 36′ un’altra punizione di Bergamirco regala il vantaggio, 6-3.

Perfino il Divino Wilkinson paga dazio all’atmosfera del Flaminio fallendo due piazzati facili, ma prima dell’intervallo mette quello del 6-6.

Ad inizio ripresa l’unica sbavatura della difesa azzurra ed una fantastica circolazione di palla tra Armitage e Monye costano la meta di Tait e il 6-11, ma il copione non cambia.

Gli Azzurri hanno voglia di giocare, Zanni e Masi suonano la carica e Mc Lean è impeccabile.

L’arbitro Berdos, buona la sua conduzione, affibbia un giusto giallo a Castrogiovanni ma grazia Moody.

Nonostante l’inferiorità l’Italia non molla e si fa sotto nel punteggio con due piazzati di Bergamasco al 30′ e al 37′ per il 12-14.

Il Flaminio è una bolgia ma Wilkinson ne gela l’entusiasmo con il drop che in pieno recupero fissa il 12-17.


Sei Nazioni 2010, seconda giornata
ITALIA – INGHILTERRA 12-17 (6-6)
Italia: Luke McLean; Andrea Masi (18′ s.t. – 27′ s.t. Robertson), Gonzalo Canale, Gonzalo Garcia (44′ s.t. Robertson), Mirci Bergamasco; Craig Gower, Tito Tebaldi (16′ s.t. Canavosio); Alessandro Zanni, Mauro Bergamasco, Josh Sole (25′ s.t. Perugini, 36′ s.t. Derbyshire); Marco Bortolami, Quintin Geldenhuys; Martin Castrogiovanni, Leonardo Ghiraldini (capitano), Salvatore Perugini (17′ s.t. Aguero). All.: Nick Mallett.
Inghilterra: Delon Armitage; Mark Cueto, Mathew Tait, Riki Flutey, Ugo Monye; Jonny Wilkinson, Danny Care (43′ s.t. Hodgson); Nick Easter, Lewis Moody (40′ s.t. S. Armitage), James Haskell; Steve Borthwick (capitano), Simon Shaw; Dan Cole (30′ s.t. Wilson), Dylan Hartley (36′ s.t. Thompson), Tim Payne (24′ s.t. Mullan). All.: Martin Johnson.
Arbitro: Berdos (Francia)
Marcatori: 10′ c.p. Wilkinson (0-3), 12′ e 36′ c.p. Mi. Bergamasco (6-3), 44′ c.p. Wilkinson (6-6); s.t.: 6′ m. Tait (6-11), 23′ c.p. Wilkinson (6-14), 30′ e 37′ c.p. Mi. Bergamasco (12-14), 42′ d. Wilkinson (12-17)
Note: al 22′ giallo a Castrogiovanni; man of the match: Zanni.


11 Responses to “Vince l’Inghilterra ma bella Italia!”

  • Corrado Chiatti Says:

    Bella Italia ! un pò sotto tutti gli aspetti ! certo con quei due calzi piazzati in più avremmo potuto vincere ! ci stavo facendo la bocca!

  • edward Says:

    bella italia sì, ma siamo stanchi dell’ennesima buona prova ma solita sconfitta. c’è bisogno di una vittoria.
    ci vediamo sabato a roma…
    ed

  • Francesco Says:

    Partita peculiare, anche perche’ l’Inghilterra non aveva il solito Wilk macchina da punti, e questo gli ha creato qualche problema.
    In ogni caso sino a qualche anno fa non avrebbero mai buttato la palla in touche per assicurarsi la vittoria, ora sono costretti a farlo
    Grande partita anche delle seconde e di Mc Lean, osserverei

  • Alessandro Says:

    @Francesco:
    d’accordo su Mc Lean, positivo anche a Dublino.
    Meno sulle seconde che sono state ottime in rimessa laterale ma in giro per il campo l’assenza di Del Fava si è sentita, Bortolami non è al massimo della condizione. Rispetto all’atteggiamento inglese è vero quello che dici. A conferma ti riporto una frase di Martin Johnson:”Una volta venivamo qui per vincere segnando il maggior numero di mete possibile, oggi veniamo per vincere e basta”.

  • Bruno Says:

    Vado controcorrente. Ho visto più aspetti negativi che positivi e soltanto un leggero miglioramento rispetto alla partita con l’Irlanda (grazie soprattutto alla presenza di Bortolami in touche). Il fatto poi di essere andati vicino ad una vittoria storica contro gli inglesi rappresenta soltanto l’ennesima occasione perduta perché, secondo me, ieri era difficile NON vincere contro quell’Inghilterra e qualsiasi squadra di buon livello l’avrebbe fatto con facilità.
    E’ vero che abbiamo acquisito ormai una buona organizzazione difensiva ma la sterilità del nostro gioco credo sia ormai irreversibile, almeno finché ci ritroviamo questo staff tecnico (Mallet in testa).
    Adesso tutti a dire che faremo un sol boccone della Scozia. Da tifoso lo spero, ma se la Scozia dovesse ripetere le ottime prestazioni viste finora… saranno dolori.

  • Alessandro Says:

    @Bruno:
    Un pizzico di pessimismo non ci sta male, ma non esagererei ;-) .
    Io non ho mai detto che faremo un sol boccone della Scozia, anche se la situazione infortuni degli uomini di Robinson potrebbe influire (certamente non disponibili Paterson, Thom Evans e Rory Lamont). Ribadisco, però, che rispetto a Dublino sono molti i passi avanti e che, se ce la giochiamo a viso aperto, non siamo inferiori agli scozzesi. Grazie e a presto!

  • M-URC Says:

    Mi è sembrata nel complesso un’ottima italia, senza troppi problemi. Contemporaneamente gli inglesi hanno giocato una partita abbastanza mediocre per le loro possibilità. Ma con tutto ciò, la vittoria secondo me è ancora piuttosto lontana. I primi 10 minuti siamo anche riusciti a metterli in difficoltà, mostrando gioco e ritmi alti ma senza riuscire a concretizzare. Poi abbiamo fatto la nostra partita. Ma questo non basta per vincere.

  • Bruno Says:

    @alessandro
    nel citare i profeti di una facile vittoria sulla scozia non mi riferivo a te. Colpa mia evidentemente se ho dato questa impressione. Anzi, senza che suoni come una sviolinata, peraltro non richiesta, apprezzo molto il tuo approccio sempre rispettoso e misurato pur nella grande competenza che non sfocia mai in pontificazioni.
    Credo che il pessimismo (che pure non mi appartiene di carattere) nasca però da una certa frustrazione nel vedere una sterilità di gioco che, anche in tempi in cui si prendevano magari passivi più pesanti, non era così scontata.
    Forse è una mia impressione, ma in passato c’erano aspettative di crescita e forse un entusiasmo che adesso non ritrovo in questa nazionale. Come se avessimo raschiato comunque il fondo del barile. Come se, nel fare un bilancio di questi dieci anni, tutto quello che si è ottenuto è riuscire a limitare il passivo nel punteggio e nulla più. Inoltre credo che l’Italia di Dominguez o anche di Berbizier, per rimanere in tempi più recenti, avrebbe probabilmente vinto la partita di ieri.
    Ripeto, sono solo impressioni personali, ma forse questa è una macchina già lanciata alla massima velocità e con un motore ormai logoro, non migliorabile più di tanto. Forse è tempo di cambiare macchina, ecco quello che intendevo. Amo e seguo il rugby da una vita (sono del 62, quindi mi capisci) e quindi è normale inquadrare a volte delle partite in un contesto più ampio temporalmente.
    Un saluto e un augurio di buon lavoro.

  • bandito Says:

    @Bruno
    secondo me è corretto inquadrare i risultati in una prospettiva temporale più ampia, ben venga quindi un confronto con quello che l’Italia è riuscita a fare in passato con altre formazioni. penso che però, con la stessa ottica, non dovremmo pensare solo al passato ma pensare anche in prospettiva. Mi risulta (correggetemi se sbaglio) che l’obiettivo assegnato a mallett dalla Federazione sia quello di traghettare questa Italia verso i mondiali del 2011 e ottenere allora dei risultati di rilievo. in questa ottica, tutto quello che viene prima (6 nazioni compreso) forse dovremmo vederlo in funzione di quell’obiettivo ed eventualmente giudicare l’operato di mallett DOPO i mondiali.

  • Bruno Says:

    @bandito

    è corretto quello che dici e lo condivido, anche se rimane la sensazione che questo decennio di 6N si sarebbe dovuto usare meglio, non solo in termini di risultati per la nazionale ma soprattutto per far crescere l’intero movimento. Ho il sospetto che una programmazione diversa e meno incline alle trovate ad effetto da parte della FIR avrebbe potuto farci fare quel salto di qualità in termini manageriali da cui poi scaturiscono i risultati sportivi (e non viceversa) che tutti ci aspettavamo. Tralaltro anche la successione di responsabili tecnici alla guida della nazionale non è stata guidata da una continuità di progetto o accompagnata da un coinvolgimento dei clubs che sono stati peraltro abbandonati a loro stessi (la LIRE è stata fin dall’inizio osteggiata dalla FIR).
    Mallet (per rimanere all’oggi) ha di sicuro portato un contributo nell’organizzazione difensiva ma in termini di ampio respiro non è (o non è messo nella condizione di esserlo) quel supervisore tecnico di cui l’Italia avrebbe bisogno, quel legame fra le varie squadre nazionali ed i clubs, grandi e piccoli. Il movimento italiano non è così vasto dopo tutto, ed una partecipazione di tutti i soggetti in un progetto serio, condiviso e di lungo termine è ancora cosa di cui si sente la mancanza. Mallet di questo può non essere colpevole, ma se deve limitarsi a gestire la nazionale (oltretutto con uno staff che gli è stato imposto, checchesenedica) allora non andremo molto lontano come impostazione generale. Se la vittoria con la Scozia (se arriverà come spero) sarà il solito e solo obbiettivo raggiunto… cos’è cambiato da dieci anni a questa parte ?
    Se il mondiale andrà male forse continueremo a cambiare head coach, ma non è quello il problema. D’altro canto Johnston, Kirwan e Berbizier non erano certo gli ultimi arrivati.

  • bandito Says:

    @bruno
    sono totalmente d’accordo. effettivamente al momento non vedo la nazionale come motore e banco di prova per il movimento in generale. ma forse questo è dovuto al fatto che, se pescasse dal movimento italiano, oggi precipiteremmo di parecchie posizioni nel ranking internazionale. cerco di spiegarmi meglio: non è che oggi stiamo pagando anni di non gestione del vivaio con l’assenza di un numero decente di giovani di livello e così siamo costretti ad andare in giro a cercare “stranieri”? per l’amore di dio non ho nulla contro di loro ma obiettivamente se ne abbiamo bisogno vuol dire che qui in Italia non c’è un bacino abbastanza ampio di giocatori di livello. questa cosa, come un cane che si morde la coda, porta di contro a non valorizzare qualceh giovane con potenziale e il movimento non cresce. e siamo da capo a 12…

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