Il Times:”Dondi, è ora di fare le valigie!”

Giancarlo Dondi L’attacco è senza mezzi termini. Dalle colonne del Times, il prestigioso quotidiano di Londra, arriva alla vigilia del match con il Galles una durissima analisi del momento del rugby italiano che individua forti responsabilità nella gestione del presidente Dondi. La firma, anch’essa prestigiosa e da sempre benevola con l’Italia ovale è quella di Stephen Jones, analista e columnist del foglio inglese.

Jones, va detto, vanta ottimi rapporti con l’ex-capitano azzurro Giovannelli, citato nel pezzo, e si è a più riprese schierato a favore dell’ingresso del rugby italiano nel mondo ovale che conta.

Dondi è stato per anni il padrone del rugy italiano – scrive Jones – i suoi scondinzolanti cagnolini dicono che è un genio mentre molti osservatori ed ex grandi giocatori affermano che è proprio lui il motivo per cui il rugby italiano arretra”.

 E ancora :”è giunto il momento per il regime di Dondi di fare le valigie“.

Jones non nomina mai Mallett ma critica apertamente la scelta di schierare Mauro Bergamasco mediano di mischia a Twickenham, cosa che avrebbe esposto il giocatore ed il rugby azzurro al ridicolo.

Insomma, dopo le sconfitte senza speranza, la cattiva gestione dei giocatori, le polemiche con la stampa, le lettere-fantasma ed il caso-Checchinato, un’altra prova di come l’immagine del nostro rugby stia franando in Italia e all’estero, e una ulteriore conferma di quanto sia importante tornare a guidare i processi di un sistema la cui crescita ha reso necessario un approccio professionale.

 Il tempo del rugby-pane e salame è finito, ora è giunto il momento della gestione manageriale e della professionalità, prima che sia troppo tardi.


10 Responses to “Il Times:”Dondi, è ora di fare le valigie!””

  • Duccio (Rugby 1823) Says:

    Attento Alessandro,
    a scrivere queste cose potresti passare per un polemico calciofilo che distrugge lo spirito libero e verace del buon rugby tradizionale!
    Il rugby pane e salame di cui parli è da intendere come: il rugby che dà il pane a molti e il rugby delle fette di salame sugli occhi degli altri!

    Professionalità? Gestione manageriale? Ma sei pazzo… questi sono termini che il buon rugbista schifa orgoglioso!

  • Alessandro Cossu Says:

    Ciao Ale,

    ho letto l’articolo originale e sono rimasto sorpreso: Stephen Jones, come scrivi, ha sempre guardato con occhio benevolo al rugby italiano (leggevo sempre con molto piacere le sue analisi su “Rugby World”) e ha sempre espresso valutazioni tecniche originali, anche a rischio di essere attaccato, soprattutto dai giornalisti australiani (vedi le polemiche sulle regole sperimentali). Non sono però sicuro che le valutazioni severe che esprime sulla gestione del movimento siano corroborate da informazioni di prima mano. Probabilmente tu conosci meglio di tanti altri l’ambiente della Federazione, ed è evidente anche a chi ne sta fuori che il movimento italiano è ad un punto di svolta; d’altro canto, il lavoro portato avanti con l’Accademia di Tirrenia, i buoni giovani come Bocchino, Toniolatti e Burton, per citarne alcuni, la candidatura per l’organizzazione della coppa del mondo, e la possibilità di schierare due rappresentative nella Magners mi sembrano la testimonianza di un lavoro efficace. Jones mi sembra ingeneroso. Da italiano all’estero, poi, so per esperienza che un certo gusto per la critica dell’Italia, senza verifica delle informazioni, sia un po’ un vizio di certi giornalisti, anche se non me lo sarei aspettato da Jones.
    Dissento da Duccio, anche se posso capire lo stato d’animo che lo ha mosso a scrivere il suo commento, sul fatto che la gestione “manageriale” del movimento sia incompatibile con lo spirito del rugbista: il Galles, che pure è un paese di lunga e diffusa tradizione rugbistica, è la testimonianza di come una politica di programmazione delle selezioni, con il passaggio – anche criticabile, per certi versi – alle rappresentative regionali al posto dei club tradizionali, e il lavoro serio impostato da Gatland con la nazionale e i club, abbiano fatto rivivere il rugby gallese, riportandolo a livelli elevati. Come controesempio di una squadra di blasone, eppure in difficoltà per la cattiva gestione da parte della federazione, potrei citare la Scozia. Nel caso dell’Italia, dove la cultura rugbistica non è diffusa a livello geografico e non è radicata nella pratica sportiva scolastica (a differenza delle Home Unions; per la Francia il discorso è un po’ diverso), la programmazione ed una gestione “manageriale” mi sembrano gli unici strumenti per rimanere nei piani alti del rugby mondiale.
    Alessandro, sarei curioso di conoscere la tua opinione in proposito. Ciao!

  • Duccio (Rugby 1823) Says:

    Alessandro (Cossu), ovviamente il mio intervento era ironico.
    Riguardo al tuo commento, dissento su una cosa in particolare: Toniolatti ha 25 anni, Burton 29… non sono proprio gli esempi migliori sulla bontà dell’Accademia…

  • Alessandro Says:

    Ciao Alessandro e ciao Duccio!
    Ale, rispondo al tuo intervento per il quale ti ringrazio. Prima di tutto, come ha già avuto modo di sottolineare lui stesso, è chiaro che il tono di Duccio è ironico e siete d’accordo più di quanto sembri. Duccio sottolinea giustamente come Toniolatti e Burton non siano poi così giovani (Toniolatti lo è in assoluto – beato lui – ma non lo è più rugbisticamente, alla sua età bisogna essere titolari in un club nell’alto livello. Ovvio che la responsabilità non è sua!)e non hanno avuto a che fare con l’Accademia. Io credo Alessandro che tutti noi, dagli addetti ai lavori ai giornalisti fino ad arrivare ai semplici appassionati, dovremmo riflettere molto sul pezzo di Jones. Come tu confermi lui si è sempre speso in favore del rugby italiano e le sue parole devono suonare ancora più forte come un campanello d’allarme sulla situazione del rugby in Italia e su come viene visto da fuori. Del resto, noi che lo viviamo da vicino sappiamo bene che si è davvero giunti ad un punto di svolta. Ti assicuro che, finora, il rugby azzurro ha goduto di una stampa assolutamente favorevole che lo aiuta anche in un momento come questo, ma è sempre più difficile “coprire” tutto quello che accade dentro e intorno a Federazione e Nazionale. Ho cercato di spiegarlo in alcuni articoli precedenti e ci tornerò sopra, premettendo che spero con tutto me steso che Burton faccia tre mete al Galles e ci costringa a parlare di altro: a mio parere, il nocciole è che il rugby italiano ha bisogno di un salto di qualità e che l’attuale dirigenza debba dimostrare di essere all’altezza. In caso contrario, via. Quello che sta accadendo intorno alla gestione della Nazionale (inesistente), alla gestione dell’affare Celtic League (provinciale e miope)e alla candidatura alla World Cup(approsimativa)ppuò cambiare in meglio, ma deve succedere in fretta. Se la dirigenza FIR saprà imprimere una svolta a questi processi, saremo i primi ad applaudire, in caso contrario lo denunceremo. Grazie ancora e continua a seguirci, a presto!

  • Alessandro Cossu Says:

    Hai ragione, Duccio, ho male interpretato il tuo commento: scusa! Comunque, non ho citato Toniolatti o gi altri come prodotti dell’Accademia ma solo come esempi di buoni giocatori formatisi in Italia. Purtroppo, molti giocatori italiani non trovano spazio adeguato nei club, perché si preferiscono loro stranieri a volte di dubbia qualità.
    Vabbè, speriamo che con il Galles si possa vedere la squadra che a novembre si è fatta valere con l’Australia, anche se non mi faccio illusioni. Statemi bene (ovviamente continuerò a seguire il tuo blog, Ale, è la prima cosa che leggo ogni mattina, insieme a Planet Rugby…).

  • Dario Says:

    Io inizio ad essere preoccupato per come la federazione sta gestendo tutte queste faccende (Nazionale, Celtic League e mondiale).
    Soprattutto per CL e mondiale, abbiamo una grandissima opportunità, mi sembrerebbe stupido lasciarsela scappare. Hai ragione Alessandro F, quando dici che bisogna cambiare strategie e bisogna farlo in fretta!
    Non vorrei che si distruggesse tutto cio’ di buono che è stato costruito fino ad ora con tanta fatica. Ho sempre avuto fiducia in questa nazionale (almeno fino a Berbizer), ma ora ho profondi dubbi ed incertezze…
    Per quanto riguarda Burton, puoi dormire sonni tranquilli e star certo che continueremo a parlare di queste questioni, visto che Burton è già tornato a casa e non potrà fare 3 mete al Galless…
    :-(

  • Alessandro Says:

    Caro Alessandro, che onore! Mi darò da fae per essere all’altezza, a domani per il XV azzurro e speriamo bene!

  • Franco Says:

    Ciao!
    avete il link dell’articolo originale?
    Grazie

  • cam roulette Says:

    I liked your theme Every one should keep a mental wastepaper basket and the older he grows the more things he will consign to it – torn up to irrecoverable tatters. ~Samuel Butler

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