Venerdì e sabato prossimi, due giorni per decidere il futuro

Il rugby italiano si avvia alla settimana che potrebbe segnarne la storia. Venerdì e sabato si terrà il Consiglio Federale nella sede della FIR allo Stadio Olimpico di Roma al quale il presidente Dondi dovrà sottoporre la tanto sospirata riforma del vertice. Proponiamo una riflessione.


Il week end europeo ha visto i club italiani schierare nelle coppe tre giocatori italiani a Treviso e tre a Viadana, cinque nel Padova, sei nel Calvisano e nel Parma, nove nel Rovigo.

In tutto fa, più o meno, il 30% dei giocatori in campo.

Il tutto ha prodotto la miseria di una sola vittoria, quella del Viadana.

Per di più, andiamo a memoria, dall’esplosione di Paolino Vaccari (era-Coste), non ci vengono in mente altri nomi di giocatori cresciuti nei vivai di per esempio, Viadana e Calvisano.

La vera questione, dunque, riguarda quanto sia lecito per una Federazione , che ha l’obbligo di fare tutto quanto è in suo potere per sviluppare l’intero movimento di cui è responsabile anche di fronte al CONI, tener conto degli interessi di società che producono pochissimo per la Nazionale, vero motore del movimento, e praticamente nulla in termini di risultati.

Ora serve un atto di coraggio.

Le condizioni sembrano esserci tutte, anche a livello internazionale.

Un po’ dovunque nel mondo del rugby che conta – specialmente quello anglo-sassone – ci si aspettano decisioni importanti.

Sullo sfondo, non va dimenticato, c’è la concreta possibilità di vedere assegnata all’Italia l’organizzazione della Rugby World Cup 2015 o 2019.

Il tempo dell’attesa è definitivamente scaduto.


2 Responses to “Venerdì e sabato prossimi, due giorni per decidere il futuro”

  • Spazzola Says:

    Giustissimo.Sembra una condanna per il rugby imprenditoriale della bassa bresciana ma il principio e’ quello.
    Facevo lo stesso ragionamento e mi e’ venuto in mente Ravazzolo e basta.
    Vediamo questo atto di coraggio, ma se si fanno 2 selezioni, che fine fa il top10??
    Un caro saluto

  • daniele Says:

    La questione è complessa, secondo me ci sono molte altre interpretazioni possibili. Valutare i vivai in relazione ai giocatori di altissimo livello e/o nazionali prodotti mi sembra un pò riduttivo.
    Contano anche, secondo me: l’investimento nel settore propaganda, la completezza quantitativa e i risultati delle giovanili e in particolare nelle fascie d’età U19-U21, i giovani aggregati nelle rose delle prime squadre, i giovani impiegati nelle prime squadre, ecc.
    Poi, non dimentichiamo che i giocatori à la Vaccari, Bergamasco, Troncon, ecc. sono e saranno sempre delle eccezioni. Talenti che hanno sicuramente avuto una preparazione di livello, ma pur sempre dei talenti.

    Inoltre, nel 2009 bisognerebbe secondo me mettere un pò tra parentesi un’idea “autoctona” del giovane formato nei club. Un pò perchè ci sono anche le accademie federali, un pò perchè così come esistono gli “studenti fuori sede”, che diventeranno poi lavoratori fuori sede, bisogna abituarsi anche all’itineranza di alcuni giovani. Anzi, se 3 giovani andassero a Treviso, Padova, Viadana dopo esser stati formati a Monopoli, Bari, Catania..sarebbe un indizio di maturità del movimento.
    Saluti

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