Perchè piacciono così tanto

italiani in festaTravolti da una insolita passione. Potrebbe essere questo il titolo della trasferta torinese dell’Italrugby, dopo le continue manifestazioni d’amore delle folle nella città sabauda. Il fatto è che la suddetta passione ormai non è più insolita, ma abituale. Ovunque giochi le partite, da Roma a Padova, da Torino a Reggio Emilia, ma anche nelle trasferte del Sei Nazioni a Dublino, Cardiff, Londra o Edimburgo la Nazionale di Mallett fa registrare il tutto esaurito al botteghino.


I suoi allenamenti sono assaltati da torme di ragazzi che non vedono l’ora di avere un contatto con i gladiatori del terzo millennio che, del resto, non si sottraggono.

Parte del loro successo sta proprio in questo.

Sono professionisti, è vero.

Hanno procuratori e agenti che ne gestiscono gli interessi, giusto.

Ma sono lì, a disposizione per una foto o una birra, una stretta di mano o un abbraccio, sono come la gente che li cerca.

E quando vanno in campo interpretano valori positivi.

Solidarietà, coraggio, sostegno, amore per la comunità.

Giovedì scorso a Torino in piazza S. Carlo le ragazzine erano tutte per Parisse, Mirco Bergamasco e Marcato, i ragazzini volevano toccare il carisma di Troncon:”Chi pensava che il rugby sia uno sport poco conosciuto è servito”, ha sibilato trionfante l’ex-n.9 azzurro.

Il calendario con le foto dei ragazzi da copertina di Mallett è andato a ruba.

Sorprendente, considerato che questa è una squadra che, in media, vince un paio di partite ogni otto.

Propagano in giro per il mondo un nuovo modello di italiano, sono portatori di valori sani, impossibile non fare il tifo per loro.


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